29 gennaio 2007

L'Iran Scopre le sue Carte.

Come accennavo recentemente nel mio articolo "In Mezzo al Guado", all'Iran non dispiace affatto la attuale situazione irachena che vede gli sciiti in possesso di tutti i posti chiave del potere.

Finora però il governo di Teheran era rimasto nell'ombra a giocare un ruolo di secondo piano e mantenendo volutamente un basso profilo (almeno ufficialmente).

Adesso invece sembra che gli iraniani si siano decisi a scendere direttamente nell'arena, stringendo vincoli sempre più forti col nuovo governo iracheno, quello eletto "democraticamente" solo pochi mesi fa con l'avallo degli USA e di tutta la comunità internazionale.

L'ambasciatore iraniano in Iraq, Hassan Kazemi Qumi, ha svelato un ambizioso piano che prevede una grande espansione dei legami economici e militari del regime di Teheran col suo vicino ex-nemico.


Gli iraniani hanno intenzione di prendere parte alla ricostruzione dell'Iraq basandosi sul know-how acquisito dopo la guerra degli anni '80 e vogliono sostituire gli Stati Uniti nel compito di addestramento dell'esercito iracheno.

L'ambasciatore ammette esplicitamente che il piano iraniano andrà ad inasprire la tensione già esistente tra Washington e Teheran.

Negli ultimi mesi infatti, i soldati americani hanno arrestato diversi agenti iraniani infiltrati in Iraq ed il presidente Bush ha esplicitamente autorizzato i suoi militare a compiere qualsiasi azione contro cittadini iraniani che siano coinvolti in atti ostili verso gli americani.

Insomma, mentre l'amministrazione Bush sta facendo passi indietro nei confronti del governo dello sciita al-Maliki, gli iraniani hanno scoperto le carte e vogliono dare man forte ai loro correligionari iraqeni.

Il tutto mentre la tensione sta raggiungendo livelli critici in tutto il Medio Oriente.

-In Palestina il conflitto tra i membri di al-fatah e quelli di Hamas è sempre più forte e sanguinoso.
-In Libano gli sciiti filo-iraniani di Hezbollah spingono per ottenere più potere a discapito della maggioranza sunnita e dei moderati.
-Israele è sempre il bersaglio privilegiato di tutti i fanatici fondamentalisti tra cui lo stesso presidente iraniano Ahmadinejad (ultimo attentato proprio ieri ad Eilat).
-Il braccio di ferro tra Stati Uniti ed Iran sul nucleare è sempre più forte e rischia di incrinare ancora di più i rapporti tra Occidente, Cina e Russia.

Inoltre alcuni attori principali (Egitto, Arabia Saudita, Turchia) sembrano attendere lo sviluppo degli eventi prima di prendere una loro posizione.

Se gli americani hanno attaccato l'Iraq per stabilizzare il Medio Oriente, hanno certamente fallito nel loro intento!

Tutto non è ancora perduto, ma l'escalation di violenza che pervade tutto il mondo arabo mi sembra evidente e non si vedono delle vie possibili per invertire questa tendenza.

Ora che gli iraniani hanno chiarito il loro gioco, il pallino dell'azione deve tornare nelle mani degli americani che però sembrano molto meno convinti dei loro rivali su quali azioni intraprendere per disinnescare la bomba mediorentale.

Proprio ieri la nuova candidata alle elezioni presidenziali del 2008, Hillary Clinton, ha proposto un tetto al numero di soldati da inviare in Iraq e ha chiesto a Bush "di stabilizzare l'Iraq e di riportare a casa le truppe prima della fine del suo mandato".

Più facile a dirsi che a farsi dear Hillary!

24 gennaio 2007

Ingegneri e razzismo ideologico.

Avendo molti amici ingegneri, sento sovente ricorrere una massima di questo genere: servirebbero più ingegneri e meno laureati in materie umanistiche per risolvere tutti i problemi dell'Italia e del mondo!

Gli ingegneri sostengono dunque la tesi della superiorità della loro razza e della scienza su tutte le branche dello scibile umano.

Mi è venuta voglia di confutare questa tesi o almeno di mitigarla con qualche considerazione.

La prima cosa da considerare è il rapporto tra metafisica e fisica: come avviene ogni innovazione, ogni invenzione, ogni nuova scoperta?

Sicuramente nasce da una idea, cioè da un processo mentale, da un pensiero, da un ragionamento. Solo in un secondo momento entra in gioco il metodo scientifico e la matematica.

Insomma se la filosofia è lo spirito vitale, la matematica è soltanto un mezzo per provare la validità di una idea, per dimostrarla in maniera inconfutabile.

Einstein ha "pensato" la teoria della relatività prima di dimostrarla tramite la matematica. Non l'ha scoperta per caso mentre stava risolvendo delle equazioni.

