31 marzo 2008

Dio, Patria e Famiglia!

Ecco cosa fanno i fascisti inglesi durante il loro tempo libero.



D'altronde la difesa della famiglia è sempre stata al primo posto nei programmi dell'estrema destra!

27 marzo 2008

Dove Sono?




Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?

Il Politometro



Io sono lì, la compagnia non è delle migliori...
Mah.

Domanda ai lettori: Chi caxxo è D'Angeli???

E' già Finito il Fair-Play!

Berlusconi, impossibilitato a mettere in scena il suo monologo da Bruno Vespa a causa della "par condicio", ritorna a dare del "comunista" al suo principale rivale, Walter Veltroni, colpevole di non voler fare altre puntate da soli, ma di cercare un confronto diretto.

Confronto diretto che il Cavaliere vuole evitare in qualsiasi modo, per non perdere il presunto vantaggio del PDL nei sondaggi.

Chiaramente il monologo davanti a giornalisti zerbini è il metodo di propaganda più efficace e Berlusconi di propaganda se ne intende, visto che proviene dalla scuola della P2 (dove P sta proprio per "propaganda") del grande maestro, Licio Gelli.

Intanto anche i partiti minori alzano i toni protestando contro il sistema radiotelevisivo che favorirebbe PD e PDL e, nel frattempo, Alessandra Mussolini e Daniela Santanchè litigano su chi sia l'erede più degna del compianto Duce del fascismo...

Il dato di fatto è che il PDL ha accantonato il fair-play, ci aspettano due settimane di insulti?

Speriamo che Walter non cada nel tranello del Cavaliere e continui per la sua strada.

23 marzo 2008

Due Uova per una Buona Pasqua!




Auguri di Buona Pasqua a tutti, ma soprattutto agli amici della "Banda degli Onesti"!


<--Trezeguet
Camoranesi-->







20 marzo 2008

FREE TIBET NOW!


Ci sono casi in cui l'ipocrisia e la real-politik mi disgustano a tal punto da vergognarmi di essere occidentale e di vivere in un paese attento ai diritti umani solo quando gli fa comodo.
Quest'atteggiamento di sottomissione nei confronti della Cina e di quello che il suo governo sta perpetrando verso i tibetani dal 1949, anno dell'annessione forzata del Tibet all'impero comunista di Mao, mi fa venire la nausea se paragonato a quello che l'Occidente ha fatto in altri casi come l'Iraq o il Kossovo, stati in cui c'erano degli interessi da difendere.


Purtroppo per loro, i tibetani non sono europei, non hanno giacimenti petroliferi, non sono cristiani e per questo sono condannati all'indifferenza ed i loro problemi non sono neppure affrontati dai governi del "Primo Mondo", i quali preferiscono i vantaggiosi accordi commerciali con la Cina alle beghe relative ai diritti umani di 6 milioni di persone disperse su un altopiano di 2,5 milioni di Km2 a più di 4000 metri di altezza.

Ci accorgiamo di loro solo quando il loro capo spirituale, il Dalai Lama, viene invitato a qualche conferenza o quando eventi di rilevanza internazionale, come le Olimpiadi di Pechino, accendono i fari su quello sperduto paese.

Sarebbe ora che il nostro governo, che ha recentemente riconosciuto l'inidpendenza di una provincia storica della Serbia, riconoscesse e denunciasse ciò che sta accadendo nel Tibet, regione storicamente non cinese e quindi più legittimata ad avere l'indipendenza da Pechino.

Diritti umani e diritto internazionale sono dalla stessa parte.

Può la potenza economica della Cina costringerci tutti al silenzio?

FREE TIBET!

Alitalia Specchio Fedele dell'Italia!


Sarò monotematico, ma il tema Alitalia mi appassiona visceralmente perché ritengo che la nostra compagnia di bandiera sia lo specchio fedele del nostro paese.

