22 gennaio 2008

Le Ragioni di Mastella.



Premetto in apertura di non essere mai stato un filo-mastelliano e di ritenere Clemente Mastella uno dei peggiori ministri della Giustizia che questo paese abbia mai avuto.

Non ho mai condiviso la sua linea iper-garantista e nelle sue diatribe con l'ex PM Antonio Di Pietro, ho sempre parteggiato per quest'ultimo.

Non ho assolutamente condiviso la legge sull'indulto così come è stata proposta dal governo e votata da larga parte del Parlamento (la colpa dunque non fu solo di Mastella).

Non ho condiviso la volontà di fare leggi che imbavagliassero la libertà di stampa.

Non ho condiviso mai gli attacchi che l'ormai ex-ministro ha effettuato contro la magistratura in generale e contro alcuni magistrati in particolare (come nel caso De Magistris).

Fatte queste premesse non posso però esimermi dall'affermare che questa tempesta giudiziaria sulla famiglia Mastella esprima soltanto la volontà di vendetta di una certa parte della magistratura nei confronti dell'operato dell'ex ministro della Giustizia.

Ci sono troppe coincidenze che fanno propendere per questa ipotesi e, siccome troppe coincidenze fanno una prova, non posso che dare ragione a Mastella quando denuncia la sua persecuzione da parte di alcuni magistrati.

E' strano per me dover dare ragione e dover difendere le ragioni di Mastella, uomo che, a mio modo di vedere, rappresenta tutte le problematiche che rendono inefficiente la politica italiana: il personalismo esasperato (anche quando si ha, a malapena, l'1% dei voti), il localismo (non a caso l'organo di partito di Mastella si chiama "il campanile"), il cerchiobottismo, il trasformismo, la politica del "do ut des" che alcuni chiamano "voto di scambio" in base alla quale si cerca di collocare in qualche posto pubblico ogni votante.

Insomma dover simpatizzare per questa persona mi imbarazza in maniera sconcertante, ma non si può nascondere l'evidenza di un attacco che per obiettivi, tempistica e attori risulta quantomai esplicito.

Che gli avvisi di garanzia arrivino da un magistrato che solo pochi giorni addietro aveva solidarizzato con De Magistris, cosa peraltro lodevole, usando parole di fuoco contro Mastella è una prova.

La contemporaneità di questi avvisi di garanzia con le decisioni del CSM sulla vicenda De Magistris è un'altra prova.

Il fatto che Mastella non venga colpito direttamente, ma tramite la moglie, la quale viene addirittura arrestata sulla base di intercettazioni telefoniche, ricorrendo ancora alla ipotesi di reato di "associazione a delinquere", sembra dare veramente ragione alla teoria persecutoria.

In definitiva si può avere tutta la disistima di questo mondo nei confronti del "Ceppalonide", ma in questa occasione non si può non dargli ragione quando difende se stesso e la sua famiglia da un atto chiaramente persecutorio.

Non era facile riuscire nell'impresa di far passare Mastella per una vittima, ma i magistrati di Santa Maria Capua Vetere ci sono riusciti.

Complimenti a loro per questa impresa, ma vorrei dargli solo il consiglio di indagare più a fondo sui fatti molto gravi che avvengono in Campania (ad es. le infiltrazioni della camorra nello smaltimento dei rifiuti) piuttosto che perdere tempo in battaglie politiche assolutamente sbagliate anche dal punto di vista tattico.

Mi chiedo poi a chi giovi questa situazione?

L'unico a perderci è stato Prodi che vede annullarsi la sua maggioranza parlamentare in almeno un ramo del parlamento e che rischia la crisi di governo.

Gli unici a guadagnarci sono Berlusconi ed i suoi soci che già chiedono a gran voce le lezioni anticipate (cosa che peraltro fanno ormai da quasi 2 anni).

Se è vero il detto latino "cui prodest, is fecit" si dovrebbe desumere che i magistrati sono veramente politicizzati, ma sicuramente non sono di sinistra!

Il vero dato politico è però quello che vede ancora una volta la magistratura decidere le sorti della politica cosa che, dopo mani pulite, sta avvenendo fin troppo frequentemente per non destare alcuni allarmi democratici!

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