21 giugno 2009

Senigallia SI Complanare: le Reazioni

Non è passata neanche una settimana da quando ho creato il gruppo di Facebook "Senigallia SI Complanare" e non posso che essere soddisfatto sia per le numerose adesioni (279 utenti al 21/6), sia per il dibattito che si è acceso intorno al gruppo, nonostante i toni abbiano spesso esagerato la portata della mia iniziativa.

Le prime polemiche sono arrivate per i numeri: la Piaga di Velluto ci prende in giro perché ci mancano circa 5 milioni di adesioni per raggiungere l'unanimità degli utenti Facebook italiani (che sono appunto 5 milioni).
Kit Carson, un blogger senigalliese che si ispira al celebre compagno di Tex Willer, ritiene che 200 iscritti "non rappresentino un fronte così folto" introducendo con il termine "fronte" le prime avvisaglie del tenore bellico dei commenti, come se i 200 iscritti al gruppo fossero pronti ad imbracciare il fucile ed a scavare le trincee...
Il Messaggero del 16 giugno già citava il gruppo quando ancora vi erano 12 iscritti, mentre Vivere Senigallia parlava di 87 iscritti in 48 ore.

Pochi o tanti a me interessa relativamente, mi interessa il fatto che a Senigallia ci siano delle persone favorevoli al progetto della complanare con il diritto di esprimere la loro opinione almeno quanto quelli che la pensano in maniera diametralmente opposta.

Evidentemente però non tutti concordano con me sulla possibilità di manifestare apertamente e civilmente le proprie convinzioni e le reazioni di alcuni blogger e di vari utenti del web ne sono la conferma.

In realtà con alcune persone come Quilly si possono intraprendere discussioni interessanti e costruttive anche partendo da punti di vista opposti, mentre altri iniziano i loro commenti con frasi del tipo: "Allora....... vi ringrazierei se prima di dire certe fesserie vi informaste un pochino!".
Certo dare dell'ignorante all'interlocutore alla prima frase, non mi sembra un buon modo per avviare un dialogo, ma dimostra la spocchia di chi crede di detenere la Verità assoluta.

Kit Carson, dal suo blog Sinistrati, cerca di convincerci che "chi è coinvolto in un fatto di cronaca, non lo può raccontare e nemmeno scrivere".
Il riferimento è a Michele Pinto, uno degli aderenti a Senigallia SI Complanare, ed al suo articolo apparso su Vivere Senigallia.
Secondo il pistolero:

Nel nostro caso invece, chi ha scritto l’articolo, aveva aderito al gruppo e quindi non poteva poi descriverne la storia, appellandosi al diritto di cronaca. Ma v’è di più: tra le righe, intravediamo una certa gaiezza, quasi come si raccontasse la vittoria della propria squadra di calcio o una gita con la propria amata.

In pratica si vuole sostenere che Pinto non può scrivere sul SUO giornale perché:
Se partecipo ad una manifestazione politica. Prendo uno striscione e do una mano agli organizzatori. Il racconto che ne consegue, sia esso inserito sul blog personale, o sul giornale del partito, NON rientra secondo me nel diritto di cronaca: sì è di parte – sì è la causa e l’effetto.
partecipo ad una semplice manifestazione, come reporter. Faccio foto, intervisto. Se il resoconto viene pubblicato su un organo di partito o su un blog politico, sì è sempre nell’ambito della militanza. Se il giornale fosse apolitico, rientreremmo nel campo della pura cronaca.


Quindi, seguendo questo ragionamento, i giornalisti che partecipano agli scontri di piazza a Teheran, non potrebbero raccontarli perché sono parte in causa!
Ma le braccia mi sono cadute quando ho sentito parlare di "giornali apolitici" come se esistessero dei resoconti puramente oggettivi e come se ogni giornalista non filtrasse la cronaca tramite le sue idee personali.

Il giornale oggettivo è una mera utopia! A me basterebbe che l'informazione non ci raccontasse cose platealmente false come è successo a Studio Aperto quando ci ha informato che Berlsuconi è stato "assolto nel processo Mills" (dove non era neanche imputato a causa del Lodo Alfano).