Isacco Newton ha preso una mela in testa ed ha iniziato a pensare: perchè questa mela mi è caduta in testa invece di andare verso il cielo o verso qualsiasi altro posto?
Solo in un secondo momento, dopo aver analizzato gli eventi ed aver pensato a una possibile teoria, ha usato la matematica per dimostrare la validità dell'idea dell'attrazione gravitazionale.
Prima viene la metafisica e poi la fisica!

La matematica senza pensiero è nulla, come un ingegnere senza idee è utile quanto un pensatore senza nozioni scientifiche.

Un ingegnere potrebbe obbiettare: io so progettare una casa anche usando soltanto idee di altri, senza inventare nulla, mentre un filosofo può partorire tante belle idee, ma non arriva a nulla di concreto.

Questo è vero, ma se nessuno avesse più idee nuove il progresso finirebbe e tutta la matematica sarebbe pressochè inutile. Gli ingegneri diverrebbero più o meno come dei computer che sanno risolvere calcoli complicatissimi, ma che sono assolutamente inerti se qualcuno non da l'input.

Perchè dunque le materie umanistiche sono necessarie almeno quanto quelle scientifiche? Perchè abituano il cervello a pensare, a fare collegamenti, a conoscere le esperienze passate per rielaborarle nel presente.
Il latino e la musica abituano il cervello alla logica quanto la matematica.

Mi viene in mente un esempio: ogni ingegnere sa che il Watt è l'unità di misura della potenza, ma quanti ingegneri sanno chi fu James Watt? Che cosa fece nella sua vita? Quali problemi si trovò ad affrontare e come li risolse?
La storia, materia umanistica per eccellenza, non è soltanto un mero susseguirsi di date ed eventi, ma può rappresentare una lezione: capire come certi uomini hanno affrontato e superato determinati problemi può fornire un "metodo" per affrontare e superare anche i problemi attuali.

Un ingegnere che non pensa, che si attiene strettamente al suo manuale e legge solo quello senza interessarsi a null'altro, che non analizza il presente ed il passato per trovare le soluzioni future, non ha capito il suo vero ruolo o quantomeno lo banalizza.

Una umanità piena di ragazzi che studiano solo materie scientifiche, non ha futuro perchè il pensiero va oltre la matematica, la quale è solo il carburante di un motore che è l'immaginazione e l'uno non può funzionare senza l'altra, sono interdipendenti.

Sono le due facce della stessa medaglia, yin e yang come direbbero i cinesi.

Questa tesi è dimostrata ampiamente nella società: spesso infatti l'ingegnere ha un ruolo tecnico, è un mero finalizzatore di idee altrui, di politici o di dirigenti che spesso sono laureati in materie umanistiche.

Ad esempio parlare un linguaggio forbito ed essere esperti nell'arte della dialettica di certo non serve a costruire un ponte, ma altrettanto certamente può servire a farsi eleggere sindaco di una città, parlamentare o magari a diventare Presidente del Consiglio, e ad avere al proprio servizio tanti ingegneri che realizzino le nostre idee!

In definitiva sbaglia chi ritiene che le materie "umanistiche" siano inutili o che sia importante solo studiare le scienze, perchè si rischia il completo inaridimento cerebrale.

Studiarsi bene il manuale è indispensabile, ma leggere un libro ogni tanto può essere altrettanto utile, così come ascoltare un concerto di musica o come visitare una mostra d'arte.

Lasciamo quindi da parte il razzismo ingegneristico e il primato scientifico-matematico e diamo anche alle materie umanistiche e all'arte (in ogni sua espressione) la dovuta importanza.

23 gennaio 2007

Nubi di Tempesta sul Libano

Riprende la lotta in Libano con Hezbollah che questa volta non si scontra con Israele, ma organizza uno sciopero nazionale contro il governo di Seniora.

I manifestanti, oltre a chiudere negozi e disertare i posti di lavoro, hanno bruciato degli pneumatici e innalzato dei posti di blocco interrompendo il traffico automobilistico da e per Beirut.

La protesta era stata annunciata già venerdì dallo Sceicco Nasrallah, il capo di Hezbollah, il quale chiedeva, insieme alle minoranze cristiane, le dimissioni del primo ministro e la formazione di un nuovo governo di unità nazionale in cui sciiti e cristiani avessero maggiori poteri.

Gli scontri hanno provocato alcuni morti e decine di feriti ed è dovuto intervenire l'esercito per sedare alcuni rivoltosi.

Il conflitto tra sciiti e sunniti rischia quindi di allargarsi anche a questa area del medio-oriente in cui, non dimentichiamolo, l'Italia ha un contingente di 3000 uomini che potrebbero ritrovarsi in una situazione difficile.

Il Medio Oriente sembra sempre più una polveriera sul punto di esplodere!

22 gennaio 2007

Grande Football NFL!

Sono reduce da una nottata di Football americano iniziata alle 21:00 e terminata solo pochi minuti fa (4:30) in cui ho assistito alle finali di Conference della NFC e della AFC le cui vincenti si sfideranno tra due settimane a Miami nel Superbowl XLI.

