02 marzo 2007

Prodi passa: per 15 giorni siamo tranquilli.


Si scontato alla Camera per la fiducia al governo Prodi.

Dopo il fotofinish del Senato -con vari salti del fosso (Follini e De Gregorio), con vecchi senatori che annunciano commossi la loro astensione perchè: "le coppie omosessuali non sono il futuro che vogliamo per i nostri giovani" (Andreotti), con i "dissidenti" che rientrano nei ranghi e votano la fiducia stracciandosi le vesti e annunciando che ai prossimi passaggi importanti voteranno contro Prodi- la fiducia era solo una formalità.

Insomma la solita pantomima italiana con 20 partiti (sia di maggioranza sia di opposizione) che riescono ad esprimere sullo stesso tema 20 posizioni differenti: si, si ma, si ma però, si ma però perchè acciocchè, no, no ma, no ma però, e così via.

Il governo Prodi avrà quindi altri 15 giorni di vita tranquilla, almeno fino alla discussione sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, a cui Togliatto (ehm Turigliatto) ha già annunciato il suo voto contrario e magari lo seguirà qualche altro sig. Rossi del caso.

Andando avanti in questo modo si richia veramente una crisi di governo ogni 15 giorni, sempre che qualche nuovo fatto internazionale (tipo un attacco dei talebani in Afghanistan con qualche morto italiano) non faccia cadere Prodi istantaneamente.

La mia opinione è che il premier aveva fatto bene a dimettersi e non avrebbe dovuto ripresentarsi: ci sarebbe stata maggior chiarezza, qualcuno avrebbe dovuto finalmente assumersi le proprie responsabilità (cosa che in Italia non accade mai) e magari sarebbe iniziato un vero processo di cambiamento politico almeno nel centro-sinistra.

Tutti gli italiani hanno infatti capito che ci sono dei partiti di "governo" e dei partiti che sanno fare solo opposizione, che sanno dire solo NO, che cercano solo dei pretesti per mantenere la loro visibilità anche manifestando contro ciò che hanno approvato essi stessi.

Insomma Prodi avrebbe potuto comportarsi come Schroeder, che ha preferito allearsi con i Cristiano Democratici, piuttosto che fare una coalizione rosso-verde.

Certo in Italia esiste il problema che nell'altro schieramento non c'è gente seria come in Germania, ma Berlusconi, il nostro amato-odiato "Peron", il populista mediatico, l'uomo che ha più conflitti di interesse che capelli (almeno prima del trapianto).

Teniamoci dunque Prodi, il comandante che naviga a vista temendo ogni giorno un ammutinamento, che per piacere a tutti probabilmente non farà nulla, o farà il meno possibile (l'andazzo è già chiaro vedendo cosa succede a DICO).

Piccolo cabotaggio per la solita, piccola, italietta.

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