12 novembre 2007

Non è il Calcio, è Follia!


Cosa c'entra il calcio?

Questa è la domanda che mi è venuta in mente dopo aver assistito ad un giornata iniziata con un omicidio, continuata con violenze negli stadi e finita con una guerriglia nelle strade della capitale.

Ma analizziamo i fatti:

1-C'è una rissa in un autogrill fra alcuni tifosi (si parla di due macchine, quindi meno di 10 persone in tutto) della Lazio e della Juventus che si erano incontrati per puro caso nell'area di servizio vicino ad Arezzo, mentre andavano a vedere due diverse partite in due diverse città.

2-Per sedare la rissa, interviene una volante della Polizia Stradale e un poliziotto spara due colpi di cui uno uccide Gabriele Sandri, un 28enne romano molto conosciuto come DJ nelle discoteche della capitale.

3-Saputa la notizia, in tutti i campi di calcio, gli ultras mettono in atto varie forme di protesta contro la polizia e contro la Federcalcio, che ha deciso di disputare comunque la giornata di campionato.
Gli episodi più gravi si registrano a Bergamo, dove i supporters esagitati dell'Atalanta minacciano di invadere il campo di gioco e costringono prefetto ed arbitro a sospendere la partita già iniziata da una decina di minuti, e a Taranto, dove gli ultras locali invadano il campo e attaccano le forze dell'ordine lì presenti.

4-Nella serata la partita Roma-Cagliari viene rimandata, ma questo non attenua la ferocia di non ben precisati gruppi organizzati che attaccano alcune caserme della Polizia, dei Carabinieri e pure la sede del Coni.

Questa è la nuda cronaca, che richiede alcune riflessioni:

-Perché un poliziotto spara per sedare una rissa?
Mi sembra come usare un lanciafiamme per ammazzare una mosca.

-Perché la Polizia non ammette mai i suoi errori, ma si nasconde sempre dietro versioni poco plausibili, come quella data dal questore di Arezzo secondo cui il poliziotto avrebbe sparato due colpi in aria.
Strano che un colpo sparato in aria vada a centrare il collo di un ragazzo seduto nel sedile posteriore di una automobile!
Perché non si dice chiaramente che qualcuno ha sbagliato e quel qualcuno dovrà rispondere dei suoi errori davanti ad un tribunale, come ogni comune cittadino?

-Per quale motivo, un fatto accaduto a grande distanza da ogni stadio ed in cui il tifo c'entra solo marginalmente, dovrebbe far sospendere il campionato di calcio?
Ricordo che il Calcio dovrebbe essere uno spettacolo a cui la gente assiste nei giorni festivi per puro intrattenimento e lo stadio dovrebbe essere il teatro in cui va in scena lo spettacolo e non un luogo dove sfogare violentemente le proprie smanie represse.
Però questi gruppi di tifo organizzato, politicizzati e violenti, hanno deciso di fare degli stadi il luogo in cui esprimere la loro rabbia contro il Sistema.
Sistema personificato dalle migliaia di poliziotti che vengono schierati ogni domenica per reprimere i repressi.

-Il calcio è dunque solo un pretesto per assembrarsi, fare gruppo, e andare a malmenare i propri simili o i tutori dell'ordine.
Anzi non serve più neanche uno stadio o una partita, come hanno dimostrato i fatti accaduti ieri sera a Roma.

In definitiva c'è un chiaro disagio che trova nel Calcio il suo catalizzatore.

Sarebbe ora di studiare seriamente il fenomeno e non di inventarsi delle misure estemporanee come i tornelli o i biglietti pseudo-personalizzati.

I mezzi ci sarebbero, come ci insegna l'Inghilterra, manca solo una seria volontà.

4 commenti:

Andrea ha detto...

Sarebbe anche ora di smetterla con i processi sommari alla Polizia, ricordando che non è Studio Aperto il giudice sovrano.

Sarebbe anche ora di dare lezioni di civiltà al padre del ragazzo ucciso, che con molto stile affigge pubblicamente un foglio di carta con su scritto "Ieri un bastardo schifoso ha assassinato mio figlio che tu sia maledetto per sempre"

Sarebbe ora di sbattere in carcere quei criminali a volto coperto, che hanno ancora il coraggio di definirsi manifestanti, che mettono a ferro e fuoco i quartieri di Roma, incendiando auto, motorini, cassonetti e danneggiando vetrine e quant'altro. Ricordo che se stanotte un "manifestante a volto coperto" mi incendia l'auto durante una protesta senza senso, nessuno mi risarcirà del danno subito, neanche la mia compagnia assicurativa, che non compre eventi di tipo sociale.

