Grazie alla mappa stampata in precedenza da Carlino, troviamo facilmente il numero 107 dove ci accoglie un gentile signore, che comincia a chiamarmi Franco.
Abbandonati i bagagli, decidiamo di uscire per cercare qualcosa da mangiare, ma Jesmond Road a mezzanotte è deserta come il lungomare di Senigallia a gennaio e ci tocca camminare parecchio prima di trovare un ristorante indiano aperto 24h su 24, che ci serve una porzione di chips da circa un Kg, grondanti d'olio e condite con dei chiodi di garofano (o almeno speriamo siano chiodi di garofano!).
La camminata di ritorno ci serve per smaltire l'olio delle patatine, ma appena arrivati troviamo la prima sorpresa: nella camerata c'è solo un altro avventore oltre a noi; un vecchio scozzese che dorme nudo in maniera non troppo elegante.
Forrest Gump direbbe che gli ostelli sono come una scatola di cioccolatini: non sai mai cosa ti capita!
Dopo una lauta colazione, consumata davanti ad un altro vecchietto scaccoloso che ingurgitava tazze di cereali innaffiate con due gocce di latte, ansimando come un maratoneta dopo 40 Km di corsa, ci incamminiamo verso il centro città.
Da Jesmond Road servono circa 30 minuti per raggiungere a piedi la stazione centrale, passando per una zona molto moderna che dovrebbe essere il quartiere universitario.
Il centro storico di Durham è situato in una penisola collinare circondata dal fiume Wear e da un bosco lussurreggiante.
Il borgo medievale è molto suggestivo e ben curato, ma le vere attrazioni sono la cattedrale, dichiarata patrimonio dell'UNESCO nel 1986, ed il castello, oggi sede dell'università più prestigiosa della città.
La cattedrale di San Cutberto è uno degli esempi più antichi di architettura anglo-normanna ed all'interno si può notare il passaggio dallo stile romanico ai primi vagiti del gotico.
Interessanti sono le decorazioni geometriche delle colonne, la Galilee Chapel con la tomba del Venerabile Beda (l'autore dell' Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum), la tomba di San Cuthbert, a cui è dedicata la chiesa, e l'altare maggiore dietro al Neville Screen.
Purtroppo non ho foto perché in questa chiesa erano vietate.
Dalla torre del campanile, saliti i 325 claustrofobici gradini, si può godere di una bellissima vista dall'alto della città.
Dopo la cattedrale ci rechiamo al vicino castello, dove una giovane togata ci guida nella visita a quello che ora è il suo college.
La ragazza è preparata e loquace, ma le sue battute mi lasciano alquanto perplesso e chiedo a Carlino se il problema sia che io non capisco la lingua o che lo humor della fanciulla lasci a desiderare.
Stabiliamo che la colpa è dell'umorismo inglese e decidiamo di unirci forzatamente alle risate di gruppo per non turbare il clima idilliaco della visita.
Terminata la visita al castello, ci dirigiamo verso Sud e seguiamo la passeggiata lungo il fiume per goderci la splendida vista dal basso della cattedrale.
Verso le 16 uno scroscio improvviso di pioggia ci costringe a ritornare alla stazione ed a fare ritorno a Newcastle.
NEWCASTLE UPON TYNE (***)
Castelnuovo sul Tino è una città moderna ed il passaggio tra il borgo medievale di Durham e i ponti sul Tyne ci lascia alquanto sconcertati.
In effetti la maggiore attrazione architettonica della città sono proprio i ponti, tra cui spiccano il Tyne Bridge, molto simile e contemporaneo a quello costruito sulla baia di Sydney,
ed il Millennium Bridge, ponte pedonale con la sua originale apertura a "palpebra".
Degno di nota è anche il Gateshead Sage, che si staglia con la sua silhouette da lombrico sulla riva meridionale del fiume.
Delle sculture moderne e alquanto kitsch sono sparpagliate in ogni angolo della città, conferendole un tocco di originalità e di cattivo gusto.
Quello che mi ha impressionato di più di Newcastle è la vivacità della gente: alle 19 di sabato i giovani sono già tutti radunati nei locali del centro a bere birra ed a fare baldoria, vestiti con uno stile che rispecchia il resto della città, ovvero originale ma kitsch.
