27 giugno 2008

Milano-New York sola andata!


Nella notte si è svolto il draft 2008 della NBA, la lega professionistica americana di basket.

E' stato scelto il terzo italiano in tre anni: dopo Bargnani, prima scelta assoluta nel 2006, e Belinelli, al 18 nel 2007, è Danilo Gallinari, classe 1988, a varcare l'oceano per aggregarsi alla squadra dei New York Knicks nella città più italiana d'America.

Gallinari si aggrega ad una squadra storica, ma che negli ultimi anni, sotto la guida di Isiah Thomas ha toccato il fondo nei ratings NBA e non arriva ai play-offs da più di un lustro.

Quest'anno i Knicks stanno cercando di invertire la rotta con un nuovo general manager, Donnie Walsh, con un nuovo allenatore, Mike D'Antoni, già compagno del padre di Gallinari ai tempi di Milano, e con la 6a scelta assoluta, il nostro wonder-boy, Danilo Gallinari.

Danilo, dato per 6 piedi e 11, giocherà come ala e D'Antoni di lui dice: "tira bene da 3 punti, corre, passa e gestisce la palla bene, speriamo che qualcuno gli insegni anche a difendere".

La speranza è anche la nostra, ma conoscendo il grande carattere del "Gallo", non dubitiamo sulle sue possibilità di ottenere un ruolo di primo piano anche nel basket d'oltre-oceano.

I newyorkesi hanno fischiato la scelta di Gallinari, perché preferivano giocatori più conosciuti del torneo NCAA, ma D'Antoni ha affermato che questo non è assolutamente un problema. Lo sarà solo se i fischi perdureranno anche all'inizio del prossimo anno.

A noi italiani non resta che fare il tifo per Danilo e per i New York Knicks di Mike D'Antoni!


26 giugno 2008

Armando Pierucci: monaco della pace o ciarlatano?


Prima di intraprendere la visita della Terra Santa non avevo mai sentito parlare del "monaco della pace" ovvero Armando Pierucci.
In un articolo su Popinga, Enrico Filonzi ne ha delineato brevemente il curriculum vitae che l'ha portato al premio di marchigiano dell'anno ed a ritenerlo degno addirittura del premio Nobel.
Secondo la biografia di Filonzi, Armando Pierucci è un frate francescano settantenne, nato a Maiolati e residente in terra santa da più di 20 anni.
E' l'organista ufficiale del Santo Sepolcro e della chiesa della Natività di Betlemme.
Diplomato al conservatorio di Pesaro è considerato uno dei maggiori organisti viventi.
La sua fama recente deriva dalla scuola musicale del Magnificat, da lui creata ben 15 anni addietro, allo scopo di trovare dei successori per quando padre Armando sarà costretto a ritirarsi dalla sua attività.
La suddetta scuola è situata nei sotterranei del convento francescano nel bel mezzo della città vecchia di Gerusalemme, in locali umidi ed angusti, dove studiano bambini cristiani, ebrei e palestinesi.
Secondo Filonzi si tratta di un raro esempio di convivenza che merita tutta l'attenzione riservata al frate francescano.
Fin qui non ci sarebbe nulla da eccepire rispetto alla figura di frate Armando, ma dal blog Cabbagejuice sono arrivate delle critiche perentorie e circostanziate che mettono in dubbio la credibilità del frate, della sua scuola ed il suo ruolo di pacifista tra le varie comunità.
Ammetto candidamente di non aver trovato molto materiale su frate Armando e quindi mi limiterò a riportare le critiche mosse da Cabbagejuice, per iniziare un dibattito al fine di capire se il francescano sia veramente un "monaco della pace" o al contrario un vero e proprio ciarlatano, che usa una iniziativa di facciata per raggranellare soldi in giro per il mondo.
Innanzitutto bisogna ricordare che Armando Pierucci è il direttore del periodico Terra Santa, la rivista dei francescani stampata a Gerusalemme.
Da queste colonne, frate Armando si attirò le critiche della comunità ebrea internazionale per aver scritto deliranti frasi anti-ebraiche, tra cui una profezia sulla "sparizione del popolo ebraico".
Il presidente della associazione degli ebrei di origine italiana in Israele, Beniamino Lazar, gli rispose dalle colonne del Corriere della Sera affermando che il periodico francescano è "una pubblicazione anti-semita, dai toni sempre ostili, che ora ha davvero toccato il fondo".
Già da questo si può desumere che padre Armando sia un pacifista molto sui generis.
Ma andiamo avanti riportando le critiche di Cabbajuice sull'attività della scuola di musica.
Nel post "bridge of dreams to musical utopia" si afferma che Pierucci stia portando avanti una opera di auto-promozione con una iniziativa di facciata che dà alla gente quello che la gente vuole, ovvero essere coinvolta in un progetto meritorio per cui valga la pena elargire denaro.
In questa opera sembra che Pierucci sia un vero maestro perché viene visto come un novello Gesù Cristo, oppure una via di mezzo tra Madre Teresa e Johann Sebastian Bach.
In realtà il fine ultimo è quello di raccogliere fondi per la "Custodia della Terra Santa" che non dovrebbe avere questi grandi problemi finanziari, poiché solamente nel 2006 ha ricevuto 1 milione di Euro direttamente dal Vaticano.
Ma nessuno chiede agli enti religiosi di emanare un rendiconto delle entrate e delle uscite e quindi non è possibile sapere quanti soldi riescano a raggranellare i francescani e come questi soldi vengano spesi.
Tutti però sembrano propensi a donare i loro soldi per un progetto di pace e dialogo tra i popoli!
Nell'ultimo periodo è inizata una nuova raccolta fondi con lo scopo di restaurare i locali umidi, fatiscenti, senza aria ed a rischio di allagamenti, della scuola in cui i 200 bambini sono costretti a vivere.

