Gaspatcho è tornato dal suo viaggio in Israele.
Una vacanza bellissima, ricchissima di storia, di cultura, di divertimento ed allietata dalla compagnia di persone stimolanti dal punto di vista intellettuale e squisite dal punto di vista umano, con le quali non ci si poteva certo annoiare.
Tra di loro voglio citare Marco Scaloni, il direttore di Popinga, con cui abbiamo realizzato un interessantissimo esperimento di live blogging, ovvero un racconto in tempo reale del nostro viaggio, delle sensazioni e delle emozioni che lo stato di Israele ha saputo offrirci.
Gianluigi Mazzufferi è stato il vero motore del gruppo, un vulcano di idee in continuo fermento, a cui a volte è difficile stare dietro, ma con cui è impossibile annoiarsi vista la sua cultura enciclopedica in campo zoologico, botanico ed in ogni branca dello scibile umano (tranne lo sport).
Una menzione va fatta per il trio dei cugini jesini:
Lamberto Santini, sindacalista d'assalto, sempre in movimento, sempre pronto alla discussione e di una simpatia trascinante ed i coniugi Filonzi, Enrico e Silvana, il cui stoccafisso con le patate è entrato nel mito e dovrà presto essere provato.
Altre citazioni in ordine sparso vanno a Vittorio di Cesare, savonese trasferitosi in Israele, la nostra guida per tutto il viaggio, di cui ho apprezzato l'equilibrio, la profonda conoscenza della sua terra ed il fatalismo di uno che abita proprio al confine con la Siria (sulle alture del Golan), ma che non si preoccupa più di tanto cercando di vivere una vita più normale possibile.
Eyal Mizrahi è stato invece il nostro capogruppo e l'organizzatore del viaggio. Presidente della organizzazione "Amici di Israele", Eyal è un israeliano di Haifa trasferitosi per lavoro a Milano che cerca di lottare contro i pregiudizi verso lo stato di Israele che ancora oggi permangono in Italia.
Un saluto anche a tutti gli altri membri del gruppo, con cui ho passato una settimana stupenda.
Peccato che alla fine si debba sempre tornare a casa!
Quali conclusioni posso trarre dalla mia esperienza in "Terra Santa"?
Una vacanza bellissima, ricchissima di storia, di cultura, di divertimento ed allietata dalla compagnia di persone stimolanti dal punto di vista intellettuale e squisite dal punto di vista umano, con le quali non ci si poteva certo annoiare.
Tra di loro voglio citare Marco Scaloni, il direttore di Popinga, con cui abbiamo realizzato un interessantissimo esperimento di live blogging, ovvero un racconto in tempo reale del nostro viaggio, delle sensazioni e delle emozioni che lo stato di Israele ha saputo offrirci.
Gianluigi Mazzufferi è stato il vero motore del gruppo, un vulcano di idee in continuo fermento, a cui a volte è difficile stare dietro, ma con cui è impossibile annoiarsi vista la sua cultura enciclopedica in campo zoologico, botanico ed in ogni branca dello scibile umano (tranne lo sport).
Una menzione va fatta per il trio dei cugini jesini:
Lamberto Santini, sindacalista d'assalto, sempre in movimento, sempre pronto alla discussione e di una simpatia trascinante ed i coniugi Filonzi, Enrico e Silvana, il cui stoccafisso con le patate è entrato nel mito e dovrà presto essere provato.
Altre citazioni in ordine sparso vanno a Vittorio di Cesare, savonese trasferitosi in Israele, la nostra guida per tutto il viaggio, di cui ho apprezzato l'equilibrio, la profonda conoscenza della sua terra ed il fatalismo di uno che abita proprio al confine con la Siria (sulle alture del Golan), ma che non si preoccupa più di tanto cercando di vivere una vita più normale possibile.
Eyal Mizrahi è stato invece il nostro capogruppo e l'organizzatore del viaggio. Presidente della organizzazione "Amici di Israele", Eyal è un israeliano di Haifa trasferitosi per lavoro a Milano che cerca di lottare contro i pregiudizi verso lo stato di Israele che ancora oggi permangono in Italia.
Un saluto anche a tutti gli altri membri del gruppo, con cui ho passato una settimana stupenda.
Peccato che alla fine si debba sempre tornare a casa!
Quali conclusioni posso trarre dalla mia esperienza in "Terra Santa"?
- dal punto di vista politico ho le idee ancora più confuse che alla partenza. Israele è uno stato occidentale, pienamente conforme agli standard di vita europei, democratico e sviluppato, ma con dei problemi seri e reali di coabitazione tra due popoli nemici, che hanno grosse difficoltà ad integrarsi, ma che sono inscindibilemente legati. Basta guardare una cartina degli insediamenti arabi ed ebrei intorno a Gerusalemme per capire quante difficoltà possono sorgere nel delineare dei confini tra i due popoli. Probabilmente se si cercasse di abbassare la tensione e di vivere pacificamente in un'unica nazione, entrambe le comunità avrebbero vantaggi sociali ed economici, ma i lunghi anni di guerra ed i fomentatori di odio, in particolare nel mondo arabo, ma anche tra gli israeliani, spingono nella direzione opposta dell'apartheid.
