28 gennaio 2008

Ma è Colpa dell'Euro?



Dall'ultimo rapporto della Banca d'Italia emerge chiaramente ciò che nella realtà già si conosceva da tempo e cioè che negli ultimi 7 anni si è verificato un ingente spostamento di reddito tra diversi settori della popolazione italiana.
In particolare si nota come gli stipendi dei lavoratori dipendenti, tra il 2000 ed il 2006, siano aumentati dell'1%, mentre gli introiti dei lavoratori autonomi sono aumentati di ben il 13%.
Questi sono aumenti "reali", cioè considerati al netto del tasso di inflazione.
In pratica i lavoratori dipendenti guadagnano, in termini reali, quello che guadagnavano nel 2000, mentre i lavoratori autonomi hanno visto il loro reddito aumentare in maniera considerevole.
Come si può spiegare il suddetto fenomeno?
E' fin troppo semplice: mentre i salari dei lavoratori dipendenti, in particolare quelli del settore privato, sono stati soggetti a serrate contrattazioni al fine di non far perdere "competitività" alle aziende, i lavoratori autonomi, particolarmente in alcuni settori, hanno potuto aumentare i prezzi in maniera indiscriminata, soprattutto negli anni seguenti all'introduzione dell'Euro.
Per questo motivo i politici ed i mass-media hanno inculcato nell'opinione pubblica la credenza che fosse l'Euro la causa ultima di tutti i mali.
Questa propaganda martellante ha funzionato talmente bene che oggi il capro espiatorio dell'Euro ha completamente nascosto le vere responsabilità di coloro i quali hanno gestito il cambio di moneta e gli anni seguenti, ovvero il governo Berlusconi ed in particolare il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.
Guarda caso è proprio Tremonti uno dei più assidui colpevolizzatori dell'Euro, di cui ha spesso criticato il tasso di conversione -pur sapendo che esso non dipendeva dalla volontà del governo italiano- ed il fatto di essere moneta e non banconota (con lo spiacevole corollario che le vecchiette lo gettavano nel cestino delle offerte della messa) nei tagli più bassi.
Tremonti ha però sempre omesso di ricordare che grazie all'Euro i tassi di interesse sul debito pubblico sono quasi dimezzati, con evidenti benefici per l'erario che deve pagare questi interessi; ha omesso di ricordare che è grazie alla rivalutazione dell'Euro sul Dollaro che paghiamo la benzina circa il 50% in meno rispetto al 2000 (a parità di costo di un barile) e che un tasso di interesse più basso significa anche pagare minori interessi ad esempio sui mutui.
Inoltre, dopo l'introduzione della Moneta Unica, le aziende hanno dovuto iniziare un vero processo di ammodernamento che storicamente era sempre stato rimandato a causa della finta "competitività" dovuta alle continue svalutazioni della Lira.
Ma il capro espiatorio è servito a coprire l'incapacità di un governo che ha guardato con passività o con connivenza al fenomeno di trasferimento di una grossa fetta di reddito dal lavoro dipendente a quello autonomo.
In realtà la sola leva nelle mani del governo per gestire questi flussi è quella fiscale.
Il problema è che la gran parte dell'evasione fiscale si annida proprio nel lavoro autonomo, ma il governo Berlusconi non ha voluto intervenire nè aumentando le aliquote, nè combattendo l'evasione per un solo preciso motivo:
il lavoro autonomo rappresenta la base elettorale di Forza Italia in particolare e del Centro-Destra in generale.
Per questo motivo ho affermato che Berlusconi ed i suoi uomini hanno guardato con passività e con connivenza al fenomeno senza fare alcun tipo di intervento, ma cercando solo un finto colpevole da dare in pasto al popolo bue per nascondere le proprie responsabilità.
In realtà anche il governo di Romano Prodi non ha fatto tanto di meglio da questo punto di vista.
Nella sua azione di risanamento dei conti pubblici, Prodi ha infatti aumentato le tasse ai soliti noti perché da questi è più facile prendere, mentre è difficile farlo da chi le tasse le elude o le evade.
Non debbono dunque sorprendere le cifre snocciolate dalla Banca d'Italia e non sorpende che in Italia si stia finalmente ricominciando a parlare di aumentare il livello dei salari che sono i penultimi d'Europa nella classifica del potere d'acquisto (davanti ai soli portoghesi).
Mi sembra dunque chiaro chi siano i colpevoli per questo stato di cose, ma tra questi non può certo essere annoverato l'Euro.

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