Altre reazioni hanno avuto dei toni apocalittici, come se la costruzione di una strada segnasse la fine del mondo od addirittura dell'universo!

La più dura ed inaspettata è venuta però dalla "Piaga di Velluto" da cui sono stato accusato addirittura di avere iniziato una "guerra tra poveri".

In realtà la mia intenzione non è affatto quella di fare la guerra col comitato NO Complanare e non ho istituito né comitati di quartiere, né ronde padane armate di manganello.

Sono stato in silenzio per diversi mesi, ascoltando le proteste ed assistendo alle manifestazioni dei contrari e, ad un certo punto, mi sono stancato di sentire una sola voce ed ho voluto constatare se a Senigallia vi fossero anche persone favorevoli alla realizzazione di questo progetto.

Un progetto che potrà non essere perfetto, ma che, dal mio punto di vista, rappresenta un miglioramento complessivo della città e permetterà in futuro di gestire il traffico cittadino in maniera più razionale.

Potrò anche sbagliarmi, ma rivendico il diritto di esprimere liberamente la mia opinione senza per questo dover essere schedato come un pericoloso guerrafondaio!

PS. Ho linkato tutti gli articoli citati in modo tale che tutti possano farsi liberamente la loro idea.

08 giugno 2009

Europee 2009: in Italia Vincono l'Estrema Destra e l'Astensionismo.


Dai dati emersi da queste elezioni europee, si possono trarre due conclusioni fondamentali:
  1. Vince il partito astensionista che supera il 35% degli elettori (contando anche le schede bianche e nulle), attestandosi ai livelli del PDL. Nei vari dibattiti televisivi si è discusso molto di questo risultato, ma le risposte fornite dai vari commentatori non mi hanno convinto appieno. La vera spiegazione dell'astensionismo sta nel fatto che nessun elettore capiva per cosa stava votando! Nessun partito, o quasi, ha spiegato cosa avrebbe fatto in Europa, ma ci si è accapigliati su temi futili e si è dato alle elezioni europee il valore di un sondaggio sull'operato del governo e dell'opposizione. Per questa ragione gli animi degli elettori non si sono scaldati più di tanto e neanche il brutto tempo li ha persuasi a recarsi in massa alle urne.
  2. Vince l'estrema destra. No, non parlo dei fascisti dichiarati, come Forza Nuova o la Fiamma Tricolore, partiti residuali, ma parlo della Lega Nord, che è riuscita a stravincere al Nord ed a sfondare anche al centro Italia con un programma tecnicamente xenofobo e fascista. Un programma che, in tempo di crisi, ha individuato il capro espiatorio dei problemi italiani nell'immigrazione. I punti forti e chiari del partito leghista, ovvero la lotta all'immigrazione, la sicurezza (anche tramite le ronde padane), l'islamofobia ed il No all'entrata della Turchia nell'Unione, hanno centrato l'obbiettivo ed attirato il consenso verso il carroccio.

Il PDL ha sostanzialmente fallito il traguardo che Berlusconi aveva posto al 40%, ma è comunque il primo partito italiano ed ha tenuto nonostante le ultime traversie del suo leader, il quale, con i suoi rapporti con Noemi, i voli di stato per i suoi amichetti, le orge a villa Certosa e la corruzione nel caso Mills, ha forse smarrito il tocco di Re Mida.

Il PD ha ottenuto un risultato pessimo, perdendo oltre 6 punti rispetto alle politiche del 2008, dando l'impressione di non avere nessuna identità politica e nessuna proposta forte per attirare l'elettorato. Franceschini ha cercato di dare una svolta rispetto all'apatia veltroniana, ma se non si darà un substrato politico chiaro, la gente continuerà a snobbare il Partito Democratico. Chi sa dire cos'è il PD oggi? E' un partito statalista o liberale, laico o catto-clericale? Quali sono i suoi valori e le sue proposte? Ce lo facciano sapere prima di arrivare allo 0%.