Nella NFC si scontrano la numero 1 del seeding, i Chicago Bears , contro la numero 2, i New Orleans Saints.

I Saints partono favoriti dai pronostici per via del loro ottimo bilanciamento tra un attacco stellare, con Breese in cabina di regia, McAllister e Bush running-back e l'ottimo rookie Colston (scelto dai Saints solo al 7 giro del draft) come bersaglio per i lanci, e una ottima difesa.

I Bears sembrano invece una squadra molto più sbilanciata: difesa fortissima, con Urlacher e Briggs su tutti, ma attacco decisamente asfittico a causa dello scarso rendimento del giovane QB Rex Grossman.

New Orleans parte però malissimo con tante penalità e ben 3 fumble (di cui solo uno recuperato) che portano a 3 field goals realizzati dal Kicker di Chicago, Robbie Gould. CHI 9- NOR 0

I Saints sembrano completamente fuori dalla partita, mentre i Bears si affidano al gioco di corse con il duo Benson-Jones.

Quest'ultimo in particolare è molto ispirato e con un drive da 69 yards concluso con un TD porta i Bears sul 16-0 (foto prese da NFL.com).





I Saints sono con le spalle al muro, ma finalmente Drew Breese riesce a carburare mettendo assieme un ottimo drive da 73 yards con due super ricezioni di Colston, di cui una regala ai Saints il primo TD. CHI 16 - NOR 7


La marea sembra cambiata al Soldier Field di Chicago quando una corsa da 88 yards del rookie Reggie Bush terminata con un salto mortale nella End-Zone porta i Saints a soli due punti di distanza dai Bears. CHI 16 - NOR 14


Il grande sforzo dei Saints viene però vanificato da un errore non degno di un quarterback esperto come Breese che, messo sotto pressione dalla linea difensiva dei Bears, lancia un lancio volutamente incompleto dalla sua End-Zone in una zona dove non c'erano ricevitori (penalità chiamata "intentional grounding") che gli costa una Safety, ovvero 2 punti e palla a Chicago. CHI 18 - NOR 14





Da questo momento i Bears dominano la partita grazie anche a dei buoni lanci di Grossman e ai molti errori dei Saints.

La partita finisce 39-14 per Chicago che conquista il primo posto per il Superbowl di Miami.

Grossman chiude con un 11 su 26 per 144 yards e 1 TD, Thomas Jones corre 123 yads in 19 portate e 2 TD e il suo collega Benson ne totalizza 60 in 24 tentativi e 1 TD. Tra i ricevitori il migliore è Berrian con 85 yards in 5 ricezioni e 1 TD.

Per i Saints, Brees chiude con un 27 su 49 per 354 yards, 2 TD e 1 intercetto; il fenomeno Bush mette insieme 132 yards e 1 TD di ricezione ma solo 19 di corsa, Colston 63 yads e 1 TD in 5 prese, ma il vero latitante è stato McAllister il quale, forse a causa di un problema ad un ginocchio mette insieme solo 18 yards di corsa in 6 portate.





Nella sfida per il titolo della America Football League si fronteggiano le due più acerrime rivali degli ultimi anni: i New England Patriots di Belichick e Tom Brady contro gli Indianapolis Colts di Payton Manning e Marvin Harrison.

Questa è la terza sfida di play-offs tra le due franchigie e nei due precedenti, giocati entrambi al Foxboro Stadium di Boston, i Patriots si erano sempre imposti sui Colts.

Stavolta però Manning e compagni si sono trovati a poter giocare il Championship in casa, in uno stadio coperto che favorisce il loro gioco di attacco.

I Patriots hanno però iniziato alla grande portandosi in vantaggio con una azione rocambolesca: corsa di Maroney che perde la palla ad una yarda dalla End-Zone; si accende una mischia che spinge la palla oltre la linea di meta dove un uomo della linea di attacco di New England, Logan Mankins, la prende per un facile TD. NWE 7 - IND 0


I Colts rispondono con un buon drive che termina con un field goal dell'ex kicker dei Pats Adam Vinatieri. NWE 7 - IND 3

I Patriots sono però ben più concreti e mettono assieme un TD di corsa realizzato da Corey Dillon e uno su ritorno di intercetto di Asante Samuel. NWE 21 - IND 3





I Colts si trovano sotto di ben 18 punti, che si riducono a 15 prima dell'intervallo grazie ad un altro calcio di Vinatieri. NWE 21 - IND 6

Il secondo tempo è tutta un'altra musica: Manning si dimostra un vero campione e mette assieme due drive vincenti e convincenti che portano ai TD dello stesso Manning (su corsa) e del panciuto Dan Klecko che, convertito da 2 punti, porta i Colts al pareggio. NWE 21 - IND 21



Brady e compagni però non si scoraggiano e dopo un ritorno di kick-off da 80 yards del CB Hobbs, si riportano in vantaggio grazie al TD pass da 6 yds ricevuto da Gaffney. NWE 28 - IND 21

