27 novembre 2008

Islam e dignità della Donna.

Ricevendo la mailing list di Paolo Mantellini, un professore in pensione conosciuto nel mio ultimo viaggio in Israele, trovo spesso degli spunti piccanti e politicamente scorretti sull'Islam e le sue contraddizioni, ovvero sul rapporto, forse inconciliabile, tra l'Islam e la modernità, soprattutto quando si tratta del ruolo della donna nella società.

E' pur vero che anche la religione cristiana discrimina di fatto le donne, ma fortunatamente nell'Occidente si sono creati degli stati laici in cui la donna si è emancipata a tal punto da poter ricoprire qualsiasi carica di responsabilità e da avere una libertà pressoché assoluta negli usi e nei costumi.

Da questo punto di vista anche lo Stato di Israele è abbastanza dicotomico in quanto la religione ebraica discrimina la donna (emblematico è il Muro del Pianto, dove donne ed uomini sono separati e le donne sono relegate ad uno spicchio insignificante), mentre lo Stato garantisce pari diritti e doveri.

Tutto questo non succede nell'Islam dove si sta tornando, quasi ovunque, verso regimi confessionali ed il ruolo della donna viene sempre più umiliato.

Vediamo dunque come risponde un musulmano ad una foto con titolo spiritoso ed ironico di una bagnina islamica:

BURQINI


La risposta islamica:

Non è l'Islàm che si "modernizza", dato che l'islàm, essendo eterno, è , oggettivamente, moderno in ogni epoca!!!!!! E' la signorina, di cui alla foto, che si è " modernizzata" in senso soggettivo (leggi: fuoriuscita dall'Islàm), immettendosi in un' attività, quella della bagnina, che non trova riscontro nel concetto di dignità muliebre delineata dal Creatore, il Quale (avendo dato regole di esistenza a tutto ciò che ha creato) ha dettato anche un codice d'abbigliamento islamico per la donna MUSULMANA, la quale sa che nessuna creatura umana può dare della DIGNITA' MULIEBRE un concetto più alto di quello dato dal Creatore. Ma tu sai che il Creatore ha dato alla creatura umana solo il LIBERO ARBITRIO per la scelta della via che conduce all'inferno, mentre per la via che porta al Paradiso non c'è libera scelta e l'ISLAM è la scelta obbligata. Meglio sottomettersi al suggerimento del Creatore che seguire quello della creatura. E concludo parafrasando il Corano: " La dritta te l'ho data per la salvezza dal fuoco, però sei libero di non seguirla, grazie al fatto che sei stato dotato ( dal tuo Creatore) di libero arbitrio per le scelte diverse.

Non servirebbe neanche commentare un tale pezzo di assoluta idiozia, in cui si vorrebe spiegare che fare la bagnina conduce la donna all'Inferno!

Per quel che mi riguarda sono sempre più attonito di fronte a queste derive religiose; sono contento di vivere in uno Stato laico e combatterò per difenderne la laicità, soprattutto da gente di questo tipo, siano essi idioti musulmani, cristiani o di qualsiasi altra religione terrestre.

24 novembre 2008

I Migliori Video della Nostra Vita (#2)

Ecco un'altra chicca trovata su YouTube che vale la pena di essere pubblicata.
Ci racconta in maniera impeccabile il sabato sera di una qualsiasi comunità tedesca.
In pratica suonano, magnano, ma soprattutto bevono e si divertono in maniera alquanto grottesca e macabra.
Da notare le bretelle arancioni del tipo che cerca in tutti i modi di scolarsi una grappa, la pianola tascabile del protagonista e l'eccitantissimo balletto finale.
Il ritmo travolgente e la melodia dello xilofono deliziano impagabilmente il nostro udito.
Tedeschi: se non ci fossero, bisognerebbe inventarli!


22 novembre 2008

Lo Statalismo Non è la Risposta!