- dal punto di vista religioso, la "terra santa", mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Il "Santo Sepolcro" mi è sembrato più un "suk" della religione che un luogo veramente santo. In più, dopo aver conosciuto la storia del luogo, ho tratto un profondo disgusto verso le varie componenti del cristianesimo, le quali perdono tempo a combattersi tra di loro invece di tramandare la parola di Cristo, che, tra l'altro, predicava la fratellanza e non la divisione in fazioni.
- dal punto di vista ambientale, Israele è una terra magnifica. Si va dalle città moderne come Haifa e Tel Aviv, con le sue magnifiche spiagge ed i suoi caratteristici palazzi bianchi, a quelle storiche come Gerusalemme, la città santa dei tre monoteismi, con le sue imponenti mura, le case tutte rivestite in pietra bianca calcarea, l'imponente cupola dorata della Moschea della Roccia, ed il crogiuolo di razze che si aggirano per le sue viuzze storiche. Si va dal deserto della Giudea meridionale, con le fortezze di Masada e il sito archeologico di Qumran (dove furono ritrovati i rotoli degli esseni) fino al Mar Morto, il punto più basso del mondo (più di 400 metri sotto il livello del mare), in cui si può fare un bagno nelle acque salatissime per una sensazione veramente unica. In mezzo al deserto si possono trovare luoghi meravigliosi come le cascate di Davide nel parco naturale di En Gedi, una vera oasi umida in mezzo alle rocce ed alla sabbia. Si rimane senza fiato passando dalle verdi colline intorno a Gerusalemme, alle pietraie desertiche in cui i beduini costruiscono le loro baracche di lamiera e pascolano le loro capre su pascoli poverissimi di foraggio. Si è impressionati per come gli israelinani siano risuciti a creare zone agricole rigogliose in mezzo al deserto. Insomma un paese piccolo (poco più di 500 km da Nord a Sud), ma veramente ricco di ambienti diversi e di storia.
- dal punto di vista sociale, non si può non sottolinare la calma e la tranquillità che regna nelle persone durante la vita di tutti i giorni. In Italia si ha spesso il pregiudizio di ritenere Israele un luogo pericoloso, ma l'unica anomalia che si può riscontrare girando per le città, è la presenza di molti militari e di molti civili in armi (dotati della famosa carabina Garand) che sono ex militari assoldati da delle società private per difendere i gruppi di bambini e i luoghi più frequentati. Bisogna dire che la "Barriera Difensiva" costruita da Israele per dividere gli israeliani dai palestinesi ha realizzato l'effetto voluto, ovvero la diminuzione degli attacchi terroristici suicidi ed ha garantito una maggiore sicurezza per lo stato di Isarele. Un'altra cosa che non può lasciare indifferente il visitatore, è la capacità degli israeliani di sfruttare le risorse ambiantali, ottenendo il massimo da quelle in eccesso, come il sole, ed evitando di sprecare quelle scarseggianti, tra cui l'acqua. Le prime cose che saltano all'occhio sono infatti i pannelli solari messi sui tetti di ogni casa e i tubi di polietilene che servono per l'irrigazione "goccia a goccia", presenti in tutti i giardini, nelle aiuole ed in tutti i campi coltivati del paese. La visita al Kibbutz Levi, nella bassa galilea, ci ha permesso di conoscere uno stile di vita comunitario in cui centinaia di famiglie, con valori ed ideologie comuni, si mettono assieme condividendo tutto, con un "modus vivendi" che è a metà strada tra il comunismo e l'esperienza conventuale. Un altro aspetto della società israeliana che non può lasciare indifferenti, è la profonda divisione tra una parte laica, pienamente conforme ai comportamenti ed allo stile di vita occidentale, ed una componente religiosa ultra-ortodossa che, al contrario, rifiuta il consumismo preferendo dedicarsi anima e corpo allo studio delle sacre scritture. Gli ortodossi sono facilmente riconoscibili dal loro abbigliamento, composto da giacca e pantaloni neri, cappello a falda larga nero, camicia bianca, barba lunga e riccioli cadenti dalle tempie. Il loro quartiere di Gerusalemme, Mea She'arim, è il più povero e degradato della città, un vero pugno nello stomaco rispetto ai più moderni quartieri periferici, poichè i maschi ortodossi rinunciano al lavoro manuale per studiare le scritture, lasciando i compiti più materiali alle donne, discriminate dal punto di vista religioso. Questa discriminazione appare lampante soprattutto nel Muro Occidentale (o Muro del Pianto), in cui le donne sono relegate ad un piccolo angolo, mentre gli uomini, gli unici che possono leggere e studiare i libri sacri, hanno grandi spazi per la preghiera.
In definitiva visitare Israele è estremamente consigliabile perché ognuno può trovarci qualcosa di interessante: dall'ambito religioso, fino a quello naturalistico, politico, militare e sociale.
Dal punto di vista strettamente personale, una delle più belle esperienze della mia vita.
5 commenti:
Un resoconto molto interessante, ho seguito "live" il vostro viaggio e mi è venuto il desiderio (chissà quando) di fare un giretto da quelle parti.
Buon rientro!
Porta la macchina fotografica, che ci sono parecchi spunti!
Al più presto possibile pubblicherò le mie (modeste) foto su flickr!
Forza Inter......a parte gli scherzi bentornati da Israele ai viaggiatori .......
beh, la fede è fede!
^_____*
bentornato
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