Non difendo l'agente di Polizia, ma mi fa schifo il processo sommario, la convinzione che Polizia e Carabinieri siano dei bastardi assassini che abusano del proprio potere, mentre un "manifestante a volto coperto" passa per un giustiziere della notte.

Non vorrei che questo caso si rivelasse come quello del G8, quando il povero Mario Placanica è stato dipinto come un mostro: solo dopo avergli distrutto carriera e vita è venuto fuori che il signor Carlo Giuliani, un manifestante a volto coperto, avanzava brandendo un innocuo estintore.

Bah

Gaspatcho ha detto...

Non c'è un processo sommario alla "polizia", ma ci deve essere un processo giusto per il "poliziotto" che ha sbagliato.

Vedi Andrea, se un poliziotto spara ad altezza d'uomo, colpisce un giovane seduto in una macchina e il questore di Arezzo afferma che il suddetto poliziotto ha sparato due colpi in aria, io mi indigno.

Mi indigno perché è una cosa impossibile che un colpo sparato per aria colpisca una persona seduta e mi indigno perché mi sembra che ci sia una volontà di coprire la verità.

Questo non significa che la "polizia" debba essere messa sotto processo, ma solo che dovrebbe essere più trasparente il suo operato e che, se qualcuno sbaglia, non deve essere coperto.

Mi sembra di aver scritto chiaramente nel mio post che non vedo alcun legame tra l'omicidio del Sandri e i fatti che sono poi accaduti in seguito e che l'omicidio è stato solo un pretesto per mettere in atto ciò che questi gruppi di pazzi stavano preparando da tempo.

Lo Stato ha deciso di non reagire con la forza alla follia dilagante soprattutto nella serata di Roma.
Lo ha fatto per evitare una degenerazione ancora più estesa del fenomeno.
La decisione l'hanno presa di comune accordo il ministro dell'interno, Amato, ed il capo della polizia, Manganelli.
Si può essere d'accordo o meno con la loro decisione, ma criticarli non significa certo essere d'accordo con i teppisti.

Per quel che riguarda Placanica: sul caso ha già deciso la magistratura, ma quello che è successo a Genova è abbastanza inquietante.
Ciò che è accaduto alla scuola Diaz ed alla caserma di Bolzaneto non fa certo onore alla polizia italiana che è stata criticata anche da numerosi governi esteri.

Vedi, in una democrazia, l'operato della polizia dovrebbe essere il più trasparente possibile per avere il massimo della credibilità e della stima da parte di tutta la popolazione.

Se la polizia per prima non rispetta la legge, come si può pretendere che gli altri la rispettino?

Viene meno il fondamento e la legittimità dello Stato Democratico.

Insomma per me la morale è una: la polizia deve agire per mantenere l'ordine e fare rispettare le leggi, ma in un contesto di assoluta legalità.

Andrea ha detto...

Alt, hai frainteso, oppure mi sono espresso male. Non ho risposto a te, ma in generale, condivido quello che pensi in merito a questo grande "bordello". Né difendo il poliziotto e il comportamento della Polizia, inammissibile. Né tanto meno difendo lo scandalo della Diaz.

Mi riferisco a certe affermazioni sparate al vento, fuori luogo quanto la cagnetta Pimpa in un libro di fisica quantistica.

Mi riferisco a chi giustifica quei pazzi scatenati che si definiscono ancora ultras, quando in realtà l'unico posto che possa accoglierli è il carcere. E credimi, di persone che giustificano quello scempio ce ne sono tante.

No, non difendo la polizia, anzi, sarebbe interessante sapere se quell'agente ha perso la testa o ha avuto un calo di zuccheri. In ogni caso, non sta a me decidere, soprattutto dopo 10-12 ore. Bisogna aspettare le ricostruzioni dei fatti, le perizie, che non avvengono in pochi minuti come in una puntata di CSI.

Sperando che le indagini siano fatte perbene e non "ammacchiando" la verità.

Gaspatcho ha detto...

OK, condivido.