L'Italia dei Valori ha fatto la scelta opposta a quella del PD, qualificandosi su valori concreti come la difesa della legalità e sull'opposizione dura e senza sconti all'operato di Berlusconi e per questo ha ottenuto un ottimo risultato sfiorando quasi l'otto per cento.

I comunisti vanno verso l'estinzione politica pur avendo un bacino di elettorato che si attesta sul 7%. Ormai ci sono quasi più partiti comunisti che comunisti ed un certa vocazione masochista ha portato all'esclusione della sinistra radicale italiana anche dal parlamento europeo, dopo che il distacco forzato dal PD li aveva esculsi da quello nazionale. Se la sinistra radicale lasciasse perdere i simboli superati del novecento e cercasse una via moderna al socialismo, puntando su facce nuove, forse avrebbe dei risultati migliori!

L'unico partito veramente laico e liberale nel panorama politico nazionale, ovvero i Radicali di Pannella e della Bonino, non vanno oltre il 2,4%, mentre i partiti liberali europei hanno avuto tutti una buona affermazione. Anche qui si potrebbe parlare di rinnovamento almeno dell'immagine, mettendo da parte i ferri vecchi come Pannella e puntando più sul futuro che sul passato.

Un'altra valutazione riguarda i Verdi. In tutta Europa i partiti ecologisti hanno ottenuto un ottimo risultato, tanto che in Francia hanno sfiorato il 15% ed in Germania sono intorno al 10%. In Italia, purtroppo, i Verdi sono tutto tranne che ecologisti ed infatti si alleano costantemente con i partitini comunisti, alienandosi le simpatie degli ambientalisti moderati, i quali potrebbero rappresentare un bacino elettorale molto ampio!

In definitiva l'Europa sembra svoltare a destra, a causa delle paure portate dai venti della crisi economica ed il successo dei partiti euroscettici o nazionalisti fa presupporre che l'Unione debba rafforzarsi a livello politico se non vuole diventare un'accozzaglia di nazioni unite solamente dall'interesse economico.

06 giugno 2009

Il Nuovo Logo del PDL!

Viste le eccezionali performance del nostro premier a villa Certosa, abbiamo scoperto il nuovo logo del PDL!

Eccolo in esclusiva mondiale per i nostri lettori:

01 giugno 2009

Cronache Inglesi, Cap. II: Newcastle, Durham, Hadrian's Wall.

La nostra avventura inglese inizia all'aeroporto di Newcastle alle 22:30 del 24 aprile, dopo 3 ore e mezza di viaggio da Roma Ciampino.
Il primo problema a presentarsi è quello di riuscire a prendere l'ultima corsa della metropolitana che parte alle 23, ma, fortunatamente, il nostro è l'ultimo volo atterrato in serata e dunque i controlli sono rapidi e lo è anche il ritiro dei bagagli.
Alle 22:55 siamo davanti alla macchinetta dei biglietti, ma a causa della cocciutaggine inglese nel tenersi la Sterlina, ci tocca trovare un bancomat per cambiare l'amato Euro in valuta isolana.
Riusciamo comunque ad acciuffare la metro che in una mezz'oretta (cosa impensabile per gli standard italiani) ci porta a Jesmond Road, proprio la via del nostro ostello.

Grazie alla mappa stampata in precedenza da Carlino, troviamo facilmente il numero 107 dove ci accoglie un gentile signore, che comincia a chiamarmi Franco.
Il problema è che io mi chiamo Francesco e gli altri miei nomi di battesimo sono Giorgio e Stefano; Franco è una novità che accetto senza problemi perché l'importante è capirsi.
Adempiute le formalità burocratiche e fatta la tessera della YHA (costa 10 L), saliamo verso la camerata su una scalinata in legno molto stretta e non esattamente comoda per chi trasporta una valigia di 15 Kg.

Abbandonati i bagagli, decidiamo di uscire per cercare qualcosa da mangiare, ma Jesmond Road a mezzanotte è deserta come il lungomare di Senigallia a gennaio e ci tocca camminare parecchio prima di trovare un ristorante indiano aperto 24h su 24, che ci serve una porzione di chips da circa un Kg, grondanti d'olio e condite con dei chiodi di garofano (o almeno speriamo siano chiodi di garofano!).