Payton Manning deve rimettersi all'opera e lo fa in maniera impeccabile con un drive che termina con un altro fumble portato in meta da un uomo della linea offensiva dei Colts, Saturday, per il 28 pari. Non era mai successo che in una partita di play-off NFL venissero segnati due TD da uomini della linea offensiva (che di solito servono solamente a proteggere il QB e a creare varchi per le corse). NWE 28 - IND 28

Gli attacchi sembrano aver preso le misure alle difese le quali appaiono molto stanche ed i drives successivi portano 2 field goal per i Patriots e 1 per i Colts. NWE 34 - IND 31


Payton Manning si trova così a dover gestire il drive della vittoria a 2:17 dalla fine e con 2 Time-Out a disposizione.

Il QB dei Colts trova tre lanci completi per Reggie Wayne (11 yards), per Fletcher (32 yards) e ancora per Wayne (14 yards).


Dopo una penalità molto dubbia, un roughing the passer da 15 yards, i Colts si trovano così a solo 11 yards dalla linea di meta con più di un minuto sul cronometro.

La palla va al running-back rookie James Addai che, dopo tre portate, riesce a giungere intoccato in End-Zone portando per la prima volta in vantaggio i Colts. IND 38 - NWE 34

Brady ha dunque un solo minuto per tentare di girare la partita, ma questa volta il miracolo non gli riesce e l'intercetto di Jackson pone fine alle speranze dei Patriots e dà inizio ai festeggiamenti di Manning, Dungie e dell'intera compagine dell'Indiana per la prima volta al SB.

Le statistiche dicono che Manning ha chiuso con un 27 su 47 per 349 yards con un TD pass e 1 intercetto. Desmond Clark ha ricevuto 6 palloni per 135 yards, mentre i RB Addai e Rhodes hanno corso 28 volte per complessive 125 yards e 1 td (anche Manning ha un TD su corsa per 1 yarda di guadagno).


Brady ha invece concluso con un 21 su 34 per 232 yards con 1 TD e un intercetto nel finale. Dillon ha corso 7 volte per 48 yards e 1 TD, mentre tra i ricevitori si è salvato il solo Gaffney che ha preso 3 palloni per 37 yards tra cui la bellissima presa volante al limite dell'End-Zone dei Colts che è valsa il TD del 28-21.

Nel Superbowl numero 41 siincontreranno dunque i Chicago Bears e gli Indianapolis Colts in una sfida tra una squadra prettamente difensiva e una a trazione anteriore.

Se è vero il detto che l'attacco vende i biglietti e la difesa vince le partite, i favoriti d'obbligo dovrebbero essere i Bears, ma con questo Payton Manning e questi Colts, autori di una delle più belle rimonte della storia del football, nulla può essere dato per scontato!

Un altra curiosità statistica è data dal fatto che entrambi i coach arrivati al SB, Lovie Smith e Tony Dungie, sono di colore (tra l'altro hanno anche lavorato insieme nei Tampa Bay Buccaniers) e sono i primi head-coach afro-americani a raggiungere la finale e quindi il vincente sarà anche il primo a ottenere la vittoria finale.

Non rimane che aspettare due settimane in attesa dell'evento più seguito al mondo: il XLI SUPERBOWL NFL.

Stay tuned!



20 gennaio 2007

Un Talebano a Senigallia!

Da qualche giorno a Senigallia si vede circolare un losco individuo potenzialmente armato e pericoloso.
Un fotografo sprezzante del pericolo è riuscito nell'impresa di immortalare il suo sguardo cattivo e privo di scrupoli (vedi foto).


La polizia ritiene che sia un talebano appena arrivato da un campo di addestramento di Al Qaeda in Egitto e che forse sta progettando un attentato terroristico.
Chiunque lo vedesse è pregato di contattare immediatamente le autorità!
Scherzi a parte, indìco un bel sondaggione tra i lettori di Gaspatcho:

LOOK TALEBANO, CHE FARE?
1-Lascia crescere la barba fin quando non ti arriva ai piedi!
2-Gira la testa di 180° in modo da avere più capelli!
3-Fatti venire un bernoccolo nero in fronte in modo da sembrare un perfetto fondamentalista islamico!
4-Usa una lametta, Barbùn!
Via con la votazione.

18 gennaio 2007

In Mezzo al Guado

Giorno dopo giorno, mese dopo mese, gli americani in Iraq ricordano sempre più una carovana di pionieri nel mezzo del guado di un grosso fiume la cui portata si ingrossa velocemente.

Alcuni propendono per continuare l'attraversamento (una ipotetica escalation militare), altri per ritornare indietro (disimpegno), ma il rischio concreto è che nel tira e molla tra i litiganti, essi rimangano in mezzo al guado all'arrivo dell'ondata di piena (cioè con pochi uomini e senza un piano nel bel mezzo di una guerra civile).