L'attuale crisi finanziaria mondiale, ha messo a nudo i problemi del capitalismo moderno ed i limiti del "Mercato" soprattutto nel trovare endogenamente le risposte alle proprie degenerazioni.
In questo contesto, ad una situazione seria e grave, si tende a dare una risposta assolutamente sbagliata ed inefficace che, nel lungo periodo, darà più problemi di quelli che intende risolvere, in particolar modo in Italia.
Da un po' di tempo, in tutto il mondo occidentale si sta parlando di "Statalismo", ovvero del ritorno in prima persona dello Stato nella economia, sia come regolatore, sia come attore economico.
Il piano Poulson è stato emblematico da questo punto di vista: lo Stato americano, per salvare il sistema finanziario, ha acquisito con i soldi dei contribuenti la proprietà delle maggiori banche ed assicurazioni degli Stati Uniti, le quali, negli scorsi anni, avevano contribuito in maniera rilevante alla crescita del PIL americano con i loro grandi profitti.
Si è dunque instaurata la convinzione che il Mercato va bene quando si tratta di creare ricchezza, mentre lo Stato deve intervenire per coprire le perdite e le lacune del sistema (esattamente quello che è avvenuto in Italia nella vicenda Alitalia)!
In America sono stati i repubblicani più conservatori a criticare il piano Poulson perché vi si intravedevano gli estremi di una deriva bolscevica. Un rappresentante della Georgia, Paul Broun, ha definito senza mezzi termini il piano Poulson "una grossa merda di vacca con un dolcetto in mezzo" ed alla prima votazione il piano è stato respinto con ben 133 voti contrari tra le fila repubblicane, che dovrebbero sostenere l'amministrazione Bush.
Obama ha già dichiarato che, appena diventato presidente, concederà degli incentivi alla grande industria americana dell'automobile, la quale però, bisogna ricordarlo, non è in crisi solo congiunturale, ma naviga in cattive acque da decine di anni, a causa di errori macroscopici nel management, i quali hanno portato ad un costo orario del lavoro che in GM è quasi il doppio rispetto alla Toyota, azienda giapponese che produce auto direttamente sul suolo americano (70$ a 40$).
Viene da chiedersi se degli aiuti statali possano veramente aiutare in questo contesto o se si configurino solo come un tampone in una falla che giocoforza tende ad ingrandirsi.
In Inghilterra Gordon Brown ha agito nello stesso identico modo, nazionalizzando alcune grandi banche in difficoltà e preparandosi ad aiutare altri settori produttivi.
In Italia sia la sinistra, che è sempre stata statalista, sia la destra sembrano voler imboccare con decisione la via del ritorno all'ingerenza statale nel mercato.
Per la sinistra italiana, come già ricordato, questa non è affatto una novità, poiché ha sempre considerato il pubblico impiego come un centro di assunzione indiscriminata di tutti coloro che non riuscivano a trovare lavoro altrove, creando così il mito del "posto statale", fisso, senza controlli, senza possibilità di licenziamento, in cui si può fare tutto ed il contrario di tutto perché, una volta ottenuto, non si deve rendere conto a nessuno, basta votare nel "modo giusto" alle elezioni.
Purtroppo la sinistra italiana, od almeno quella riformista, non è mai riuscita a fare un deciso passo avanti in questo senso e si ostina a combattere battaglie di pura retroguardia. Se guardiamo invece alle sinistre di successo, possiamo chiaramente notare che dalla Gran Bretagna all'Australia, c'è stata una svolta nelle politiche a favore del mercato e degli scambi che hanno promosso una forte crescita delle suddette nazioni.
Per quel che riguarda la destra italiana, si può affermare senza tema di smentita che Berlusconi non è né liberale, né liberista, ma si è dimostrato un mero populista, una banderuola che gira a seconda del vento sempre in cerca del consenso.
Fino a poco tempo addietro, il Cavaliere e la sua banda si dichiaravano a favore del libero mercato ed accaniti sostenitori della deregulation, oggi sono diventati tutti statalisti ed assertori dell'intervento dello Stato nell'economia e nella regolamentazione del mercato. Una vera rivoluzione copernicana!
Ma torniamo al tema principale: perché noi italiani non possiamo permetterci di tornare statalisti?
  • In primis perché solo gli stati che si sono sviluppati in maniera virtuosa in tempi di vacche grasse, oggi possono permettersi di spendere soldi pubblici per reagire alla crisi. Noi italiani purtroppo abbiamo attuato una politica viziosa che ha finanziato lo sviluppo con il debito pubblico tanto che, ad oggi, ci ritroviamo con uno dei debiti pubblici più alti al mondo. Chi dobbiamo ringraziare per questa situazione? Quasi tutti i governi repubblicani, ma in particolare gli anni d'oro della "Milano da Bere" della buonanima di Bettino Craxi, i cui collaboratori, Brunetta su tutti, oggi danno lezioni di liberismo e provano a convincerci di essere i castigatori di un sistema che proprio loro hanno contribuito a creare!
  • Il Debito Pubblico è dunque la nostra vera palla al piede, sia perché ci costa uno sproposito in interessi, sia perché ci ricorda il fallimento italiano delle politiche neo-keynesiane, che sono spesso degenerate in carrozzoni costosissimi ed inefficaci come la famigerata Cassa per il Mezzogiorno. Queste politiche, soprattutto al Sud, hanno creato un sistema clientelare e parassitario, che ha tagliato le gambe all'imprenditoria. Una imprenditoria sempre costretta a fare i conti con le mafie e con il sistema delle tangenti ai politici. Il risultato è evidente e sconcertante: hanno fatto più passi in avanti i tedeschi dell'Est in meno di 20 anni di riunificazione che i meridionali in 150 anni!
  • In più ci sono delle mere ragioni finanziare che non permettono, in un momento di crisi, di usare soldi pubblici. La crisi economica ha fatto calare in maniera rilevante le entrate statali: 1) il gettito IVA sta calando a causa della crisi dei consumi. 2) la diminuzione del prezzo della benzina fa diminuire le entrate che sono proporzionali al prezzo stesso. 3) con la crisi economica si prospettano numerosi licenziamenti che avranno come conseguenza la diminuzione del gettito IRPEF e l'aumento dei costi per gli ammortizzatori sociali come gli assegni di disoccupazione e la cassa integrazione. Ci si chiede come si farà a trovare soldi statali in una situazione in cui diminuiscono le entrate dell'erario ed, al contempo, aumentano le spese? L'unica soluzione è quella di aumentare ancora la pressione fiscale, aggravando ulteriormente la crisi economica.

