23 febbraio 2009

La Mia Banca è Differente!


In pratica, c'è la crisi, ma siccome sono bravi ed attenti alle esigenze della clientela modificano unilateralmente il contratto che mi lega a loro dandomi meno interessi a credito sulle giacenze in conto corrente.

Ebbene sì, questo è il sistema italiano che permette ad una parte di modificare a piacimento le condizioni contrattuali a danno dell'altro contraente.

E' questo il rapporto fiduciario che lega le banche italiane ai loro clienti, permettendo alle prime di sfruttare ogni condizione del mercato finanziario per infinocchiare quelli che, fino a prova contraria, gli prestano i soldi!

Sarebbe bello poter comportarsi nella stessa maniera con i nostri creditori: ti devo 1000 Euro? Beh, visto che c'è la crisi finanziaria, te ne ridarò 900 in 5 anni, ma solo se l'Euribor rimane sotto il 4%...

Disgusting.

Chi l'Ha Visto?


Comunicato dell'Assessorato alla Sanità Mentale di Senigallia


A Senigallia (AN) vaga un individuo misterioso, non armato, ma estremamente pericoloso in quanto manda "colpi" a chiunque gli parli e minaccia querele ad ogni piè sospinto.

Il soggetto è di statura minuta (in tutti i sensi), riconoscibile per il viso butterato, per la testa quadrata e per la sua esagerata venerazione per Berlusconi.

E' afflitto da paranoia (vede uomini mascherati ad ogni angolo), demenza senile in stato avanzato ed avversione congenita per i radical-chic, soprattutto se aggravati dalla fede comunista.

Chi lo vedesse, non lo avvicini per nessuna ragione, ma chiami subito una ambulanza od il più vicino presidio medico.

Una cameretta al reparto neurologico di Senigallia è già pronta ad accoglierlo assieme ad una comoda camicia di forza.

Attenzione, contattarlo personalmente solo se preventivamente assistiti da un avvocato!

17 febbraio 2009

Veltroni Lascia: la Fine del Partito Ma-anchista.

Lo ammetto, sono stato un sostenitore della nascita del Partito Democratico e della leadership di Walter Veltroni.
Lo sono stato perché credevo nella possibilità di avere finalmente un partito di centro-sinistra riformista con un progetto innovativo che si sganciasse nettamente dai vari partiti comunisti contro cui era naufragata l'Unione di Romano Prodi.
Purtoppo però, dopo la sconfitta elettorale dell'aprile 2008, dura quanto scontata visti i pessimi risultati dello stesso Prodi, il Partito Democratico non ha saputo fare quel passo avanti che gli avrebbe permesso di attrarre il consenso sulla base di un progetto politico chiaro.
Al contrario l'ambiguità l'ha fatta da padrona e di questo fatto si può incolpare senza dubbio lo stesso Veltroni, il quale, invece di indicare la strada maestra al partito, è stato risucchiato dalle liti interne, è sparito in mezzo alle fronde ed alle invidie personali dei vari furbetti che tramano nell'ombra non facendo certo il bene del partito (Baffino su tutti).
Alla fine dei conti, nei sedici mesi della segreteria Veltroni, quello che appare chiaro e palese è che il Partito Democratico non ha una linea definita su nessun tema: dal testamento biologico, all'appoggio alla CGIL; dall'opposizione al governo Berlusconi, al rapporto con Di Pietro; dalla sicurezza, alla lotta alla clandestinità; dalle riforme istituzionali, alla giustizia fino alla politica estera.
Pur seguendo attentamente la discussione politica, non sono riuscito a capire il progetto di Veltroni ed evidentemente non l'hanno capita neanche i tanti elettori che ultimamente si sono espressi votando in massa per il centro-destra oppure astenendosi.
Per queste ragioni da tempo auspicavo un cambio di dirigenza, pur ritenendo che il cambio di leadership sia una condizione necessaria ma non sufficiente a risolvere tutti i problemi del PD.
Se analizziamo la rosa dei candidati alla successione di Veltroni, la paura che si possa andare dalla padella alla brace è grande.
La vera svolta del PD deve essere politica: si deve abbandonare il ma-anchismo vetronesco e dare degli obbiettivi chiari che possano attrarre gli elettori e l'unica via che si possa intraprendere realisticamente è il riformismo liberale al fine di innovare strutturalmente il nostro paese.