L'amministrazione Bush sembra aver scelto la prima opzione, cioè quella dell'escalation militare, inviando altri 20.000 uomini ad ingrossare le fila di un esercito in palese difficoltà.

Ma a cosa servono in concreto questi uomini?

Se ci fosse una guerra convenzionale il loro ruolo sarebbe chiaro, ma nel contesto iracheno non si vede la loro reale utilità.

Come forza di ordine pubblico sono come una goccia in un oceano, poichè l'Iraq è talmente vasto e popoloso che richiederebbe un contingente ben maggiore. In che modo si potrebbe impiegarli? Non certo mettendo un marine ad ogni incrocio come si fa con i vigili urbani e neanche usandoli come forze di polizia dato che, operando in uno scenario di guerra in cui quasi tutti sono armati fino ai denti, finirebbero per diventare dei bersagli o dei capri espiatori.

Ma questi soldati non potranno essere usati neanche con tattiche convenzionali perchè la guerra irachena è massimamente asimmetrica e tutta la potenza di fuoco americana è inutile contro dei bersagli che si nascondono e si mescolano tra la popolazione civile.

Proseguendo cocciutamente su questa strada, Bush sta perdendo l'appoggio del suo stesso partito come si legge in un interessante articolo di Newsweek dal titolo esplicativo: "The Republican Revolt - How close is Bush to losing is own party".

La paura di fondo è sempre la famigerata "sindrome del Vietnam" ovvero di una guerra in cui l'escalation militare abbia effetti disastrosi.

I Democratici, guidati dalla pasionaria Nancy Pelosi, e gran parte dei "realisti" sembrano invece propendere per la strada del "disimpegno", cioè far tornare il grosso dell'esercito e far rimanere solo delle forze che prevengano delle possibili intromissioni "esterne" e che controllino le "risorse strategiche" dando solo un appoggio al governo legittimo iracheno.

Questa soluzione sembra molto cinica e anche un pò machiavellica:

-Cinica perchè gli americani si tirerebbero fuori dai guai passando la patata bollente agli stessi iracheni.
-Machiavellica perchè, lasciando sunniti, sciiti e curdi a combattersi tra loro, gli americani farebbero un pò ciò che i Romani facevano coi popoli sottomessi: Divide et Impera.

A prima vista ciò sembrerebbe molto semplice e pragmatico, se non ci fossero alcuni aspetti da considerare.

In primis il conflitto si potrebbe estendere a tutta l'aria mediorentale dato che, probabilmente, le potenze confinanti (Arabia Saudita e Iran su tutti) non vedrebbero certo di buon occhio la sconfitta dei propri correligionari, e l'eccessiva autonomia di un popolo come quello curdo minaccerebbe gravemente anche l'unità della stessa Turchia, che avrebbe così un pretesto per intervenire.

Un conflitto di questa portata in una zona del mondo tanto nevralgica (soprattutto per la stabilità energetica mondiale) non è certo auspicabile da nessuno.

In secondo luogo viene da chiedersi quale governo sosterrebbero gli americani visto che recentemente la stessa Condoleeza Rice ha delegittimato il premier al-Maliki, eletto "democraticamente" solo pochi mesi fa, invitandolo a proseguire nella strada della conciliazione coi sunniti con più veemenza ed in tempi più stretti (in pratica è una specie di ultimatum del tipo o fai qualcosa o ti mandiamo a casa).

Insomma tra escalation e disimpegno, l'America rischia seriamente di rimanere in mezzo al guado in una guerra civile sempre più intensa (le cronache raccontano quotidianamente di stragi e attentati) senza avere nè i mezzi nè una strategia per contrastarla efficacemente.

Una sfida veramente complessa che si gioca simultaneamente a Baghdad e a Washington, di cui oggi non si riesce ad intravedere il possibile esito finale e che promette di essere uno dei motivi topici nella corsa alla Casa Bianca del 2008.

17 gennaio 2007

Cos'è un blog e perchè ne ho creato uno?

Partendo dallo spunto fornitomi da Luca (su Pandemia) qualche giorno addietro, mi sono chiesto anche io che cosa sia un Blog e perchè ne ho creato uno mio personale.

Dopo lunghe riflessioni, sono giunto alla conclusione che un Blog non è altro che una scatola vuota che deve essere riempita con ciò che più ci aggrada (ogni argomento è permesso) e che ci da la possibilità di condividere le nostre idee, le nostre passioni, i nostri passatempi, ecc... con altre persone che hanno i nostri stessi interessi.

In pratica, attorno ad un Blog si viene a creare una vera e propria comunità in cui viene meno il concetto di spazialità e temporalità dato che ciò che scrivo oggi a Senigallia può essere letto anche fra un mese a Pechino (o in qualsiasi atro posto) ed in cui ognuno trova delle persone con i medesimi interessi (cosa che non è possibile neanche con i nostri più cari amici).