Cabbagejuice confuta la veridicità di questo invito per i seguenti motivi:
  • i locali non sono poi così fatiscenti come si vorrebbe far credere perché altrimenti il comune di Gerusalemme non concederebbe mai il permesso di tenervi una scuola. In realtà il seminterrato è dotato di finestre ed è fresco in estate e ben riscaldato d'inverno.

  • l'allagamento di cui si è parlato nella stampa italiana nell'agosto del 2007 non è dovuto sicuramente alla pioggia (visto che a Gerusalemme non piove mai in estate), ma ad un tubo dell'acqua rotto nei lavori di restauro del sito.

Ci si chiede anche perché si debba donare soldi per restaurare una proprietà del Vaticano quando si sa che la scuola sta per essere spostata in qualche altro complesso della Custodia. Sicuramente un bell'interrogativo!
La cosa che scalda di più Cabbagejuice è però la definizione della scuola come luogo di pace e dialogo.
La scuola è infatti posta nel quartiere arabo della città vecchia, in particolare nel quartiere cristiano. Un luogo in cui solo pochi mesi fa un ebreo israeliano è stato accoltellato ed in cui gli ebrei non si fidano certamente a mandare i loro figli da soli.
Infatti tra i 100 (non 200 come pomposamente afferma la propaganda francescana) studenti, gli ebrei sono come mosche bianche tanto che i corsi vengono tenuti solamente in arabo ed inglese.
Le tasse scolastiche vengono tenute volontariamente ad un basso livello per poter chiedere ulteriori finanziamenti, più che per venire incontro alle esigenze delle famiglie povere.
Questo è provato dal fatto che vengono elargite delle borse di studio che sono il doppio od il triplo di quanto è realmente necessario per pagare le spese della scuola.
Ma il fatto più stupefacente si può notare se si passa all'analisi della composizione etnica di studenti ed insegnanti.
Si parla infatti di pace tra le comunità e di dialogo interreligioso, ma gli studenti sono in massima parte arabi cristiani, mentre i maestri sono cristiani russi ed ucraini. In pratica nella scuola ci sono quasi esclusivamente dei cristiani, diversi solo per lingua e provenienza.
Un bell'esempio di multiculturalismo ed interreligiosità!
La posizione di Cabbajuice è quindi molto chiara e le sue critiche sono molto circostanziate, ai sostenitori di padre Armando non rimane dunque che replicare a questo post per difendere l'opera del francescano con argomenti altrettanto seri.