La compagnia è chiaramente malata, direi agonizzante, e le cause di questo male sono note a tutti, ma la cura necessaria per guarirla è molto amara e nessuno sembra intenzionato a volerla iniziare seriamente.

Se questa cura non verrà messa in atto in tempi molto brevi, l'Alitalia è destinata a soccombere in un mesto fallimento.

Uscendo dalla metafora, l'elenco dei mali è semplice:
  • La compagnia perde più di un milione di Euro al giorno e le perdite non potranno più essere appianate dal governo, poiché la Comunità Europea ha stabilito che l'intervento pubblico va contro le regole del libero mercato.
  • I fondi rimasti nelle casse dell'azienda bastano solo per pochi mesi; alcuni dicono che possa arrivare a giugno, altri che fallirà molto prima.
  • Lo scalo di Malpensa costa all'Alitalia ben 200 milioni di Euro annui di perdite.
  • Il personale è nettamente in esubero rispetto alle reali necessità di una azienda che voglia produrre utili, invece di fungere da miniera di posti di lavoro per gli amici dei politici (come quasi tutte le società pubbliche dal dopoguerra ad oggi).
  • La società, così come è oggi, non attrae nessun compratore sano di mente che dovrebbe sborsare molti soldi per accollarsi un buco nero di denaro. La cordata italiana di imprenditori, che qualcuno auspica, è solo una mera utopia dato che gli imprenditori non sono dei "masochisti" (Montezemolo dixit).

La cura è altrettanto semplice, molto dolorosa, ma improrogabile ed è sostanzialmente quella proposta da AirFrance, la quale ha molti interessi strategici nell' acquisizione ed ha quindi esposto chiaramente quali sono i punti su cui intervenire:

  • Riduzione di 2000 unità del personale.
  • Abbandono dello scalo di Malpensa.
  • Riduzione del parco macchine.
  • Chiusura del settore "Cargo", costantemente in perdita da anni.
  • Ricapitalizzazione della società (si parla di 1 miliardo di Euro) e investimenti sullo scalo di Fiumicino, che diventerà uno dei tre Hub della compagnia insieme a Parigi ed Amsterdam.

Il tutto è vincolato dal parere favorevole del prossimo governo, dei sindacati (una galassia infinita di sigle e siglette) e dal ritiro della causa intentata dalla SEA, la società che gestisce Malpensa, verso Alitalia, in cui si chiede una penale di 1,2 miliardi di Euro per non avere mantenuto i patti stipulati con lo scalo lombardo.

Nessuna delle parti chiamate in causa sembra però favorevole al piano proposto da Spinetta, il DG di AirFrance:

-I Sindacati hanno già fatto capire che i tagli di personale previsti sono inaccettabili. Qualcuno dovrebbe però ricordare loro che, se l'azienda arriverà al fallimento, i tagli saranno molto maggiori e questo avverrà in pochi mesi. In caso di commissariamento il taglio dei voli sarà infatti drastico e a perdere il posto saranno anche molti di quelli non compresi nei piani di Airfrance. I sindacati lo sanno bene, ma forse sperano ancora nel solito aiuto di stato che, come già ricordato, questa volta non potrà arrivare. La speranza è l'ultima a morire, ma chi vive di speranze fa spesso una brutta fine!

-La SEA, ha già annunciato che non intende ritirare la causa verso Alitalia nonostante il Tesoro, primo azionista della compagnia di bandiera, abbia foraggiato questa società nell'ultimo decennio con il denaro di tutti i contribuenti italiani. Evidentemente tutto ciò non basta agli pseudo-liberisti attaccati alla mammella pubblica ed ai leghisti, tra cui il presidente della stessa SEA, che non vogliono essere abbandonati da Roma Ladrona.

Il prossimo governo sarà presumibilmente presieduto da uno tra Berlusconi e Veltroni.