Insomma il Blog sta diventando uno degli strumenti più importanti per la diffusione delle idee e per poter discutere di argomenti che non riusciamo a trattare off-line.

Perchè dunque ho creato un Blog?
La risposta è bò, non lo so.
So soltanto che in una mattina insonne, durante il coma che ha colpito Popinga negli ultimi mesi, ho sentito la mancanza di uno spazio tutto mio per condividere quello che mi passa per il cervello con tutti coloro a cui interessano le mie esperienze e le mie elucubrazioni.

Così è nato Gaspatcho, quasi per caso.

Qualche amico di Popinga si è anche lamentato perchè "creando ognuno un Blog personale si rischia di polverizzare e di disperdere le informazioni".

Condivido in parte questa critica, però a me Gaspatcho piace (si sa che ogni scarrafone è bello a mamma soja) e continuerò a portarlo avanti non escudendo la mia partecipazione ad altri Blog, tra cui lo stesso Popinga, con cui ho avuto il piacere di collaborare fin dalla sua nascita.

Non ho tenuto il conto dei caratteri (dovevano essere al massimo 2000) e non so se sono stato chiaro, ma d'altronde che pretendete da uno che ha un Blog solo da un mese???

^________*

15 gennaio 2007

E' arrivato il Tokina 100mm f/2.8 Macro!

Un doppio squillo di citofono mi ha annunciato il lieto evento:

è arrivato il mio ultimo acquisto fotografico, il Tokina 100mm f/2.8 Macro.



Specifiche tecniche:

Mount availability: Canon and Nikon
Zoom Range: 100mm
Maximum Aperture: F/2.8
Minimum Aperture: F/32
Optical Construction: 9 Elements / 8GroupsMinimum
Focus Distance: 11.8 in. (30cm)
Macro Ratio: 1:1
Focus Limiter 1.28 to infinity
Number of Diaphragm Blades: 9
Filter Size: 55mm
Dimensions: 2.9 in. (73mm) X L 3.74 in. (95.1mm)
Weight: 19.0 oz. (540g)
Included Accessories: Dedicated Lens Hood

L'ho ordinato presso Italsystem (negozio molto rapido ed efficiente) e l'ho pagato poco meno di 400 Euro (spese di spedizione comprese).

Il Tokina 100mm sembra essere una valida alternativa al molto più costoso Nikon 105mm f / 2.8g if-ed af-s vr micro (che costa 900 euro) e mi servirà per foto naturalistiche (fiori, insetti, animali) ed anche per i ritratti, anche se non è pensato specificamente per questo uso.

Ora il mio corredo fotografico è completo e per altri n anni (dove n tenderebbe a + infinito) non prevedo nuovi acquisti (la fotografia è un hobby molto costoso!) perchè prima di comprare altre cose devo imparare ad usare bene quelle che ho!

Ecco una panoramica dei miei "attrezzi":

Nikon D70- Il mio gioiellino

Nikkor 18-70mm f/3.5-4.5G - obbiettivo tuttofare rapido, leggero e silenzioso. Da tenere sempre montato per qualsiasi eventualità.

Nikkor 50mm f/1.8 D - il classico "50ino" luminosissimo, rapido e leggero. Ideale per ritratti e situazioni di scarsa luce.

Tokina 100mm f/2.8 Macro - L'ultimo arrivo, devo ancora testarlo.

Tokina 12-24mm f/4 pro-dx - Un super grandangolo ad un prezzo accessibile. Costruzione molto solida, come tutti i Tokina, ha il grosso difetto di fare flares ogni volta che il sole entra nel campo inquadrato. Distorce abbastanza a 12mm, ma penso sia normale per un grandangolo così spinto.

Sigma 70-300mm f/4-5.6 APO Macro Super II - Tele-Obbiettivo molto economico, un pò buio ma di discreta qualità. E' abbastanza lento e qualche volta impreciso nel focheggiare, ma in condizioni di luce ottimale dà discrete soddisfazioni.

Flash Nikon SB-600.

Le foto potete ammirarle su Flickr (è gradito ogni commento più o meno benevolo!).

11 gennaio 2007

La Banda degli Onesti

Sfogliando il sole 24 ore on-line mi sono imbattuto in un interessante articolo riguardante la "Banda degli Onesti" ed il suo presidentissimo Massimo Moratti (nella foto).





La suddetta "Banda degli Onesti" questa estate ha messo uno dei suoi affiliati, il sig. Guido Rossi, a capo della Federcalcio italiana per avviare l'operazione "piedi puliti" (chissà che puzza c'era prima!).

Questa operazione ha portato alla retrocessione della Juventus, per non ben precisati reati, ed ha consegnato lo scudetto 2005-06 alla F.C. Internazionale (presidente Moratti e Tronchetti Provera grande azionista) che era dipinta da alcuni giornali (in primis la Gazzetta dello Sport di cui Tronchetti Provera è uno dei maggiori azionisti) come esempio di "società gestita in maniera onesta ed etica".