22 giugno 2008

Marco Travaglio a Senigallia!

Ecco il discorso di Travaglio ai giardini della Rocca Roveresca!

Purtroppo per fare l'upload su You Tube ho dovuto spezzettare il video in 7 parti e la qualità non è il massimo a causa delle due babbione che mi sedevano davanti e che non trovavano pace.













18 giugno 2008

Adieu les Bleus!


Non sono mai stato un amante dei francesi, principalmente per il loro sciovinismo e perché parlano spesso con disprezzo degli italiani (les italiens...).

A maggior ragione non mi è mai piaciuto Domenech, l'allenatore della nazionale di calcio transalpina per due motivi principali, uno personale ed uno tecnico:
  1. parla spesso a sproposito dei suoi avversari, dimostrando arroganza ed accendendo gli animi.
  2. non convoca i suoi giocatori migliori per motivi inspiegabili (Trezeguet e Mexes su tutti) e si affida agli oroscopi per giudicare le persone.
Così questo DUE A ZERO è caduto a fagiolo facendoci prendere tre piccioni con una fava!

-I beneamati cuginetti d'oltralpe se ne tornano mestamente a casa con le pive nel sacco, dopo due sconfitte ed un pareggio e sei gol subiti contro uno solo all'attivo.

-Domenech sembra arrivato al capolinea, dopo la sconfitta alla finale mondiale e queste figuracce rimediate in Svizzera.

-L'Italia passa ai quarti, grazie ad una prestazione finalmente convincente e grazie all'aiuto dell'Olanda che ha evitato di farci ingoiare un altro biscotto amaro (dopo il 2-2 tra Svezia e Danimarca di 4 anni addietro).

L'Italia dunque ha passato il primo turno.

Le ombre sono state sicuramente maggiori rispetto alle luci, dato che abbiamo dimostrato problemi sia in difesa, ora abbastanza aggiustata con la linea Zambrotta-Panucci-Chiellini-Grosso, sia a centrocampo, dove abbiamo trovato la quadratura solo nell'ultima partita grazie al ritorno al 442, sia in attacco.

L'attacco è il nostro vero punto dolente: dei tre gol segnati dall'Italia, due sono venuti dai centrocampisti e uno dai difensori, mentre gli attaccanti sono ancora a secco.
Non abbiamo segnato nessun gol su azione, se si eccettua quello negato a Toni per un fuorigioco inesistente.
Toni, il capocannoniere della Bundesliga, non ne azzecca una, giocando molto bene di sponda, ma mostrando evidenti limiti di lucidità sotto porta.
Cassano gioca bene per i compagni, con lanci deliziosi, ma vede poco la porta.
Del Piero, Di Natale e Quagliarella sono stati spettatori non paganti nei minuti in cui hanno pascolato nell'erba Svizzera.
Se nessuno di questi comincia a carburare, proseguire nel torneo sarà veramente arduo.

Nei quarti di finale ci toccherà subito un osso durissimo, la Spagna, data favorita dai bookmakers insieme all'Olanda ed al Portogallo per la vittoria finale.

Le "furie rosse" sembrano avere qualcosa in più di noi soprattutto in attacco, dove Villa ed "El Nino", Fernando Torres, sono in forma strepitosa.

L'Italia ha però una tradizione positiva nei confronti degli spagnoli, i quali, nelle fasi finali dei tornei, sono soliti sciogliersi come neve al sole.
Se giocheremo con l'intensità mostrata contro la Francia, il passaggio del turno non sembra impossibile!

Intanto godiamoci la vittoria contro i galletti francesi!

ADIEU LES BLEUS
ADIEU DOMENECH
W L'ITALIE

11 giugno 2008

Unione Europea: settimana lavorativa di 60-65 ore

Visto che i cinesi non vogliono concedere ai loro lavoratori i diritti che hanno gli europei, saranno gli europei a lavorare come i cinesi!
Oggi le 65 ore settimanali (10 al giorno per 6 giorni + 5 alla domenica?), domani tagli ai salari!