La camminata di ritorno ci serve per smaltire l'olio delle patatine, ma appena arrivati troviamo la prima sorpresa: nella camerata c'è solo un altro avventore oltre a noi; un vecchio scozzese che dorme nudo in maniera non troppo elegante.
Io prendo immediatamente la decisione di dormire con due paia di mutande ed un paio di calzoni perché prevenire è meglio che curare!

Forrest Gump direbbe che gli ostelli sono come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti capita!
In effetti nel mio ultimo viaggio a Londra ho dormito insieme a tre spagnole e quindi il jolly l'avevo già giocato e la sorte doveva per forza girare.
Fortunatamente lo scozzese è solamente maleducato e quindi al risveglio scopriamo di non aver perso la nostra verginità rettale.

Dopo una lauta colazione, consumata davanti ad un altro vecchietto scaccoloso che ingurgitava tazze di cereali innaffiate con due gocce di latte, ansimando come un maratoneta dopo 40 Km di corsa, ci incamminiamo verso il centro città.

Da Jesmond Road servono circa 30 minuti per raggiungere a piedi la stazione centrale, passando per una zona molto moderna che dovrebbe essere il quartiere universitario.
In meno di mezz'ora di treno raggiungiamo la nostra prima meta:


DURHAM (*****)

Il centro storico di Durham è situato in una penisola collinare circondata dal fiume Wear e da un bosco lussurreggiante.
Agli antichi colonizzatori, deve essere sembrato un posto ideale per allestire le difese contro le tribù celtiche provenienti dalla Scozia.

Il borgo medievale è molto suggestivo e ben curato, ma le vere attrazioni sono la cattedrale, dichiarata patrimonio dell'UNESCO nel 1986, ed il castello, oggi sede dell'università più prestigiosa della città.

La cattedrale di San Cutberto è uno degli esempi più antichi di architettura anglo-normanna ed all'interno si può notare il passaggio dallo stile romanico ai primi vagiti del gotico.


Interessanti sono le decorazioni geometriche delle colonne, la Galilee Chapel con la tomba del Venerabile Beda (l'autore dell' Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum), la tomba di San Cuthbert, a cui è dedicata la chiesa, e l'altare maggiore dietro al Neville Screen.
Purtroppo non ho foto perché in questa chiesa erano vietate.

Dalla torre del campanile, saliti i 325 claustrofobici gradini, si può godere di una bellissima vista dall'alto della città.

Dopo la cattedrale ci rechiamo al vicino castello, dove una giovane togata ci guida nella visita a quello che ora è il suo college.

La ragazza è preparata e loquace, ma le sue battute mi lasciano alquanto perplesso e chiedo a Carlino se il problema sia che io non capisco la lingua o che lo humor della fanciulla lasci a desiderare.

Stabiliamo che la colpa è dell'umorismo inglese e decidiamo di unirci forzatamente alle risate di gruppo per non turbare il clima idilliaco della visita.

Terminata la visita al castello, ci dirigiamo verso Sud e seguiamo la passeggiata lungo il fiume per goderci la splendida vista dal basso della cattedrale.


Verso le 16 uno scroscio improvviso di pioggia ci costringe a ritornare alla stazione ed a fare ritorno a Newcastle.


NEWCASTLE UPON TYNE (***)

Castelnuovo sul Tino è una città moderna ed il passaggio tra il borgo medievale di Durham e i ponti sul Tyne ci lascia alquanto sconcertati.

In effetti la maggiore attrazione architettonica della città sono proprio i ponti, tra cui spiccano il Tyne Bridge, molto simile e contemporaneo a quello costruito sulla baia di Sydney,



ed il Millennium Bridge, ponte pedonale con la sua originale apertura a "palpebra".



Degno di nota è anche il Gateshead Sage, che si staglia con la sua silhouette da lombrico sulla riva meridionale del fiume.

Delle sculture moderne e alquanto kitsch sono sparpagliate in ogni angolo della città, conferendole un tocco di originalità e di cattivo gusto.

