Come già ampiamente previsto da Gaspatcho e da quasi tutti gli analisti americani, Rudy Giuliani e John Edwards si sono ritirati dalla corsa per le nomination alle presidenziali, dopo le dure sconfitte subite da entrambi nell'importante stato della Florida.
Se il ritiro era scontato, non lo erano sicuramente gli esiti di queste decisioni e le conseguenze delle stesse sul proseguimento della campagna elettorale soprattutto in vista del "big tuesday".
Giuliani, che correva da "front runner" alla vigilia delle primarie, ha pagato caramente la sua folle strategia di ignorare i primi stati in cui si è votato e di puntare tutto sulla Florida.
Rudy è arrivato solo terzo nel "sunshine state" ed ha quindi capito che sarebbe stato inutile continuare la corsa.
Ha perciò deciso di sostenere l'ex eroe del Viet Nam, John McCain, poichè, a suo modo di vedere, è il candidato più "patriottico" e quindi il più indicato a guidare la nazione succedendo a George W. Bush.
Anche i membri del partito repubblicano di New York hanno seguito l'indicazione di Giuliani e dato il loro appooggio alla candidatura di McCain.
L'ex senatore dell'Arizona diventa quindi il grande favorito alla corsa per la nomination repubblicana che, di fatto, si restringe ad una sfida tra lui e Romney.
Edwards invece, pur abbandonando la corsa alla nomination, ha deciso di non appoggiare direttamente nessuno degli altri candidati democratici, ma ha solo invitato Hillary ed Obama a portare avanti le sue istanze progressiste (qualcuno dice populiste).
E' difficile capire cosa farà il suo elettorato, perché nonostante Edwards si definisse progressista il suo elettorato era tra la parte più conservatrice dell'elettorato democratico.
Insomma Edwards è rimasto schiacciato tra due immagini forti come quella del primo afro-americano e quella della prima donna, ma ora la sua dote elettorale potrebbe essere decisiva nella contesa tra i due candidati rimasti.
Il dato certo è che, dopo il voto della Florida, le primarie si sono ridotte a due duelli: Clinton-Obama fra i democratici e McCain-Romney tra i repubblicani.
Per sapere l'esito di queste sfide non ci resta che attendere il fatidico "big tuesday" del 5 febbraio!
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