-Berlusconi ha già detto un NO categorico al piano di AirFrance, temendo una invasione dell'italico suolo da parte dei barbari Galli. Al contempo ha riformulato un accorato appello a tutti gli imprenditori italiani coraggiosi affinché si formi una cordata che rilevi la società. Il Cavaliere non ha però specificato quali siano i termini di acquisto per cui si dovrebbe formare cotanta cordata: dovrebbero rilevare Alitalia così come è oggi, o nei termini posti da AirFrance, cioè nell'unico modo che possa rendere attraente l'acquisto della società?

Nel primo caso, Berlusconi è un igenuo o un idiota e viene da chiedersi perché non se la compri direttamente lui l'Alitalia, dato che è un imprenditore, che è italiano e che è coraggioso, ovvero i tre requisiti che ha esplicitamente richiesto.

Nel secondo caso non si vede quale sia il vantaggio di avere proprietari italiani invece che francesi, se si esclude il fatto che i francesi sono notoriamente antipatici.

Ricordo ai lettori che l'italianità è stato per anni un valore che ha portato disgrazia a tutti i settori della nostra economia: dalla vendita dell'Alfa Romeo alla FIAT, invece che alla Ford che aveva offerto molti più soldi, fino al caso Fazio-Banca d'Italia che favoriva i suoi amici furbetti.

-Dall'altra parte Veltroni non è stato da meno (nell'idiozia), dichiarando che l'Alitalia può essere ceduta ma che Malpensa ha bisogno di una moratoria che le permetta di trovare vettori alternativi.

Nel caso che Alitalia venisse ceduta ad AirFrance, chi si accollerebbe i costi della moratoria? Io penso che saranno i soliti contribuenti, da Aosta fino a Lampedusa, che usino o meno gli aerei non importa, basta che paghino!

Nel caso che Alitalia non venga ceduta questa moratoria è altrettanto impensabile, visto che la nostra compagnia di bandiera fallirà molto, ma molto, prima che terminino i due, o tre, anni richiesti nella stessa moratoria.

Il caos regna dunque sovrano e visti i veti posti da tutti alla proposta di Spinetta, le probabilità che il malato venga curato sono minime e saremo costretti ad assistere ad una morte dolorosa.

Non sarebbe il peggiore dei mali, visto che altre compagnie aeree, come la Swissair, sono morte e poi risorte dalle loro ceneri.

Il problema è più generale e riguarda la somiglianza del caso Alitalia a quello dell'intero paese.

Un paese i cui problemi sono evidenti e noti a tutti, ma in cui nessuno vuole intrapendere le cure amare ed impopolari, ma necessarie ed improrogabili.

Il destino dell'Alitalia ci predirà probabilmente il futuro della stessa Italia.

12 marzo 2008

Diffidate di Ferrara!



Chi pensa che le iniziative di Giuliano Ferrara, come la moratoria dell'aborto o la costituzione di una lista anti-abortista alle prossime elezioni nazionali, siano solo delle campagne di sensibilizzazione morale sul tema dell'aborto si sbaglia di grosso.

Che senso ha una lista anti-abortista che non voglia cambiare la legge 194?

Che senso ha chiedere la moratoria dell'aborto?

Il disegno è chiaro: la battaglia di Ferrara è quella della stessa Chiesa Cattolica il cui Papa, Benedetto XVI, è considerato dal noto giornalista "il più grande intellettuale del XX secolo".

Il fine ultimo della Chiesa è altrettanto chiaro ed esplicito se leggiamo le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dal vescovo di Toledo e primate di Spagna, cardinale Antonio Canizares.

Rispondendo alla domanda del giornalista del Corriere sull'iniziativa di Ferrara sul tema dell'aborto, il cardinale ha così risposto: "Conosco la battaglia di Giuliano Ferrara per la moratoria, e vi aderisco. Per il futuro, mi batterò per l'abolizione dell'aborto. Che è il peggior degrado della storia dell'umanità".

Ecco dunque cosa si nasconde dietro a queste iniziative che non sono battaglie morali, ma i primi passi per la costruzione di un consenso anti-abortista che ci rifaccia tornare indietro di 30 anni.