Non ha più senso alzare le barricate insieme alla CGIL o continuare imperterriti sulla strada perdente dell'anti-berlusconismo, serve una seria svolta culturale e pragmatica, che, unita alla crisi economica ed alla incapacità conclamata del governo Berlusconi, possa concedere al PD una vera chance alla fine di questa legislatura.

In definitiva va bene il cambio di leadership, ma solo se si trova un leader coraggioso e innovativo, altrimenti il trend del partito non si invertirà ed il PD continuerà ad affondare!

14 febbraio 2009

Giovani Precoci Genitori


No, non sono fratelli! Il ragazzino nella foto e il bebè appena partorito sono padre e figlio.

Lui ha 13 anni e non riceve nemmeno la paghetta settimanale, ma dovrà crescere il figlio (ed insieme al figlio) messo al mondo dalla sua amante 15enne, anch'essa visibile nell'angolo in basso a destra della foto.

Che dire? Auguri ai giovani genitori, ma magari sarebbe bello iniziare dei veri corsi di educazione sessuale nelle scuole per evitare una futura escalation di queste baby-famiglie...


Love Is All Around!


Buon San Valentino a tutti gli innamorati!

11 febbraio 2009

Eluana, l'Italia Manichea ed il Papa.

Sono passati due giorni dalla morte di Eluana Englaro e tutti hanno voluto dire la loro sul caso, in una miriade di commenti che ripropongono le differenze culturali di una Italia, la quale, come sempre, si divide in schieramenti contrapposti e battaglieri.
Una divisione ideologica, netta e manichea, come se tutto fosse bianco o nero, senza sfumature intermedie, senza la voglia di confrontarsi, senza trovare mai una soluzione pragmatica, ma soltanto con la voglia di combattersi anche su temi in cui pochi hanno delle reali certezze.
Sul caso di Eluana e sullo stato vegetativo permanente si sono susseguiti i pareri di illustri scienziati, i quali, non trovando una chiara posizione scientifica, hanno lasciato il campo libero alle solite diatribe politiche ed ai soliti moniti religiosi.
I politici hanno cercato in pochi giorni di colmare un vuoto legislativo perdurante da decenni, con proposte addirittura eversive che stavano per introdurre l'eutanasia, si "l'eutanasia costituzionale".
L'incompetenza della classe politica ha di fatto lasciato la decisione nelle mani della magistratura, a cui Peppino Englaro, il padre di Eluana, si è rivolto per avere un parere legale, invece di agire nell'ombra, come succede in molti casi analoghi, facendo da solo quello che è stato fatto nella clinica di Udine.
La magistratura ha espresso una sentenza definitiva sul caso Englaro, vagliata dalla Corte di Appello di Milano, dalla Corte di Cassazione e dalla Corte Costituzionale, ovvero i più alti organi della Giustizia italiana.
In uno Stato di Diritto, le sentenze vengono eseguite e rispettate, mentre in Italia si è assistito ad uno spettacolo vergognoso ed avvilente:
  • Sacconi, il ministro del Welfare, ha minacciato esplicitamente di togliere l'accreditamento statale alla clinica scelta per eseguire la sentenza della magistratura.
  • il governo ha cercato di emanare addirittura un decreto di urgenza contro la sentenza definitiva della magistratura, ma Napolitano ha rifiutato a priori un atto che sarebbe stato un vulnus costituzionale, perché avrebbe stabilito che il governo può modificare a piacimento anche le sentenze definitive non confacenti alla volontà politica della maggioranza.
  • infine gli strali e i pianti in parlamento successivi alla morte di Eluana, ovvero le lacrime di coccodrillo di una classe politica inetta ed inefficiente che perde tempo in inutili beghe e non si adopera per risolvere anzitempo i reali problemi del paese.

A me sembra che una soluzione politica sul testamento biologico possa essere semplice e rapida, e si possa basare su un solo principio, cioè sulla "libertà individuale" poiché, allo stato attuale della conoscenza, non ci sono evidenze scientifiche sui vari stati di coma e di vegetazione permanente e i medici non trovano un accordo nemmeno sul fatto che idratazione e nutrizione siano o meno delle cure.

Libertà individuale significa che ogni persona nel pieno delle proprio facoltà mentali deve redigere un testamento biologico in cui esprime la propria volontà e fino a dove si possano spingere i medici nel curare il proprio corpo.

Libertà individuale significa rispettare chi vuole farsi curare fino all'estremo, dando tutto il sostegno medico ed economico alle famiglie.

Libertà individuale significa rispettare chi sceglie di porre un limite all'accanimento terapeutico e sceglie di morire dignitosamente piuttosto che diventare una macchina senza cervello, od una mente senza corpo.

