07 marzo 2007

Addio Ruini, non ti rimpiangeremo.


Ruini se ne è andato, si è dimesso dal ruolo di presidente della Conferenza Epsicopale Italiana (CEI) ed è stato sostituito dall'arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, pur rimanendo accanto a Bendetto XVI, di cui è stato grande elettore, nel ruolo di cardinale vicario.

La figura di Ruini è stata molto controversa, un uomo ed un prelato di rottura che non ha mai cercato il compromesso ed ha ridato alla Chiesa Cattolica una importanza preminente nella politica e nella società italiana dopo molti anni di grigiore e di battaglie di retroguardia.

Ruini ha rafforzato l'influenza dei cattolici, proprio quando sembrava che la secolarizzaione della società avesse chiuso la Chiesa in un angolo, con una lotta che ha messo anche in crisi il rapporto con lo Stato repubblicano.

L' offensiva è iniziata con l'ottenimento dell' 8 per mille, che rappresenta anche oggi una delle maggiori entrate della Chiesa, e si è poi sviluppata soprattutto dopo il terremoto di mani pulite che pose fine al partito dei cattolici, la Democrazia Cristiana, e diede inizio alla loro diaspora nel nuovo sistema bipolare.

Questa occasione fu colta più come una opportunità che come un disastro: la Chiesa infatti si è ritrovata con i suoi referenti nei posti chiave di entrambi gli schieramenti e con la possibilità pratica di influenzare ogni governo repubblicano, di destra o di sinistra.

La linea interventista è durata fino ai nostri giorni ed ha toccato il suo apice con il Referendum sulla procreazione assistita del 2005.

In quella occaisone il Vaticano e Ruini sono scesi in piazza in una maniera senza precedenti invitando il popolo italiano a disertare una consultazione democratica senza nessuna remora e tirandosi fuori dall'ombra in cui la Chiesa si era sempre tenuta nelle occasioni più importanti della democrazia italiana.

Ruini ha quindi innescato una lotta aperta tra la Chiesa e i laici, sempre più in crisi di identità, dopo la fine delle ideologie e dopo l'ascesa prepotente del fondamentalismo islamico.

Su queso tema, la nuova strategia del Vaticano è apparsa fin troppo chiara già al tempo dell'omelia tenuta da Ruini durante la messa per i defunti di Nassiriya dove disse: "noi non fuggiremo davanti ai terroristi, li fronteggeremo".

Una direzione completamente opposta a quella indicata più volte da Papa Giovanni Paolo II che aveva sempre spinto in direzione della pace e della convivenza tra i popoli di diversa religione.

Se l'Islam attacca, la Chiesa avalla una risposta anche militare.

Ma l'offensiva più grande, Camillo Ruini l'ha fatta sui temi etici e sociali:


  • Sulla famiglia, messa in contrapposizione con qualsiasi altra forma di convivenza di cui la Chiesa vuole negare persino l'esistenza.

  • Sulla bioetica, con la battaglia contro la fecondazione assistita e contro la sperimentazioni sugli embrioni.

  • Sull'eutanasia, negando persino il funerale cattolico a Piergiorgio Welby.

Ruini ha dunque lottato per ridare forza alla Chiesa Cattolica senza temere di creare dissenso attorno ad essa.

"Meglio ciriticati che irrilevanti", soleva dire.

Certo la sua battaglia è stata legittima, ma vista dal punto di vista di un laico non credente è molto inquietante, soprattutto se messa in contatto con la lotta di Papa Benedetto XVI contro il relativismo etico.

Per il Chiesa il pensiero deve essere Unico (un pò come sostenevano Stalin e Hitler) e su certi temi non c'è possibilità di discussione con chi la pensa diversamente.

Un atteggiamento tutt'altro che democratico!

La Chiesa sotto Ruini è diventata un Partito Politico finanziato dai soldi di tutta la collettività e questo fatto è intollerabile.

Nessuno nega che la Chiesa possa esprimere il suo parere sui temi che ritiene più importanti, ma certamente non può mettersi a fare campagna elettorale con i soldi presi dall' 8 per mille (con cui si sono pagati anche i volantini contro il referendum del 2005).

In questo caso lo Stato dovrebbe interrogarsi e ripensare il Concordato firmato da Craxi, anche se, con i ruiniani sparsi in tuitti gli schieramenti, questa sarà una mera utopia.

In definitiva a me Ruini non è mai piaciuto e quindi certamente non lo rimpiangerò anche se sappiamo già che il suo sostituto, Angelo Bagnasco, è un ruiniano di ferro ed è stato scelto per continuare nella strada intrapresa dal suo predecessore.

Staremo a vedere; per ora non ci resta che salutare con gioia l'addio di Ruini.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido in toto.
Brindiamo all'evento, finché si può.

Anonimo ha detto...

Premesso che sono cattolico, ma questo modo di fare della Chiesa non mi è mai piaciuto. Condivido a pieno il tuo post, anche se credo che con Bagnasco la musica non cambierà assolutamente.

La Chiesa ha un compito da svolgere, la politica un altro. Non possono mischiarsi i ruoli.

Speriamo bene...

Libero Pensatore ha detto...

La chiesa non ha ruoli, solo fissazioni.

Riflettere è la virtù dei saggi.