Evidentemente Ferrara ed il Vaticano rimpiangono i bei tempi delle mammane e dell'aborto clandestino, tempi in cui tutti andavano in chiesa e il barbuto giornalista era un fervente comunista.

Meditate gente e diffidate!

07 marzo 2008

Le Menzogne di Berlusconi.

Io non sono affatto un "Grillista", ma su una cosa Beppe Grillo ha perfettamente ragione:
lo Psiconano (Berlusconi) mente e lo fa in maniera spudorata.
Mente talmente spesso che neanche si ricorda quello che ha detto solo pochi giorni prima (ma questo potrebbe dipendere anche dall'alzheimer).
Berlusconi deve avere attentamente studiato la teoria della propagnada di Goebbels, la quale afferma che una menzogna ripetuta 1000 volte diventa verità.
Ho fatto queste riflessioni assistendo alla puntata di Porta a Porta in cui il candidato del neonato PDL ha esposto il suo programma davanti a Bruno Vespa, uno dei suoi leccapiedi preferiti, e davanti a quattro giornalisti zerbini che non hanno mai cercato di contraddirlo sui fatti, sulle incongruenze e sulle falsità dette dallo stesso Cavaliere.
Ma andiamo con ordine:
  1. Alitalia- Berlusconi ha affermato che la nostra compagnia di bandiera deve rimanere in mani italiane, ma all'improvvida domanda di Vespa, che gli ha chiesto come mai nessun imprenditore italiano sia interessato all'acquisto di Alitalia, il Silvio Nazionale ha risposto che la compagnia deve essere risanata dal profondo. Io, nei panni di uno dei quattro zerbini lì presenti, avrei ricordato al Cavaliere che uno dei motivi maggiori delle perdite di Alitalia sta nei costi dell'aeroporto di Malpensa e che solo pochi giorni addietro, eminenti esponenti del PDL, tra cui Formigoni, insieme ai leghisti, hanno fatto una manifestazione in difesa dello scalo milanese. Insomma si liberalizzi e si privatizzi, ma solo se non si tocca l'elettorato del PDL!
  2. Apertura delle Frontiere- Berlusconi ha affermato che lo stato di insicurezza del popolo italiano dipende dal fatto che la sinistra abbia aperto le frontiere alla immigrazione clandestina. Io avrei ricordato al Cavaliere che si additano ai Rom gran parte dei reati di micro-criminalità. Purtroppo i Rom provengono in gran parte dalla Romania e dalla Bulgaria, nazioni introdotte nella Comunità Europea proprio durante il governo Berlusconi. Anzi il cavaliere affermò che romeni e bulgari avrebbero duvuto pagargli la parcella perché lui stesso ha caldamente difeso la loro entrata nella UE. Chi è stato ad aprire le frontiere? Bisognerebbe chiedere anche ai leghisti, che oggi vorrebbero sterminare i Rom, perché non hanno impedito o protestato quando Berlusconi sottoscrisse l'ingresso nella UE di queste nazioni? Oggi richiedono leggi draconiane e barriere all'ingresso pur sapendo che, essendo comunitari, queste persone non sono clandestine, ma hanno tutti i diritti di risedere in Italia.
  3. Lotta all'Evasione- Berlusconi è riuscito a sostenere che durante il suo governo si è iniziata la vera lotta all'evasione fiscale. Certo, l'ha fatta con leggi come lo Scudo Fiscale, che ha permesso il ritorno di capitali finiti illecitamente all'estero (soldi riciclati o portati oltre confine per evadere le tasse) pagando solamente il 2% al fisco, con la depenalizzazione dei falsi in bilancio e con il condono fiscale. In pratica lo Stato ha rimesso in regola tutti gli evasori fiscali! Un bel risultato e la ridicolizzazione di tutti coloro che pagano regolarmente le tasse.
  4. Caso Mastella- Berlusconi ha dichiarato che aveva raggiunto l'accordo politico con Mastella per annettere l'Udeur al PDL. Poi però, analizzando i sondaggi, ha visto che insieme a Mastella avrebbe perso molti voti e non ha dunque esitato a scaricarlo. Tutto questo è stato ammesso così candidamente da definire quale sia il grado di cinismo di questa persona. E' meraviglioso essere amico di Berlusconi: quando gli servi (per far cadere Prodi) ti esalta, quando non gli servi più ti scarica senza problemi. L'unica nota positiva è che nella prossima legislatura non vedremo più Mastella in parlamento, un deciso passo avanti per la politica italiana!
  5. Riduzione delle Spese Statali- Berlusconi sostiene che parte del suo programma è finanziato dai tagli alla spesa pubblica che verranno operati dal suo futuro governo. Si deve però ricordare che, nei suoi precedenti 5 anni al governo, la spesa pubblica italiana aumentò di ben 2,5 punti e che lo stesso fece il debito pubblico. Insomma il Cavaliere non ha certo la storia della Tatcher!
  6. Liberalizzazione dei Servizi Pubblici- l'uomo di Arcore ci stupisce ancora dicendo che il suo governo liberalizzerà i servizi pubblici. Già, non si può fare a meno di sorridere ricordando le manifestazioni di protesta di AN e FI quando il governo Prodi tentò di liberalizzare le licenze dei Taxi. Dovremmo oggi credere a queste promesse?