Libertà individuale significa che ognuno deve poter scegliere per la propria persona senza che altri vogliano imporci le loro scelte spacciando per suicidio od eutanasia ciò che in realtà è solamente una decisione dignitosa.

Il riferimento è ovviamente al Papa ed alla Chiesa Cattolica. Mi dispiace fare polemica, ma ormai il Vaticano ha toccato limiti insopportabili di ingerenza nelle vicende italiane: si criticano le leggi, le sentenze della magistratura, le alte cariche dello Stato, non capendo che l'Italia non è uno stato confessionale, ma una repubblica laica che garantisce i diritti di tutti i cittadini, anche quelli non credenti.

Ratzinger si tenga per sé la sua Verità ed il suo assolutismo etico! Io non gli riconosco nessuna autorità né civile, né morale, né etica e lo invito quindi a parlare ai suoi seguaci e non alle istituzioni repubblicane che lo foraggiano tanto generosamente con quasi 1 miliardo di Euro l'anno.

Eluana, spero che tu possa finalmente riposare in pace e magari fare una preghiera per il nostro strano paese, al fine di infondere un po' di saggezza nelle menti dei potenti.

05 febbraio 2009

Repubblica Socialista Sovietica Italiana

La terribile crisi economica attuale sta facendo danni gravi in tutto il globo, ma rischia di distruggere definitivamente la fragile economia pseudo-capitalistica italiana che, grazie anche all'operato del governo di "destra" di Berlusconi, sta andando verso una deriva statalista, corporativista, protezionista e mercantilista.
La crisi economica è infatti congiunturale in molti paesi che fino al 2008 stavano sviluppando il PIL in maniera da noi sconosciuta fin dagli anni '70 del secolo scorso.
L'Italia è da tempo il fanalino di coda europeo in quasi tutti gli indici economici, dallo sviluppo, alla competitività fino al debito pubblico, superata anche da paesi storicamente sottosviluppati, almeno secondo gli standard europei, come Grecia, Spagna ed Irlanda.
Analizzando l'apparato economico italiano, non si può fare a meno di individuare i grandi mali che limitano la prosperità economica del nostro paese:
  1. La presenza ingombrante di uno Stato pachidermico che controlla direttamente od indirettamente quasi il 50% del PIL.
  2. Una oligarchia pseudo-capitalistica che ha messo la sua lunga mano non solo sui settori produttivi, ma anche sulla politica, sull'informazione e soprattutto sulle banche, creando un circolo vizioso di ardua soluzione.
  3. La presenza di un Sindacato capace solamente di fare battaglie di retroguardia, senza mai trovare soluzioni innovative che permettano la tutela dei lavoratori e la contemporanea crescita economica.

Questo sistema oligarchico-comunista ha di fatto tarpato le ali al libero mercato ed alla concorrenza, minando alle fondamenta la possibilità di essere competitivi in una economia globalizzata.

Purtroppo l'Italia deve sopportare l'eredità di un modello di sviluppo completamente sballato di matrice catto-comunista che ha trovato il suo apice nella politica socialista di Bettino Craxi.

In pratica l'economia veniva drogata dal trittico "svalutazione-debito pubblico-aiuti di Stato" con la conseguenza che, fino all'introduzione dell'Euro, le imprese italiane non hanno mai agito in un regime di libero mercato e di vera concorrenza.

  • L'economia è in crisi? Svalutiamo la Lira per incentivare le esportazioni e per rendere meno competitivi i prodotti di importazione!
  • C'è disoccupazione? Lo Stato assuma indiscriminatamente una gran massa di gente anche senza reale necessità. Chi non ha un parente ferroviere o dipendente comunale, regionale o in qualche ministero? La solita soluzione miope che guarda all'oggi, ma che ha messo sulle spalle delle future generazioni un debito pubblico di dimensioni imbarazzanti.
  • Le aziende licenziano? Diamo degli aiuti di Stato e socializziamo le perdite nei momenti di crisi, liberalizzando i profitti nei periodi in cui la congiuntura economica è favorevole. Il paradigma di questo sistema è senza dubbio la FIAT, che negli ultimi 60 anni avrà prodotto degli utili in non più di 10 bilanci, al contrario di aziende come la Toyota, la quale nel 2008 ha prodotto il suo primo bilancio in perdita in 70 anni.

