Obama ha infatti vinto con ampio margine (15 punti percentuali) in North Carolina, stato del Sud con ampia rappresentanza dell'elettorato afro-americano, mentre Hillary ha vinto per un soffio (neanche un punto percentuale) nello stato dell'Indiana, stato del Nord industriale, in dificoltà economica e con ampie sacche di protesta sociale.
Grazie al metodo di conteggio dei delegati, adottato dal Partito Democratico, Obama aumenta il suo vantaggio su Hillary, ma sicuramente nessuno raggiungerà il fatidico numero di 2025 che garantisce l'elezione alla prossima convention di Denver.
Sembra sempre più certo che dovrà essere l'establishment del partito a scegliere quale sarà il candidato da contrapporre al repubblicano John McCain ed il protrarsi di queste primarie non fa altro che avvantaggiare il candidato del GOP, che può risparmiare risorse e studiare i punti deboli del suo futuro avversario, chiunque esso sia.
Come ho già detto, l'elettorato democratico è profondamente ed insanabilemente diviso:
- i giovani fino a 44 anni votano per Obama, gli anziani votano in massa per la Clinton.
- il Sud vota per Obama, il Nord per la Clinton.
- le città preferiscono Obama, le zone rurali la Clinton.
- gli afro-americani votano in massa per Obama, gli altri gruppi razziali, in una sorta di invidia etnica, stanno con la Clinton, mentre l'elettorato bianco si divide sostanzialmente a metà.
- I più istruiti votano Obama, quelli con un livello scolastico più basso stanno con Hillary.
- I ceti più agiati votano Obama, i ceti più in difficoltà votano Clinton.
Il quadro appare abbastanza inquietante e non vorrei essere nei panni di chi dovrà fare la scelta del candidato, visto che ormai appare quasi scontato che il voto popolare non sarà decisivo.
Gaspatcho da tempo sostiene la candidatura di Barak Obama, ma ho una strana sensazione: se Obama dovesse farcela temo che molti sostenitori di Hillary voteranno per il candidato repubblicano, John McCain.
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