24 gennaio 2007

Ingegneri e razzismo ideologico.

Avendo molti amici ingegneri, sento sovente ricorrere una massima di questo genere: servirebbero più ingegneri e meno laureati in materie umanistiche per risolvere tutti i problemi dell'Italia e del mondo!

Gli ingegneri sostengono dunque la tesi della superiorità della loro razza e della scienza su tutte le branche dello scibile umano.

Mi è venuta voglia di confutare questa tesi o almeno di mitigarla con qualche considerazione.

La prima cosa da considerare è il rapporto tra metafisica e fisica: come avviene ogni innovazione, ogni invenzione, ogni nuova scoperta?

Sicuramente nasce da una idea, cioè da un processo mentale, da un pensiero, da un ragionamento. Solo in un secondo momento entra in gioco il metodo scientifico e la matematica.

Insomma se la filosofia è lo spirito vitale, la matematica è soltanto un mezzo per provare la validità di una idea, per dimostrarla in maniera inconfutabile.

Einstein ha "pensato" la teoria della relatività prima di dimostrarla tramite la matematica. Non l'ha scoperta per caso mentre stava risolvendo delle equazioni.

Isacco Newton ha preso una mela in testa ed ha iniziato a pensare: perchè questa mela mi è caduta in testa invece di andare verso il cielo o verso qualsiasi altro posto?
Solo in un secondo momento, dopo aver analizzato gli eventi ed aver pensato a una possibile teoria, ha usato la matematica per dimostrare la validità dell'idea dell'attrazione gravitazionale.
Prima viene la metafisica e poi la fisica!

La matematica senza pensiero è nulla, come un ingegnere senza idee è utile quanto un pensatore senza nozioni scientifiche.

Un ingegnere potrebbe obbiettare: io so progettare una casa anche usando soltanto idee di altri, senza inventare nulla, mentre un filosofo può partorire tante belle idee, ma non arriva a nulla di concreto.

Questo è vero, ma se nessuno avesse più idee nuove il progresso finirebbe e tutta la matematica sarebbe pressochè inutile. Gli ingegneri diverrebbero più o meno come dei computer che sanno risolvere calcoli complicatissimi, ma che sono assolutamente inerti se qualcuno non da l'input.

Perchè dunque le materie umanistiche sono necessarie almeno quanto quelle scientifiche? Perchè abituano il cervello a pensare, a fare collegamenti, a conoscere le esperienze passate per rielaborarle nel presente.
Il latino e la musica abituano il cervello alla logica quanto la matematica.

Mi viene in mente un esempio: ogni ingegnere sa che il Watt è l'unità di misura della potenza, ma quanti ingegneri sanno chi fu James Watt? Che cosa fece nella sua vita? Quali problemi si trovò ad affrontare e come li risolse?
La storia, materia umanistica per eccellenza, non è soltanto un mero susseguirsi di date ed eventi, ma può rappresentare una lezione: capire come certi uomini hanno affrontato e superato determinati problemi può fornire un "metodo" per affrontare e superare anche i problemi attuali.

Un ingegnere che non pensa, che si attiene strettamente al suo manuale e legge solo quello senza interessarsi a null'altro, che non analizza il presente ed il passato per trovare le soluzioni future, non ha capito il suo vero ruolo o quantomeno lo banalizza.

Una umanità piena di ragazzi che studiano solo materie scientifiche, non ha futuro perchè il pensiero va oltre la matematica, la quale è solo il carburante di un motore che è l'immaginazione e l'uno non può funzionare senza l'altra, sono interdipendenti.

Sono le due facce della stessa medaglia, yin e yang come direbbero i cinesi.

Questa tesi è dimostrata ampiamente nella società: spesso infatti l'ingegnere ha un ruolo tecnico, è un mero finalizzatore di idee altrui, di politici o di dirigenti che spesso sono laureati in materie umanistiche.

Ad esempio parlare un linguaggio forbito ed essere esperti nell'arte della dialettica di certo non serve a costruire un ponte, ma altrettanto certamente può servire a farsi eleggere sindaco di una città, parlamentare o magari a diventare Presidente del Consiglio, e ad avere al proprio servizio tanti ingegneri che realizzino le nostre idee!

In definitiva sbaglia chi ritiene che le materie "umanistiche" siano inutili o che sia importante solo studiare le scienze, perchè si rischia il completo inaridimento cerebrale.

Studiarsi bene il manuale è indispensabile, ma leggere un libro ogni tanto può essere altrettanto utile, così come ascoltare un concerto di musica o come visitare una mostra d'arte.

Lasciamo quindi da parte il razzismo ingegneristico e il primato scientifico-matematico e diamo anche alle materie umanistiche e all'arte (in ogni sua espressione) la dovuta importanza.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che l'accusa di razzismo ideologico non mi si adatti. Pubblica l'articolo su Popinga, poi inneschiamo il dibattito.... :-)

Gaspatcho ha detto...

ma tu sei un ingegnere pentito!!!
^_________*

L'Ingegnere pentito ha detto...

beh io non rientro in questa categoria :)

Gaspatcho ha detto...

BENE!!!