27 maggio 2019

Wind of Change

Diciamo la verità, un ignorante, talebano, razzista, omofobo è quello che rappresenta meglio la maggioranza degli italiani. Ci si identificano come se fosse il loro amico del bar.
Non vi è mai successo di discutere con un semi analfabeta, che ha tutte le soluzioni per risolvere qualsiasi problema senza neanche sapere fare una divisione in colonna?
A me sì. E sono tutti salvinisti-pentastellati.
Il problema dell'Italia sembra essere l'immigrazione.
Criminalità organizzata, evasione fiscale, corruzione, ignoranza dilagante, inciviltà, sono solo problemi secondari perché endemici.
Perché italiani.
Non si vorrà mica che la colpa sia degli italiani, se l'Italia va male?
Ci deve essere una Merkel, un Macron, un Soros, i savi di Sion, le inondazioni, le cavallette... insomma qualcun altro a cui dare la colpa per farci sentire migliori.
Prima gli italiani.
Bisogna mettergli paura agli italiani; farli sentire in pericolo. Però poi la difesa viene delegata a loro: "prendi la pistola e difenditi, dice il ministro dell'Interno".
Lo Stato non ha i soldi per difenderti. Non li ha perché coi 200 miliardi stimati di evasione fiscale non può assumere poliziotti e quindi ti dice di cavartela da solo, caro babbeo italopiteco ferromunito.
Intanto gli evasori se la godono nei paradisi fiscali, mentre tu, babbeo, ti senti furbo quando evadi l'IVA sull'otturazione del molare.
Genio italico.
L'Italia è un paese troppo abituato all'assistenzialismo fine a se stesso: dare soldi a pioggia per tamponare le falle nel presente, senza avere alcun orizzonte politico di lungo respiro.
Rimandare i problemi al futuro, ipotecando il futuro stesso delle prossime generazioni.
Abbiamo creato un paese in cui c'è gente andata in pensione a 40 e gente che ci andrà a 70.
Una disoccupazione giovanile dilagante in cui i giovani vengono assunti solo se sottopagati.
I migliori, ovviamente, se ne vanno, lasciandoci i costi per la loro istruzione e dando i benefici a paesi più giusti e lungimiranti.
Il nostro declino è inevitabile in questa situazione.
Intanto chi si oppone ai fascio-babbei si divide: ci sono i "patrioti del No", ovvero quelli che hanno tagliato le gambe a Renzi perché avevano paura della "deriva autoritaria" ed oggi danno la colpa proprio a lui del successo dei salvinisti.
Ci sono quelli che ancora aspettano l'arrivo di Baffone, rimpiangendo i bei tempi in cui l'Armata Rossa invadeva i paesi limitrofi portandovi il "Sol dell'Avvenire".
Ci sono quelli che, dopo vent'anni di antiberlusconismo, vorrebbero vent'anni di antisalvinismo per ritrovarsi tutti insieme appassionatamente come ai tempi di Mastella, Rossi e Turigliatto.
Ci sono anche quelli che amano l'Europa, amano il concetto di sentirsi uniti sotto una bandiera comune.
Di sentirsi tutti fratelli liberi, nell'epoca in cui la comunicazione supera tutte le barriere linguistiche e culturali.
Quelli che pensano di poter competere con giganti come USA e Cina tutti insieme, come una grande entità, non come i 27 nani.
Uniti a combattere per la democrazia, per le libertà individuali, per la creazione del benessere che solo le liberal-democrazie hanno saputo dare ai propri cittadini. Per la difesa dell'ambiente, per il rispetto reciproco, per la civiltà, per la legalità, per la diffusione di scienza e conoscenza.
Io voglio questo: una Europa forte economicamente, ma soprattutto politicamente, che ci faccia sentire tutti fratelli, come ai tempi della caduta del Muro, quando il Wind of Change era di libertà e non di chiusura nazionalistica.
Una utopia? Non lo credo. Per questo voto e voterò sempre.

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