Io ci metto un bel VAFFANCULO,
chi si volesse accodare è pregato di fare altrettanto!

05 giugno 2008

Gaspatcho is Back!

Gaspatcho è tornato dal suo viaggio in Israele.
Una vacanza bellissima, ricchissima di storia, di cultura, di divertimento ed allietata dalla compagnia di persone stimolanti dal punto di vista intellettuale e squisite dal punto di vista umano, con le quali non ci si poteva certo annoiare.
Tra di loro voglio citare Marco Scaloni, il direttore di Popinga, con cui abbiamo realizzato un interessantissimo esperimento di live blogging, ovvero un racconto in tempo reale del nostro viaggio, delle sensazioni e delle emozioni che lo stato di Israele ha saputo offrirci.
Gianluigi Mazzufferi è stato il vero motore del gruppo, un vulcano di idee in continuo fermento, a cui a volte è difficile stare dietro, ma con cui è impossibile annoiarsi vista la sua cultura enciclopedica in campo zoologico, botanico ed in ogni branca dello scibile umano (tranne lo sport).
Una menzione va fatta per il trio dei cugini jesini:
Lamberto Santini, sindacalista d'assalto, sempre in movimento, sempre pronto alla discussione e di una simpatia trascinante ed i coniugi Filonzi, Enrico e Silvana, il cui stoccafisso con le patate è entrato nel mito e dovrà presto essere provato.
Altre citazioni in ordine sparso vanno a Vittorio di Cesare, savonese trasferitosi in Israele, la nostra guida per tutto il viaggio, di cui ho apprezzato l'equilibrio, la profonda conoscenza della sua terra ed il fatalismo di uno che abita proprio al confine con la Siria (sulle alture del Golan), ma che non si preoccupa più di tanto cercando di vivere una vita più normale possibile.
Eyal Mizrahi è stato invece il nostro capogruppo e l'organizzatore del viaggio. Presidente della organizzazione "Amici di Israele", Eyal è un israeliano di Haifa trasferitosi per lavoro a Milano che cerca di lottare contro i pregiudizi verso lo stato di Israele che ancora oggi permangono in Italia.
Un saluto anche a tutti gli altri membri del gruppo, con cui ho passato una settimana stupenda.
Peccato che alla fine si debba sempre tornare a casa!