In definitiva Berlusconi è sempre lo stesso che conosciamo da 15 anni: un demiurgo populista che cerca il consenso tramite promesse, propaganda e dissimulazione volontaria della realtà dei fatti.

Nessuna sorpresa.

P.S. Mi ero dimenticato della vergognosa intervista di Riotta, ma rimedio subito:

La Scheda puzza? Non Mollare!


Aderisco alla iniziativa di Popinga anche se con alcune riserve, perché io non andrò a votare per il meno peggio, ma con convinzione.

Capisco perfettamente che questa pessima legge elettorale ci toglie ogni possibilità di scegliere gli eletti.

Bisogna però ricordare chi questa legge l'ha voluta e l'ha approvata e quindi agire di conseguenza.

Insomma, turiamoci il naso, ma andiamo a votare!

Non ascoltiamo i vari Grilli che vogliono farci credere che il nostro diritto democratico sia inutile e che, di conseguenza, dovremmo rinunciare ad esercitarlo!

05 marzo 2008

E Questi sarebbero Liberali?




Tra i vari punti del programma del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi ha inserito la proposta di mantenere in mani italiane la nostra derelitta compagnia di bandiera, l'Alitalia, ed al contempo di mantenere operativo l'Hub di Malpensa.

Bisognerebbe ricordare al Cavaliere che mantenere l'Alitalia costa a tutti i contribuenti italiani, che volino o meno non importa, più di un milione di Euro al giorno (quasi 500 milioni l'anno) e che una delle cause di queste forti perdite è proprio l'aeroporto lombardo.

Giova anche ricordare, repetita iuvant, che Luca Cordero di Montezemolo, il capo degli industriali italiani, solo qualche mese addietro affermò che è impossibile che gli imprenditori italiani si possano accollare una azienda in così forte passivo perché, cito testualmente, essi non sono dei "masochisti".

Insomma, l'unico interlocutore veramente interessato a rilevare la nostra compagnia di bandiera è proprio AirFrance, ma solo se si può liberare dei costi proibitivi dello scalo di Malpensa.

I "lumbard" ed i "liberali" che hanno sempre inveito contro la Roma Ladrona e contro la spesa pubblica, oggi vogliono mantenersi attaccati alla mammella statale.

Se questi sono liberisti...

P.S. ma se per il Cavaliere è tanto importante Alitalia, perché non se la compra lui stesso?

Hillary alla Riscossa!

Dopo circa un mese di batoste elettorali ottenute dal super tuesday di inizio febbraio, Hillary Clinton sembra aver fermato la marea crescente di Obama conquistando 2 stati importanti come il Texas e l'Ohio.

