Gaspatcho
Igitur primo pecuniae, deinde imperi cupido crevit: ea quasi materies omnium malorum fuere.
04 ottobre 2025
Il Tibet e i cani di Pavlov
07 ottobre 2024
Io sto con Israele
Io sto con Israele.
Sto con Israele nell'anniversario della invasione di Hamas, in cui i terroristi arabi uccisero, rapirono e stuprarono migliaia di israeliani, soprattutto civili la cui unica colpa era quella di essere ebrei.Giovani ragazzi che ballavano a una festa, anziani, donne e bambini.
Mezza giornata in cui l'esercito israeliano perse il controllo dei propri confini e in cui gli arabi dimostrarono ciò che sono capaci di fare, quando liberi di poterlo fare.
A Gaza l'atmosfera era di giubilo. Una festa collettiva in cui i miliziani mostravano i loro trofei sanguinanti tra le strade in mezzo alla folla in visibilio.
Mezza giornata in cui Hamas ha fatto ciò che è scritto nel suo statuto e che non ha mai nascosto: massacrare ebrei.
La statuto in cui si dichiara che "non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel jihād".
Altro che due popoli-due stati.
Gli arabi non hanno mai voluto questa soluzione, perché agli stati che foraggiano il terrorismo non interessa risolvere il conflitto, ma conviene mantenerlo vivo il più a lungo possibile, per poter combattere le loro guerre per procura, senza immischiarsi direttamente.
Non hanno voluto questa soluzione nel 1937, quando vi fu la prima proposta di spartizione della Palestina tra arabi ed ebrei.
Non hanno voluto questa soluzione quando nel 1947, dopo aver partecipato alla IIGM insieme ai nazisti ed ai fascisti, gli arabi rifiutarono la risoluzione #181 della neonata ONU, preferendo iniziare una guerra che nel 1948-49 vide il neonato stato di Israele sconfiggere le armate arabe di Egitto, Giordania, Siria, Libano, Iraq e soci.
Hanno provato almeno altre due volte a distruggere militarmente Israele e buttare gli ebrei a mare nel 1967 e nel 1973.
I famigerati confini del 1967, ovvero i cosiddetti "territori occupati" sono pezzi di territorio di Giordania ed Egitto, ovvero due paesi che parteciparono alla guerra di aggressione e la persero, perdendo pure dei territori, come avviene in ogni guerra.
Dopo queste sconfitte, gli arabi cambiarono strategia e si diedero alla lotta terroristica con le sigle che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi 50 anni.
Non hanno voluto questa soluzione nemmeno negli anni 2000, quando la sinistra israeliana di Barack e Olmert offrì ai palestinesi la quasi totalità dei "territori occupati" in cambio del riconoscimento dello Stato di Israele.
Da quel rifiuto la sinistra israeliana non si è più ripresa e Israele ha virato a destra.
Parlare ancora di una soluzione due popoli-due stati appare dunque utopistico in primis perché sono gli arabi a non volerla e poi perché la destra che governa Israele non è certo favorevole a questo tipo di soluzione.
Quindi si è andati avanti per anni in una sorta di guerra fredda in cui Israele ha le sue colpe, ma in cui gli arabi si sono affidati ai più estremisti, eleggendo i terroristi mafiosi di Hamas alla guida di Gaza (che poi non ha più votato), preferendo la guerriglia infinita.
17 miliardi di dollari sono arrivati a Gaza nell'ultimo decennio (solo da noi occidentali), ma a Gaza non è stato costruito un desalinizzatore, non è stata costruita alcuna centrale elettrica, non è nata alcuna attività produttiva. Gli arabi hanno speso tutti i soldi degli aiuti per costruire tunnel, per rifornirsi di missili, armi, esplosivi e munizioni. Il tutto per fare quello che hanno fatto il 7 ottobre dell'anno scorso per mezza giornata e che avrebbero voluto fare per giorni e mesi, se non fosse intervenuto l'esercito israeliano.
Esercito israeliano che poi ovviamente ha contrattaccato, perché altre guerre sono scoppiate per molto meno.
E lo ha fatto con tutta la forza che ha, per eliminare il cancro di Hamas.
Ci sono stati morti civili? Certo. E' impossibile fare una guerra a Gaza senza farne, anche perché i criminali di Hamas nascondono i loro arsenali sotto scuole, moschee, ospedali della UNRWA, ovvero l'agenzia mafiosa dell'ONU che ha sempre sostenuto e foraggiato i terroristi.
Notiamo un piccolo particolare: l'ONU ha due agenzie per i rifugiati. Una per la Palestina e una PER TUTTO IL RESTO DEL MONDO. Già questo dovrebbe far capire il grado di collusione tra i funzionari delle Nazioni Unite e la leadership palestinese.
A quelli che parlano di "genocidio" faccio notare che secondo le fonti di Hamas (non controllate da nessuno) i morti civili (sono tutti civili, visto che nessuno indossa una uniforme dopo il 7 ottobre) sarebbero tra i 40 e i 50 mila, quando solo nella città di Aleppo, in Siria, ci furono almeno 100.000 vittime quando Assad, con l'aiuto dei russi sedò la rivolta contro il suo regime.