Per questi motivi, sembra veramente impensabile ritornare a chiedere ulteriore spesa pubblica per dare fiato all'economia. Questo dovrebbero capirlo in primo luogo gli esponenti della sinistra che vedrebbero tartassati ancora una volta i loro ceti di riferimento, mentre dovrebbe, e uso volutamente il condizionale, essere scontato per una destra moderna.

Il problema è che in Italia la sinistra è guidata da un branco di incapaci, mentre la destra è una accozzaglia di populisti che invece di ricercare il rinnovamento si volgono indietro al ventennio fascista per trovare le risposte alla crisi attuale!

Finita l'analisi è giunto il tempo di dare qualche risposta ed io voglio andare in contro-tendenza: già, mentre tutti parlano di ritorno dello Stato, io propongo una vera e propria ricetta liberista!

In Italia la pubblica amministrazione è molto sovradimensionata, inefficiente e costa troppo ai contribuenti. Partiamo da qui!

Meno assunzioni e meno turn-over, riforma dei contratti del pubblico impiego per renderli più simili a quelli del settore privato e per incentivare l'efficienza, assunzioni basate sul merito e non sul tempo di attesa in code interminabili, razionalizzazione delle pubbliche amministrazioni e deburocratizzazione del sistema, eliminazione degli ordini di categoria, abolizione degli enti inutili, snellimento del sistema politico centrale e periferico, responsabilizzazione dei centri di spesa.

Queste riforme liberebbero una gran quantità di risorse che potrebbero essere usate per diminuire la pressione fiscale, per finanziare le infrastrutture necessarie allo sviluppo del nostro paese e per ridare fiato ad una economia che da troppo tempo è orientata verso il declino!

19 novembre 2008

Home Sweet Home!



Dopo sei giorni di ricovero all'ospedale di Torrette di Ancona, Gaspatcho è finalmente tornato a casa ed al blog!

Un crociato in più, un menisco in meno, ma sempre il solito (nel bene e nel male) Gaspatcho!