Per gli amanti della movida notturna, Newcastle dev'essere un vero sballo, mentre noi turisti nerd ci tiriamo fuori dalla calca e torniamo all'ostello abbastanza presto.
Dilaniato dai morsi della fame, mi avvicino ad un distributore di merendine dove trovo una vera chicca: lo Yorkie, ovvero il primo snack sessista!
Dopo essermi gustato il cioccolato per soli maschi obesi, me ne vado a letto prendendo le consuete precauzioni contro il vecchio scozzese.
La mattina seguente è proprio lo spudorato celtico a svegliarci verso le sei di mattina, facendo un baccano insopportabile con le sue bustine di plastica, fin quando un altro avventore lo redarguisce con male parole e lo invita gentilmente a togliersi dai maroni as soon as possible.
Alle 7 e mezza scendiamo a fare colazione, cercando di evitare lo scaccoloso ansimante della mattina precedente, e partiamo in direzione della stazione degli autobus di Gallowgate per andare al Vallo di Adriano.
Bene, arrivati nel luogo esatto indicato dalla Lonely Planet, notiamo che non c'è alcuna stazione degli autobus e quindi giriamo per mezza giornata tra lo stadio, la Chinatown e le mura cittadine alla ricerca di questa fottuta Gallowgate Station.
Ad un certo punto ci rendiamo conto che la suddetta stazione esiste solo nella malata fantasia dei redattori della Lonely e quindi chiediamo informazioni ad un gentile passante, il quale ci indica di andare a Eldon Square.
Un ragazzo ci suggerisce di prendere un autobus per Hexham e poi prendere la linea per il Vallo e noi seguiamo il suo consiglio.
HEXHAM (***)
Hexham ha il fascino dell'inaspettato; ci siamo capitati per puro caso, ma fortunatamente la cittadina merita di essere visitata soprattutto per la sua magnifica cattedrale.
La linea di bus per il Vallo parte dalla stazione ferroviaria e certamente non potete sbagliare visto che i pulmini sono decorati con vistose scritte ed immagini.
HADRIAN'S WALL (*****)
Decidiamo di fare solo una piccola passeggiata da Once Brewed fino al sicomoro reso famoso dal film "Robin Hood" con Kevin Kostner e Morgan Freeman.
Al nostro arrivo il clima non è certo dei migliori, con dei nuvoloni carichi di pioggia all'orizzonte ed un vento freddo che spazza la spoglia campagna intorno al muro, non più imponente come un tempo, che si innalza per un metro o poco più dal terreno.
La camminata non è molto agevole poiché è necessario scalare degli speroni rocciosi, ma il panorama è impareggiabile e la vista di un gruppo di giovani baghine ci sprona a camminare speditamente verso l'agognato sicomoro.
Dopo innumerevoli salite e discese arriviamo finalmente al Sycamore Gap, dove le baghine stanno facendo una sessione fotografica completa che sembra poter durare per ore.
Decidiamo dunque di procedere per un altro breve tratto, ma poi torniamo sui nostri passi a causa del freddo, della paura della pioggia e dello scarso tempo a nostra disposizione.
In effetti in sole due ore siamo arrivati al sicomoro e siamo tornati passando anche per il forte 39, ovvero la torre meglio conservata dell'intero Vallo.
La passeggiata è meravigliosa soprattutto per i panorami che si possono osservare e meriterebbe sicuramente più tempo di quello che le abbiamo dedicato, ma purtroppo abbiamo un appuntamento improrogabile ad Hexham con un treno che parte per Middlesbrough.
Finisce così la prima parte del viaggio, con il dynamic-duo Gasparetti-Paternoster diretti verso Whitby, la città di Dracula!
Ma di questo parleremo nel capitolo III, se mai ci sarà un capitolo III!
2 commenti:
vogliamo il capitolo tre!!!
Capitolo tre assolutamente!
Ti ho invidiato un pò meno per via dello scozzese e del caccoloso e io una botta di vita notturna a Newcastle me la sarei fatta.
Comunque, finora, gran bel viaggio.
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