Quello che mi ha impressionato di più di Newcastle è la vivacità della gente: alle 19 di sabato i giovani sono già tutti radunati nei locali del centro a bere birra ed a fare baldoria, vestiti con uno stile che rispecchia il resto della città, ovvero originale ma kitsch.

Per gli amanti della movida notturna, Newcastle dev'essere un vero sballo, mentre noi turisti nerd ci tiriamo fuori dalla calca e torniamo all'ostello abbastanza presto.

Dilaniato dai morsi della fame, mi avvicino ad un distributore di merendine dove trovo una vera chicca: lo Yorkie, ovvero il primo snack sessista!



Dopo essermi gustato il cioccolato per soli maschi obesi, me ne vado a letto prendendo le consuete precauzioni contro il vecchio scozzese.

La mattina seguente è proprio lo spudorato celtico a svegliarci verso le sei di mattina, facendo un baccano insopportabile con le sue bustine di plastica, fin quando un altro avventore lo redarguisce con male parole e lo invita gentilmente a togliersi dai maroni as soon as possible.

Alle 7 e mezza scendiamo a fare colazione, cercando di evitare lo scaccoloso ansimante della mattina precedente, e partiamo in direzione della stazione degli autobus di Gallowgate per andare al Vallo di Adriano.

Bene, arrivati nel luogo esatto indicato dalla Lonely Planet, notiamo che non c'è alcuna stazione degli autobus e quindi giriamo per mezza giornata tra lo stadio, la Chinatown e le mura cittadine alla ricerca di questa fottuta Gallowgate Station.

Ad un certo punto ci rendiamo conto che la suddetta stazione esiste solo nella malata fantasia dei redattori della Lonely e quindi chiediamo informazioni ad un gentile passante, il quale ci indica di andare a Eldon Square.

Un ragazzo ci suggerisce di prendere un autobus per Hexham e poi prendere la linea per il Vallo e noi seguiamo il suo consiglio.


HEXHAM (***)

Hexham ha il fascino dell'inaspettato; ci siamo capitati per puro caso, ma fortunatamente la cittadina merita di essere visitata soprattutto per la sua magnifica cattedrale.

La linea di bus per il Vallo parte dalla stazione ferroviaria e certamente non potete sbagliare visto che i pulmini sono decorati con vistose scritte ed immagini.


HADRIAN'S WALL (*****)

Decidiamo di fare solo una piccola passeggiata da Once Brewed fino al sicomoro reso famoso dal film "Robin Hood" con Kevin Kostner e Morgan Freeman.

Al nostro arrivo il clima non è certo dei migliori, con dei nuvoloni carichi di pioggia all'orizzonte ed un vento freddo che spazza la spoglia campagna intorno al muro, non più imponente come un tempo, che si innalza per un metro o poco più dal terreno.

La camminata non è molto agevole poiché è necessario scalare degli speroni rocciosi, ma il panorama è impareggiabile e la vista di un gruppo di giovani baghine ci sprona a camminare speditamente verso l'agognato sicomoro.

Dopo innumerevoli salite e discese arriviamo finalmente al Sycamore Gap, dove le baghine stanno facendo una sessione fotografica completa che sembra poter durare per ore.

Decidiamo dunque di procedere per un altro breve tratto, ma poi torniamo sui nostri passi a causa del freddo, della paura della pioggia e dello scarso tempo a nostra disposizione.

In effetti in sole due ore siamo arrivati al sicomoro e siamo tornati passando anche per il forte 39, ovvero la torre meglio conservata dell'intero Vallo.

La passeggiata è meravigliosa soprattutto per i panorami che si possono osservare e meriterebbe sicuramente più tempo di quello che le abbiamo dedicato, ma purtroppo abbiamo un appuntamento improrogabile ad Hexham con un treno che parte per Middlesbrough.

Finisce così la prima parte del viaggio, con il dynamic-duo Gasparetti-Paternoster diretti verso Whitby, la città di Dracula!

Ma di questo parleremo nel capitolo III, se mai ci sarà un capitolo III!