Tutto ciò nonostante il DS Oriali (cioè colui che riveste nell'Inter lo stesso ruolo che Moggi rivestiva nella Juventus) e il giocatore Alvaro recoba siano stati condannato in via definitiva da un tribunale penale per vari reati tra cui falso e ricettazione proprio nello stesso anno.

Da una agenzia Ansa:
" UDINE, 25 maggio 2006 - Il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe Lombardi, ha accolto la richiesta di patteggiamento dell'attaccante uruguayano dell'Inter, Alvaro Recoba, e di Gabriele Oriali, responsabile dell'area tecnica della società nerazzurra, infliggendo la pena di sei mesi di reclusione ciascuno (sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e ricettazione. I patteggiamenti sono stati definiti nell'ambito dell'inchiesta sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che invece, nella realtà, non avevano antenati in Europa. Nell'inchiesta, divisa in vari filoni, sono coinvolte 31 persone, fra le quali 12 calciatori. Oltre al concorso in falso per l'assenza di antenati in Europa, a Recoba e Oriali l'accusa contesta il reato di ricettazione relativo alla patente italiana ottenuta dal calciatore uruguayano, che faceva parte di un gruppo di documenti rubati negli uffici della Motorizzazione di Latina. "

Giova poi ricordare che la Telecom di Tronchetti Provera è finita pure sotto inchiesta per una lunghissima serie di intercettazioni illegali e per dei dossier commissionati dallo stesso Moratti ad uomini della sicurezza Telecom ed affiliati, per far controllare arbitri, giocatori ed i suoi rivali in affari configurando il tutto come un vero e proprio spionaggio industriale.

Caso strano, Moggi e la Juventus sono stati condannati e retrocessi proprio grazie a queste intercettazioni, che, comunque, non avevano dimostrato NESSUN ILLECITO (ex. art 1 del codice di giustizia sportiva) da parte dei dirigenti juventini (ma ci ha pensato il fido Guido Rossi a farli comunque punire severamente).

Ma dopo questa memoria storica torniamo all'attualità, nell'articolo del sole 24 ore sopra citato si parla apertamente di "BILANCI TAROCCATI":

"Con l'analisi dei conti dell'Inter si apre un'inchiesta del «Sole 24 Ore» sui bilanci delle società di calcio. Conti sempre traballanti, nonostante vengano partoriti nuovi artifici contabili. Dopo la legge salvacalcio, varata nel 2003 e bocciata dall'Ue, le squadre più "intraprendenti" hanno escogitato la rivalutazione e cessione del marchio. Ma si tratta di operazioni in famiglia: la cessione a se stessi.Questo ha consentito di mettere una toppa (di carta) ai buchi della gestione nei bilanci civilistici, nei quali formalmente vengono ammesse plusvalenze anche se realizzate in famiglia e quindi, in realtà, fasulle. Anche la Covisoc, la commissione della Figc che vigila sui conti delle squadre, dopo aver tentato l'affondo del rigore l'estate scorsa è stata tollerante sui conti taroccati.
L'Inter ha dichiarato una plusvalenza di 158 milioni a fine 2005 "vendendo" il marchio alla controllata Inter Brand Srl. Nel bilancio civilistico questo guadagno è stato utilizzato per ridurre le perdite. "

Insomma l'onesto Moratti, con artifizi contabili e cessioni fra le sue società, taroccava bellamente i bilanci e nessuno diceva niente perchè la COVISOC, cioè l'organo che deve controllare la regolarità dei bilanci delle squadre di calcio, dipende dalla FEDERCALCIO, e chi c'era a presiedere la federcalcio quest'estate?

Ma si dai il buon GUIDO ROSSI, non ve lo sarete mica scordato? Quello che è stato consigliere di amministrazione dell'Inter e che ora gestisce la Telecom di Tronchetti dopo aver terminato il suo mandato in Federcalcio con la consegna dello scudetto 2005-06 alla terza classificata: proprio l'Internazionale FC dei suoi compagni di merende.

Ora il cerchio è completo e tutto torna, ma ancora nessun Guariniello muove un dito per indagare su queste cose...

Ah già non si può indagare sugli ONESTI!

06 gennaio 2007

Salvare l'Alitalia? Tagliamo gli aeroporti!

Leggendo su "l'Espresso" una intervista al ministro dei trasporti Alessandro Bianchi, il professore designato dai comunisti italiani per guidare questo importante dicastero, sono venuto a conoscenza del "Piano Rosso" per salvare la moribonda Alitalia.


Innanzitutto bisogna ricordare che è tuttora in corso una OPA sul 100% delle azioni della nostra compagnia di bandiera dopo che lo Stato ha messo in vendita il 30% dell'intero capitale azionario.
Prodi ha infatti capito che nella situazione attuale non ci sono margini di manovra per far tornare la società in attivo e non è più possibile finanziarla in eterno con i soldi provenienti dall'erario.