Quali conclusioni posso trarre dalla mia esperienza in "Terra Santa"?
  • dal punto di vista politico ho le idee ancora più confuse che alla partenza. Israele è uno stato occidentale, pienamente conforme agli standard di vita europei, democratico e sviluppato, ma con dei problemi seri e reali di coabitazione tra due popoli nemici, che hanno grosse difficoltà ad integrarsi, ma che sono inscindibilemente legati. Basta guardare una cartina degli insediamenti arabi ed ebrei intorno a Gerusalemme per capire quante difficoltà possono sorgere nel delineare dei confini tra i due popoli. Probabilmente se si cercasse di abbassare la tensione e di vivere pacificamente in un'unica nazione, entrambe le comunità avrebbero vantaggi sociali ed economici, ma i lunghi anni di guerra ed i fomentatori di odio, in particolare nel mondo arabo, ma anche tra gli israeliani, spingono nella direzione opposta dell'apartheid.
  • dal punto di vista religioso, la "terra santa", mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Il "Santo Sepolcro" mi è sembrato più un "suk" della religione che un luogo veramente santo. In più, dopo aver conosciuto la storia del luogo, ho tratto un profondo disgusto verso le varie componenti del cristianesimo, le quali perdono tempo a combattersi tra di loro invece di tramandare la parola di Cristo, che, tra l'altro, predicava la fratellanza e non la divisione in fazioni.
  • dal punto di vista ambientale, Israele è una terra magnifica. Si va dalle città moderne come Haifa e Tel Aviv, con le sue magnifiche spiagge ed i suoi caratteristici palazzi bianchi, a quelle storiche come Gerusalemme, la città santa dei tre monoteismi, con le sue imponenti mura, le case tutte rivestite in pietra bianca calcarea, l'imponente cupola dorata della Moschea della Roccia, ed il crogiuolo di razze che si aggirano per le sue viuzze storiche. Si va dal deserto della Giudea meridionale, con le fortezze di Masada e il sito archeologico di Qumran (dove furono ritrovati i rotoli degli esseni) fino al Mar Morto, il punto più basso del mondo (più di 400 metri sotto il livello del mare), in cui si può fare un bagno nelle acque salatissime per una sensazione veramente unica. In mezzo al deserto si possono trovare luoghi meravigliosi come le cascate di Davide nel parco naturale di En Gedi, una vera oasi umida in mezzo alle rocce ed alla sabbia. Si rimane senza fiato passando dalle verdi colline intorno a Gerusalemme, alle pietraie desertiche in cui i beduini costruiscono le loro baracche di lamiera e pascolano le loro capre su pascoli poverissimi di foraggio. Si è impressionati per come gli israelinani siano risuciti a creare zone agricole rigogliose in mezzo al deserto. Insomma un paese piccolo (poco più di 500 km da Nord a Sud), ma veramente ricco di ambienti diversi e di storia.
  • dal punto di vista sociale, non si può non sottolinare la calma e la tranquillità che regna nelle persone durante la vita di tutti i giorni. In Italia si ha spesso il pregiudizio di ritenere Israele un luogo pericoloso, ma l'unica anomalia che si può riscontrare girando per le città, è la presenza di molti militari e di molti civili in armi (dotati della famosa carabina Garand) che sono ex militari assoldati da delle società private per difendere i gruppi di bambini e i luoghi più frequentati. Bisogna dire che la "Barriera Difensiva" costruita da Israele per dividere gli israeliani dai palestinesi ha realizzato l'effetto voluto, ovvero la diminuzione degli attacchi terroristici suicidi ed ha garantito una maggiore sicurezza per lo stato di Isarele. Un'altra cosa che non può lasciare indifferente il visitatore, è la capacità degli israeliani di sfruttare le risorse ambiantali, ottenendo il massimo da quelle in eccesso, come il sole, ed evitando di sprecare quelle scarseggianti, tra cui l'acqua. Le prime cose che saltano all'occhio sono infatti i pannelli solari messi sui tetti di ogni casa e i tubi di polietilene che servono per l'irrigazione "goccia a goccia", presenti in tutti i giardini, nelle aiuole ed in tutti i campi coltivati del paese. La visita al Kibbutz Levi, nella bassa galilea, ci ha permesso di conoscere uno stile di vita comunitario in cui centinaia di famiglie, con valori ed ideologie comuni, si mettono assieme condividendo tutto, con un "modus vivendi" che è a metà strada tra il comunismo e l'esperienza conventuale. Un altro aspetto della società israeliana che non può lasciare indifferenti, è la profonda divisione tra una parte laica, pienamente conforme ai comportamenti ed allo stile di vita occidentale, ed una componente religiosa ultra-ortodossa che, al contrario, rifiuta il consumismo preferendo dedicarsi anima e corpo allo studio delle sacre scritture. Gli ortodossi sono facilmente riconoscibili dal loro abbigliamento, composto da giacca e pantaloni neri, cappello a falda larga nero, camicia bianca, barba lunga e riccioli cadenti dalle tempie. Il loro quartiere di Gerusalemme, Mea She'arim, è il più povero e degradato della città, un vero pugno nello stomaco rispetto ai più moderni quartieri periferici, poichè i maschi ortodossi rinunciano al lavoro manuale per studiare le scritture, lasciando i compiti più materiali alle donne, discriminate dal punto di vista religioso. Questa discriminazione appare lampante soprattutto nel Muro Occidentale (o Muro del Pianto), in cui le donne sono relegate ad un piccolo angolo, mentre gli uomini, gli unici che possono leggere e studiare i libri sacri, hanno grandi spazi per la preghiera.

In definitiva visitare Israele è estremamente consigliabile perché ognuno può trovarci qualcosa di interessante: dall'ambito religioso, fino a quello naturalistico, politico, militare e sociale.

Dal punto di vista strettamente personale, una delle più belle esperienze della mia vita.

ECCO LE FOTO