Però la sinistra occidentale non si mobilitò molto per quelle vittime, ovviamente perché non erano coinvolte Israele o gli USA.
La sinistra pacifinta è sempre insieme alla destra estrema quando si parla di attaccare la democrazia occidentale, ma è sempre disattenta quando si tratta di denunciare quello che accade nelle dittature, dove certe cose, tipo appendere i gay alla forca, imbalsamare e malmenare le donne, ammazzare i giornalisti o deportare gli oppositori politici sono all'ordine del giorno.
Vi faccio notare che il Mossad ha tanta facilità a colpire in territori "ostili" non per caso ma perché a Gaza e in Cis Giordania molti arabi si sono stufati di essere vessati dai mafiosi di Hamas e Fatah.
In Libano almeno 2/3 della popolazione è stanca dei soprusi di Hezbollah nei confronti dei cristiani maroniti, dei drusi e dei sunniti.
In Iran ci sono parecchi dissidenti che non vedono l'ora di porre termine al regime teo-fascista dei maledetti ayatollah.
Per queste persone, Israele non è un nemico, ma la sola possibilità di liberarsi da questi terroristi fascisti mafiosi.
Non ho mai amato Netanyahu, ma quando qualche giorno fa disse che presto gli iraniani avrebbero potuto riassaporare la libertà, ho sperato che dicesse la verità e che dopo aver decapitato Hamas e Hezbollah, Israele possa procedere anche alla distruzione del regime nero di Teheran.
Per tutto questo io sto con Israele.
Am Israel Chai!
04 marzo 2022
Putinati italici
La gente non sa riconoscere un pretesto da un semaforo. Babbei che blaterano della Russia circondata, quando nessuno si sognerebbe di invadere un paese relativamente povero (ha un PIL che è più basso di quello italiano con due volte e mezzo gli abitanti) e al contempo un esercito potente e qualche migliaio di testate atomiche. Chi dovrebbe attaccarli? E infatti, dopo Hitler, nessuno li ha più attaccati, mentre loro hanno invaso Ungheria, Cecoslovacchia, Afghanistan, Georgia, Crimea, Donbass e Ucraina, solo nel secondo dopoguerra. Gli Stati vicini hanno aderito alla NATO proprio per non essere invasi ancora dai russi e vivere finalmente in modo democratico e occidentale. Cosa che, evidentemente, ai russi non va giù, perché mette in pericolo una dittatura che dura ormai da 23 anni, con Putin che ammazza e incarcera giornalisti e oppositori, che reprime il dissenso interno, che ha pure cambiato la costituzione per rimanere in carica a vita, che ha raso al suolo la Cecenia perché voleva l'indipendenza da Mosca. Solo idioti totali possono non accorgersi di questi fatti e dar credito ai pretesti della propaganda di regime, per cui gli ucraini un giorno sono nazisti e il giorno dopo un regime giudeo al soldo di Washington. Gente con il QI da bonobo.
09 giugno 2019
Le passeggiate di Gaspozzi.
Terzo giorno in montagna per Gaspozzi che brama la prima passeggiatona annuale.
Ore sette, sveglia.
Ore sette e zero-cinque, Gaspozzi è già vestito, lavato, mangiato e pronto alla partenza.
Ore nove, finalmente cane e compagna sono pronti alla partenza.
Gaspozzi ha avuto tempo per studiarsi a memoria la carta topografica da Bolzano ad Hanoi e decide di seguire il sentiero 15 fino ad un intrigante laghetto di montagna.
Salita leggera.
Salita ripidina.
Un paio di svolte cannate.
Ore dieci, Gaspozzi e ciurma sono al laghetto.
Gaspozzi agogna già di togliersi le scarpe ed immergere i piedoni nell'acqua gelida quando...
Oh cazzo, il lago è completamente recintato ed irraggiungibile.
Si rimette mano alla carta topografica e si formula il piano B: raggiungere la malga del buon riposo (nome alquanto invitante) a quota 1699, quasi millessette.
Via.
Salita ripida.
Salita ancora più ripida.
Salita improponibile.
Con la morte in faccia, Gaspozzi vede uno spiazzo pianeggiante... la malga del buon riposo (quasi eterno).
Ad accogliere Gaspozzi arriva un orsocane bovarone del bernese, burbero, ma dal cuore d'oro.
Alla malga si ordinano due torte: una panna-cioccolato-amarene e una al grano saraceno e lamponi.
La sorridente cameriera arriva dopo pochi minuti con due fette di quantità sudtirolese, ovvero mezzo chilo l'una.
Gaspozzi ovviamente ingolla quella più salutare, alla panna, giusto per recuperare le calorie perse nelle salite fatte e in quelle da fare nei prossimi sei mesi.
Dopo un viaggetto alla toilette teutonicamente linda, Gaspozzi e soci si rimettono in cammino.
Discesa.
Discesa ripida.
