29 gennaio 2007

L'Iran Scopre le sue Carte.

Come accennavo recentemente nel mio articolo "In Mezzo al Guado", all'Iran non dispiace affatto la attuale situazione irachena che vede gli sciiti in possesso di tutti i posti chiave del potere.

Finora però il governo di Teheran era rimasto nell'ombra a giocare un ruolo di secondo piano e mantenendo volutamente un basso profilo (almeno ufficialmente).

Adesso invece sembra che gli iraniani si siano decisi a scendere direttamente nell'arena, stringendo vincoli sempre più forti col nuovo governo iracheno, quello eletto "democraticamente" solo pochi mesi fa con l'avallo degli USA e di tutta la comunità internazionale.

L'ambasciatore iraniano in Iraq, Hassan Kazemi Qumi, ha svelato un ambizioso piano che prevede una grande espansione dei legami economici e militari del regime di Teheran col suo vicino ex-nemico.


Gli iraniani hanno intenzione di prendere parte alla ricostruzione dell'Iraq basandosi sul know-how acquisito dopo la guerra degli anni '80 e vogliono sostituire gli Stati Uniti nel compito di addestramento dell'esercito iracheno.

L'ambasciatore ammette esplicitamente che il piano iraniano andrà ad inasprire la tensione già esistente tra Washington e Teheran.

Negli ultimi mesi infatti, i soldati americani hanno arrestato diversi agenti iraniani infiltrati in Iraq ed il presidente Bush ha esplicitamente autorizzato i suoi militare a compiere qualsiasi azione contro cittadini iraniani che siano coinvolti in atti ostili verso gli americani.

Insomma, mentre l'amministrazione Bush sta facendo passi indietro nei confronti del governo dello sciita al-Maliki, gli iraniani hanno scoperto le carte e vogliono dare man forte ai loro correligionari iraqeni.

Il tutto mentre la tensione sta raggiungendo livelli critici in tutto il Medio Oriente.

-In Palestina il conflitto tra i membri di al-fatah e quelli di Hamas è sempre più forte e sanguinoso.
-In Libano gli sciiti filo-iraniani di Hezbollah spingono per ottenere più potere a discapito della maggioranza sunnita e dei moderati.
-Israele è sempre il bersaglio privilegiato di tutti i fanatici fondamentalisti tra cui lo stesso presidente iraniano Ahmadinejad (ultimo attentato proprio ieri ad Eilat).
-Il braccio di ferro tra Stati Uniti ed Iran sul nucleare è sempre più forte e rischia di incrinare ancora di più i rapporti tra Occidente, Cina e Russia.

Inoltre alcuni attori principali (Egitto, Arabia Saudita, Turchia) sembrano attendere lo sviluppo degli eventi prima di prendere una loro posizione.

Se gli americani hanno attaccato l'Iraq per stabilizzare il Medio Oriente, hanno certamente fallito nel loro intento!

Tutto non è ancora perduto, ma l'escalation di violenza che pervade tutto il mondo arabo mi sembra evidente e non si vedono delle vie possibili per invertire questa tendenza.

Ora che gli iraniani hanno chiarito il loro gioco, il pallino dell'azione deve tornare nelle mani degli americani che però sembrano molto meno convinti dei loro rivali su quali azioni intraprendere per disinnescare la bomba mediorentale.

Proprio ieri la nuova candidata alle elezioni presidenziali del 2008, Hillary Clinton, ha proposto un tetto al numero di soldati da inviare in Iraq e ha chiesto a Bush "di stabilizzare l'Iraq e di riportare a casa le truppe prima della fine del suo mandato".

Più facile a dirsi che a farsi dear Hillary!

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