10 novembre 2008

Nostalgia del Fascismo

Recentemente si è verificato in Italia un ritorno in auge dei nostalgici del bel ventennio della "buonanima" di Benito Mussolini.

Tremonti, il ministro dell'economia, ha chiaramente affermato di condividere gli ideali del Duce sia dal punto di vista politico, Dio-Patria-Famiglia, sia da quello economico, Italianità-Statalismo.

Ci sono stati diversi episodi simil-squadristi con irruzioni a RAI3, scritte intimidatorie sulle auto di alcuni giornalisti, picchiatori in Piazza Navona, ecc...

In più un noto calciatore del Milan, Christian Abbiati, ha espresso apertamente la sua fede fascista e la sua nostalgia per il buon regime mussoliniano.

Non si può certo negare che questo afflato nostalgico non abbia ragion d'essere e ve lo dimostrerò con queste foto d'epoca!


Sostenitori di Obama


I Primi BOT

Libertà politica assoluta


Promesse sempre mantenute

Treni sempre in orario


Luoghi di ritrovo confortevoli


Luoghi di culto sempre aperti


La Bella Milano




L'opposizione silenziosa


I numerosi turisti inglesi in Sicilia


Treni sempre in orario 2


Efficaci prodotti dell'era fascista



Soldati italiani prima della battaglia


Soldati italiani dopo la battaglia


Centri sociali


Turisti Americani


La bella abbazia di Cassino


Il Duce accolto a Milano con tutti gli onori



Come si fa a non essere nostalgici del periodo fascista?

09 novembre 2008

Rissa a Gerusalemme: Se Questi Sono Cristiani...


A volte penso che certa gente, pur vestendo la tonaca da monaco ed avendo studiato teologia, non abbia letto il Vangelo o, se l'ha letto, non l'ha capito.

All'indomani del mio viaggio in Terra Santa avevo scritto un articolo sulla "Gabbia del Cristianesimo" ovvero il Santo Sepolcro.

Un luogo in cui l'ideale cristiano di fratellanza si infrange sugli scogli della divisione tra le varie anime del cristianesimo.

Un luogo dove l'ecumenismo professato a parole dai capi religiosi, cede il passo alla divisione proprio nel punto in cui le varie confessioni vengono a stretto contatto.

In definitiva si dovrebbero vergognare di definirsi "Cristiani"!

Che tristezza infinita!

03 novembre 2008

I Have A Dream!


OBAMA PRESIDENTE
A 40 anni dalla morte di Martin Luther King, il suo sogno potrebbe avverarsi!
Dopo 8 anni di "Ciclone Bush", nettamente più devastante di Gustav e Katrina, gli USA ed il mondo intero non hanno bisogno di un nuovo comandante in capo, ma di un vero presidente che pensi a governare invece che a combattere.
Un uomo che risolva i reali problemi degli americani che, di riflesso, influenzano anche noi europei, come ampliamente dimostrato dalla recente crisi finanziaria.
Un uomo che non pensi solo a creare ricchezza, ma che pensi anche a come è distibuita questa ricchezza e che poi non debba usare i soldi dei contribuenti per coprire i buchi creati dai super ricchi (liberismo per i profitti, socialismo per le perdite).
I sondaggi danno in testa Obama anche in stati tradizionalmente repubblicani e negli stati chiave come Ohio, Florida e Pennsylvania, ma i sondaggi davano in testa JF Kerry anche nel 2004.
Chissà come influirà l'effetto razziale in un paese in cui la Casa Bianca non è chiamata così solo per il colore della vernice, ma anche per la pelle di tutti i suoi inquilini.
La speranza è grande, ma ci crederò solo quando saranno rivelati i risultati.
FORZA OBAMA, FORZA AMERICA

01 novembre 2008

The Best Video Ever!

Gaspatcho è lieto di presentarvi il miglior video musicale della storia, irraggiungibile!
  • Migliore Coreografia
  • Migliori Costumi
  • Migliore Fotografia
  • Migliori Effetti Speciali
  • Migliore Acconciatura del Protagonista
  • Migliori Risvolti dei Calzoni
Eccolo in esclusiva:




Scusate, ma da quando l'ho visto non riesco più a smettere di ridere!!!!

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