Questo è il passato economico che ci ha portato ad avere il debito pubblico più alto d'Europa (in proporzione al PIL) insieme ad un livello di tassazione che deprime lo sviluppo e crea, grazie all'incompetenza o alla collusione dei vari governi, un fenomeno di evasione fiscale di devastante portata.

Ma veniamo alla crisi del 2009. Mentre altri paesi si possono permettere di proporre politiche neo-keynesiane di spesa pubblica anti-ciclica, l'Italia non può assolutamente farlo a causa dei suoi mali strutturali, ma, al contrario, dovrebbe cercare di realizzare quelle riforme sistemiche che la rendano finalmente competitiva.

Purtroppo nella Repubblica Socialista Sovietica Italiana, guidata dal compagno Berlusconi, non si riesce proprio ad andare nella direzione auspicata delle riforme liberali, ma si attuano le solite e collaudate politiche stataliste che, nella situazione odierna, potrebbero affossare definitivamente l'economia del nostro paese.

Aiuti di Stato all'economia, spesa pubblica, creazione di altri monopoli (il caso Alitalia è emblematico) sono i soliti palliativi congiunturali che non daranno altri risultati se non quello di aumentare il debito pubblico e la tassazione.

Bisogna preoccuparsi di un debito pubblico che ha abbondantemente superato il 110% del PIL e, con il calo dei tassi di interesse, rischia di vedere deserte le prossime aste dei Titoli di Stato?

Certamente è più semplice e popolare dare aiuti pubblici (cioè soldi dei contribuenti) a pioggia invece di intraprendere la strada delle riforme che rendano lo Stato più efficiente e meno costoso e che introducano una vera concorrenza in tutti i settori privati, eliminando le barricate corporative insite nella nostra storia fascio-comunista.

Per fare un esempio concreto, la eliminazione delle province, secondo le stime dell'Eurispes, comporterebbe un risparmio strutturale di quasi 11 miliardi di Euro annui, che potrebbero essere usati per ridurre il Debito Pubblico negli anni di congiuntura economica favorevole, mentre potrebbero essere devoluti per gli ammortizzatori sociali negli anni di crisi, invece di essere sprecati nell'inutile carrozzone pubblico.

I compagni comunisti, da Bertinotti a Berlusconi, dovrebbero capire che se non si fanno finalmente delle riforme genuinamente liberali, non si creerà mai un sistema competitivo, ma si rischia di portare l'Italia al collasso.

Questo non significa eliminare lo Stato Sociale, ma solamente renderlo più efficiente e meno costoso affinché si possa abbassare la pressione fiscale, soprattutto sul lavoro dipendente, liberando preziose risorse per i consumi delle famiglie e per gli investimenti delle imprese soprattutto in ricerca ed innovazione tecnologica.

Ovviamente anche il settore privato avrebbe bisogno di serie regole anti-trust ed a favore della concorrenza.

Come si fa a tollerare delle aziende come Telecom Italia, che operano in regime di monopolio e che scaricano sugli utenti la loro inefficienza in termini di arretratezza tecnologica e di costi spropositati?

Come si fa a tollerare che delle tutele corporativistiche permettano la persistenza di servizi scadenti a prezzi esorbitanti?

E' oggi il momento per fare delle riforme coraggiose che trasformino la Repubblica Socialista Sovietica Italiana in uno stato veramente liberale. Il dubbio sta nel fatto che il Compagno Berlusconi, con il suo narcisismo e la sua maniacale attenzione alla "popolarità", sia adeguato ad intraprendere delle riforme impopolari almeno nel breve termine.

01 febbraio 2009

Hamas Perde il Pelo, ma non il Vizio!

Dal Corriere della Sera on-line:

GERUSALEMME - Nuovo lancio di razzi palestinesi sul territorio di Israele.
E il primo ministro Ehud Olmert è molto duro: Israele reagirà "in modo
smisurato", nonostante il cessate il fuoco unilaterale proclamato lo scorso 18
gennaio. «Abbiamo detto che in caso di lancio di razzi contro il sud del paese,
ci sarebbe stata una risposta smisurata», ha affermato il premier israeliano in
apertura del consueto Consiglio dei ministri domenicale. Quattro razzi sono
stati lanciati questa mattina da un gruppo di miliziani palestinesi contro il
sud di Israele, senza fare danni né vittime.

Insomma, i pacifici palestinesi di Gaza rinnovano il loro invito ad Israele a bombardarli e ci sarà ancora qualcuno, in Europa, che si stupirà della reazione...

Il paradiso di Allah non è ancora abbastanza pieno di anime?