12 febbraio 2008

Si Può Fare!

E' ufficialmente iniziata la campagna elettorale per le elezioni politiche del 13-14 aprile.

Veltroni ha scelto Spello, una bellissima e storica località dell'Umbria per il suo discorso di apertura.
Una location sicuramente affascinante con il buon Walter in primo piano davanti ad una specie di presepe con alti cipressi sullo sfondo.

Il discorso di Veltroni è stato molto generico e valoriale, sicuramente non programmatico, ma attento soprattutto ad infondere fiducia nei suoi elettori ed ad attirare il consenso.

Veltroni è dato perdente in tutti i sondaggi, ma come Barack Obama, ha scelto un motto che dia coraggio: "si può fare!"

Si può fare è la sfida di Veltroni e del Partito Democratico contro chi non crede al coraggio del nuovo partito che ha scelto di correre da solo, invece di entrare nei soliti pasticci della politica dell'anti-berlusconismo e che ha innescato una ventata di innovazione nei decrepiti palazzi romani.

E' la sfida di un grande partito di centro-sinistra finalmente innovativo e riformatore che tronca i legami con l'eredità del comunismo e dell'anti-modernismo.

Un partito che sfida la destra sul suo terreno, ovvero quella novità, che Berlusconi aveva promesso nel 1994 e che in questi 15 anni gli italiani non hanno mai visto.

Un partito che vuole cambiare la politica eliminando i personalismi e ridando importanza alle idee.

Veltroni ha parlato di ottimismo nel futuro contro un declino in cui la politica ha sprofondato l'Italia negli anni della seconda repubblica, dopo le speranze di cambiamento derivate da Mani Pulite.

Ha parlato di ambientalismo del fare. Uno sviluppo non contro l'ambiente, ma neanche una difesa dell'ambiente che si esplica solo nel porre vincoli e veti ad ogni inizativa innovatrice (il riferimento alla politica dei Verdi è esplicita).

Ha parlato di puntare sul talento, di dare incentivi alla ricerca scientifica che deve superare gli steccati ideologici (ma qui bisognerebbe chiedere alla Binetti cosa ne pensa), di ritrovare il senso di grandezza e l'orgoglio del nostro paese.

Ha parlato di riforme costituzionali necessarie ad un buon funzionamento del meccanismo democratico, di ridurre la frammentazione dei partiti, di una sola Camera legislativa, di riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica.

Ha parlato d una nuova politica che sia meno litigiosa e che unisca gli italiani invece che dividerli. Una politica che sia più onesta, che abbia il coraggio di fare scelte importanti e che sia capace di realizzare le riforme necessarie allo sviluppo del paese.

In definitiva un discorso abbastanza retorico, che chiaramente traccia a grandi linee lo sviluppo programmatico, ma che serve a dare fiducia in questo nuovo progetto che si confronta con la solita accozzaglia di partiti già visti in questi ultimi 15 anni.

Si può fare, bisogna crederci.

Credere nel progetto, credere nella sfida, credere nel leader.

Vai Walter, io ci credo!

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