La soluzione sarebbe intelligente in via teorica anche se i paletti posti dall'estrema sinistra rischiano di farla naufragare miseramente.

Se il governo pensa di obbligare gli ipotetici compratori a mantenere gli attuali livelli occupazionali, gli attuali livelli salariali, di mantenere le tratte in perdita, chi sarebbe così pazzo da spendere più di 2 miliardi di Euro per accollarsi una azienda che solo nel 2006 ha perso più di 200 milioni di Euro?

Montezemolo ha già detto che gli imprenditori italiani non sono dei kamikaze, ma anche quelli stranieri dovrebbero essere degli autolesionisti per acquistare una società in queste condizioni.

Le soluzioni sembrerebbo due:

-la prima consiste nell'allentamento dei vincoli occupazionali e salariali, il vero problema della nostra compagnia di bandiera, permettendo al nuovo management di farli arrivare a quei livelli medi europei che permettono a molte compagnie di bandiera di produrre utili.
Questa soluzione non piace però ai comunisti (ma anche la destra ha fatto la sua parte da questo punto di vista), ai sindacati confederali e a tutta quella miriade di sigle sindacali che, col loro conservatorismo e con la loro chiusura, hanno portato allo sfascio l'Alitalia.

-la seconda è il fallimento della società nel caso in cui l'asta andasse deserta.
Questo fallimento, in realtà, non sarebbe una catastrofe, come dimostrato nei casi della belga "Sabena" e della svizzera "Swissair, società per cui il portare i libri in tribunale è stato funzionale ad un successivo rilancio verso la redditività.

Il ministro Bianchi ne ha invece formulata una terza che lascia un pò perplessi e interdetti: per salvare l'Alitalia bisogna bruciare il terreno in cui si muovono le compagnie low cost.
La trovata geniale del ministro consiste infatti nel taglio degli aeroporti minori (quelli usati proprio dalle low cost), declassando quelli sotto un milione di passeggeri da "internazionali" a "nazionali, regionali o stagionali".

In questo modo, aeroporti come Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste e tanti altri, perderebbero le linee internazionali dei vettori a basso prezzo i quali si troverebbero praticamente fuori dal mercato italiano da un giorno all'altro.

Bianchi non nasconde affatto la volontà di aiutare Alitalia che secondo lui "finora è stata molto danneggiata dalle compagnie low cost".

Qualcuno però dovrebbe spiegargli che il fenomeno delle "low cost" non esiste solo in Italia, ma negli altri paesi le compagnie di bandiera producono lo stesso degli utili. Perchè?

E' chiaro ad ogni persona di buon senso che i problemi di Alitalia sono interni all'azienda, ma, siccome questi problemi non vogliono essere affrontati e risolti, si cercano misure protezionistiche per rendere meno concorrenziale il mercato in cui opera.

Bianchi in questo caso sbaglia sia la diagnosi sia la cura e così il malato potrà probabilmente rimanere in vita grazie a questa specie di respiratore artificiale, ma certamente non potrà mai guarire.

Nel concreto i risultati di questa operazione saranno:

-L'abbandono dell'Italia da parte delle linee low cost che produrrà una diminuzione della disponibilità di voli soprattutto internazionali ed un aumento esponenziale dei costi dei biglietti aerei (visto che potremo viaggiare solo con le tariffe Alitalia).

-Una diminuzione della possibilità di viaggiare in aereo per le classi meno abbienti, le quali erano le più avvantaggiate dalla possibilità di muoversi a prezzi bassi e di avere degli aeroporti più vicini ai luoghi di residenza.

-La scomparsa di un "mercato" con il ritorno di un altro monopolio di fatto.

-La perdita di turisti stranieri, che non potranno più venire in Italia a prezzi competitivi e sceglieranno quindi altre mete. Sono infatti le compagnie low cost a dettare le mete turistiche alla stragrande maggioranza dei viaggiatori.

Raramente si sono visti casi di miopia politica così eclatanti.

Viene da chiedersi che cosa significhi veramente, al giorno d'oggi, definirsi comunisti.

I comunisti dovrebbero essere dalla parte dei ceti meno abbienti e popolari, coloro che hanno minori possibilità (anche di viaggiare) e che costituiscono la stragrande maggioranza dei "consumatori".

Invece questi "comunisti" hanno il solo scopo di difendere dei lavoratori che sono già iper-tutelati, che guadagnano molto di più dei loro corrispettivi europei (non faccio confronti con la Cina, ma con paesi a noi omogenei) e che hanno una produttività nettamente inferiore.

Come al solito per difendere dei privilegi, ed in questo caso la parola privilegio calza a pennello, a rimetterci sarà la stragrande maggioranza dei consumatori!

A rimetterci saranno proprio i ceti che votano a sinistra.

A rimetterci sarà l'intero paese.

Complimenti Sig. Bianchi, lei ha proprio delle belle idee!