Obama aveva puntato molto su questa giornata elettorale, spendendo gran parte del suo budget per convincere gli elettori degli stati in cui si votava e ribaltare i sondaggi che lo vedevano sfavorito sia al Nord-Est, operaio e contadino, sia nel Sud-Ovest con grande presenza dei "latinos".

Il cambio di strategia, nonchè di staff, operato da Hillary, sembra avere dato i suoi frutti e Barack deve sorbirsi una amara sconfitta quando già pregustava il dolce sapore della nomination democratica di Denver.

Obama rimane ancora in testa nel computo dei delegati, anche se i conteggi non sono ancora definitivi al momento in cui scrivo, ma il suo trend positivo sembra essersi arrestato ed ora rischia seriamente di non riuscire a superare la soglia di sicurezza e di vedersi sopppiantato dalla scelta dei super-delegati non eletti, ma espressione delle gerarchie di partito.

Ma andiamo ad analizzare il voto: in generale si può dire che Obama stravince nelle città e perde nelle campagne, cosa che era avvenuta già in molti altri stati e che mette in luce le diverse visioni di una America molto disomogenea.

Lo stesso risultato si era avuto anche nelle ultime elezioni presidenziali allorché J.F. Kerry stravinse in molte città , in cui il voto è largamente progressista, ma perse sonoramente nelle piccole città e nelle campagne.

In Texas Obama ha ottenuto il 47% dei consensi a livello nazionale, ma ha trionfato nelle grandi città come Dallas (61%), Houston (57%), Forth Worth (54%) e nella capitale Austin (62%).
La Clinton ha vinto solo a San Antonio (con il 56%) e nella quasi totalità delle contee rurali.
Ancora una volta Hillary ha prevalso in uno stato con grande presenza di elettori latino-americani, che l'avevano sostenuta anche in altre stati importanti come la California e l'Arizona.
In particolare le donne ispaniche hanno dato due terzi delle preferenze alla Clinton, mentre le donne bianche hanno votato al 60% per Obama.

L'ex "First Lady" ha conquistato anche l'Ohio, uno stato del Nord in cui c'è una forte crisi economica nel settore industriale ed un forte disagio sociale, e dunque profondamente diverso dall'opulento Texas.

Anche nel Nord Obama ha conquistato le maggiori città, Cleveland (52%), Cincinnati (62%), Dayton (54%) e la capitale Columbus (56%), ma ha perso in tutte le contee rurali.
Da notare è anche il fatto che mentre nel Texas l'elettorato bianco ha votato prevalentemente per Obama, in Ohio gli uomini e le soprattutto le donne bianche (66%) hanno preferito la signora Clinton.

La vittoria in Ohio è ancora più significativa poiché nessun candidato democratico che abbia perso le primarie in questo stato è mai stato eletto presidente degli USA.

Si è votato anche in due stati minori come il Rhode Island e in Vermont che sono stati conquistati rispettivamente da Obama e da Hillary.
Il numero di delegati forniti da questi stati è però esiguo e quindi il loro risultato non influenza molto la tornata elettorale che può essere catalogata come una grande vittoria per l'ex First Lady.

Secondo i dati del NY Times Obama ha ora 1311 delegati contro i 1211 della Clinton, un vantaggio che potrebbe apparire esiguo, ma che costringe Hillary a vincere in molti stati in cui appare chiaramente sfavorita.

La cosa certa, come ho già ricordato, è che nessuno dei due contendenti riuscirà ad ottenere i 2025 delegati necessari per la certezza della vittoria.
La sfida rimane dunque aperta ed emozionante e lo sarà fino alla convention di Denver.

In casa repubblicana invece, McCain ha raggiunto la matematica certezza della nomination ed anche il suo sfidante, il pastore Huckabee, ha dovuto ammettere la sconfitta e garantire il suo appoggio allo sfidante repubblicano nella corsa alla Casa Bianca di novembre.