Discesa da free climbing.
Compare finalmente all'orizzonte il santuario della Madonna di Pietralba, Waissenstain per i madrelingua tedeschi.
Torri e cupole a geometria variabile, coronate da una serie di montagne sullo sfondo.
Paesaggio mozzafiato, anche se il fiato di Gaspozzi era già mozzo da un pezzo.
Dopo una breve sosta con bevuta, il nostro eroe prova ad entrare nel santuario.
Appena messo un piede dentro l'uscio, lo sguardo di una vecchia con rosario lo fulmina.
Gli occhi parlano chiaro: "te possino cecatte se disturbi la mia preghiera" o equivalente crucco.
Gaspozzi rimane turbato ed esce immantinente dal santuario, senza poterne ammirare stucchi ed affreschi.
Ore 13, si riparte.
Scalinata.
Discesa.
Cartello che dice: "grotta della Madonna, 10 minuti".
Gaspozzi non può certo perdersi una grotta della Madonna!
Ci si incammina.
Dopo 10 minuti di cammino, un altro cartello con scritto: "grotta della Madonna, 10 minuti".
Ma come?
Gaspozzi è perplesso, ma riparte imperterrito.
Dopo 10 minuti si trova veramente alla grotta della Madonna.
Gaspozzi, per quanto stanco ed irretito, subodora la fregatura.
La grotta non è una grotta e la Madonna non è la Madonna, ma solo una serie di statuette che si guardano a vicenda sotto una tettoia palesemente posticcia.
Gaspozzi maledice i cartelli e chi li ha scritti e poi si rimette in cammino.
Discesa.
Salita.
Pianura.
Discesa.
Sono le 15 e Gaspozzi è tornato alla dolce baita, ingozzandosi di penne al ragù di capriolo appena sgozzato (non è vero!).
Poi, non sapendo come spendere il suo tempo, scrive la sua storia.
27 maggio 2019
Wind of Change
07 marzo 2015
Bando per candidati alle liste elettorali (Senigallia 2015)
Requisiti per l'iscrizione
09 novembre 2014
La colpa è nostra!
Io ero un ragazzo e forse non comprendevo appieno tutte le implicazioni dell'evento.
Tutta la sua portata storica. La fine di un'epoca. La fine del mito comunista della società perfetta.
Quello che si percepiva chiaramente, anche per un quattordicenne, era la volontà di cambiare.
Finiva il comunismo e, finalmente, finiva anche in Italia quella contrapposizione che ci aveva divisi per 50 anni, con un muro invisibile, ma non per questo meno terribile.
Un odio inveterato, che ha portato alla creazione di gruppi terroristici di destra e di sinistra, che ha portato lo Stato a creare organizzazioni clandestine eversive, che ha dato il via alla stagione delle stragi, della strategia della tensione, della paura.
Nel 1989 tutto questo venne spazzato via. C'era volontà di cambiamento, c'era la voglia di dimenticare lo spettro dell'annichilimento nucleare. C'era voglia di pacificazione.
Vedevamo i tedeschi dell'Est abbracciare i loro fratelli dell'Ovest. I polacchi si liberavano del regime di Jaruzelsky, i romeni si affrancavano dagli orrori di Ceausescu. Cechi, slovacchi ed ungheresi uscivano dall'incubo sovietico senza la paura di ulteriori invasioni dei carri armati russi.
La stessa Russia si ribellava per ottenere una vera democrazia.
In Cina un uomo fermava i carri armati del regime a piazza Tiennan Men il 5 giugno dello stesso anno.
C'era un clima di ottimismo, di speranza, c'era un futuro radioso davanti a noi ragazzini dell'epoca.
Dopo un quarto di secolo cosa ne è stato dei nostri sogni di allora?
Lo spirito europeo è ai minimi termini; i burocrati di Bruxelles hanno annegato il senso di fratellanza del 1989 tra trattati economici e monetari, che nulla hanno a che fare con una volontà politica di unificare popoli storicamente sempre divisi ed in lotta fra loro.
L'Italia è passata da una divisione tra comunisti e anti comunisti ad una divisione ventennale tra berlusconiani ed anti berlusconiani.
I problemi sono sempre gli stessi di 25 anni fa: il Sud è sempre arretrato economicamente, le mafie non sono mai state combattute efficacemente, la corruzione dilaga come ai tempi della Milano da bere (prima di Mani Pulite); abbiamo ancora il nepotismo, siamo ancora un popolo di evasori, lo spirito civico è ai minimi storici, l'economia va male, la disoccupazione è ai massimi.
C'è un clima di pessimismo, non si vede alcuna speranza all'orizzonte, il futuro è nero.
In un quarto di secolo abbiamo buttato al vento i sogni e le speranze del 1989.
In Russia c'è un regime dittatoriale de facto, in Cina i comunisti sono diventati liberali, ma solo economicamente, mantenendo il totalitarismo politico e sociale.
L'Europa è diventata secondaria nello scacchiere mondiale e l'Italia sembra un paese in declino irreversibile.
E la colpa è la nostra.