Le ultime elezioni regionali hanno visto l'ennesimo successo della coalizione di centro-destra imperniata sull'alleanza Bossi-Berlusconi e l'ennesima batosta per la sinistra, ormai residuale sia al Nord, sia nel profondo Sud e con un consenso in erosione anche nelle regioni "rosse".
Lasciamo perdere i numeri, il 7 a 6 finale non significa nulla poiché il centro-destra ha vinto nelle regioni più importanti e popolose, mentre la coalizione di centro-sinistra ha mantenuto solo le sue roccaforti ed una regione come la Puglia in cui aveva il solo candidato con un progetto innovativo, ottimista e futuribile come Nichi Vendola.
La Bonino ha sfiorato il successo nel Lazio, così come la Bresso in Piemonte, ma alla fine entrambe le vittorie sono andate ai candidati della coalizione avversaria.
Il tasso di astensionismo, seppur alto, non mi sembra allarmante, soprattutto se paragonato a quello che succede negli altri paesi europei: da noi si sono recati al seggio due-terzi degli elettori, mentre in Francia ha votato poco più del 50% degli aventi diritto.
Tutto questo nonostante l'Italia abbia una classe politica non invidiabile e nonostante una campagna elettorale veramente deprecabile.
Ma forse l'alta partecipazione al voto italiana è spiegabile proprio nella esasperata contrapposizione tra i due poli; la tensione quasi armata fa si che i faziosi della destra temano smisuratamente un governo di sinistra, mentre i faziosi di sinistra hanno una paura uguale e contraria.
Faccio un esempio per spiegare il concetto: in Germania un elettore socialdemocratico non teme la vittoria della CDU come se fosse la fine del mondo, e quindi, essendo ormai i programmi molto simili e tendenti ad ottenere i voti dell'elettorato mediano, c'è meno spinta ad andare a votare.
In Italia invece, grazie soprattutto alla propaganda berlusconiana e alla contro-reazione che essa ha generato, ogni elezione sembra una resa dei conti in cui, se vince l'avversario, finisce il mondo.
Gli elettori sono molto più propensi a votare perché quasi militarizzati.
Ma che scenario viene delineato da questo voto amministrativo? Il successo strabordante della Lega Nord e l'ennesima vittoria personale di Berlusconi decretano l'affermazione di una destra con due anime: una populista ed una xenofobo-fascista, che non hanno nulla a che vedere con le destre liberali europee. Dalla parte opposta c'è una sinistra moribonda senza idee e senza proposte, che va avanti solo grazie all'anti-berlusconismo, con una ricetta che si è rivelata perdente ormai da molto tempo.
-La Lega Nord rappresenta l'anima xenofobo-fascista della coalizione di destra. Il suo ideologo, più che Umberto Bossi, sembra essere il ministro dell'economia Giulio Tremonti con lo slogan di mussoliniana memoria "Dio, Patria e Famiglia".
Lasciamo perdere i numeri, il 7 a 6 finale non significa nulla poiché il centro-destra ha vinto nelle regioni più importanti e popolose, mentre la coalizione di centro-sinistra ha mantenuto solo le sue roccaforti ed una regione come la Puglia in cui aveva il solo candidato con un progetto innovativo, ottimista e futuribile come Nichi Vendola.
La Bonino ha sfiorato il successo nel Lazio, così come la Bresso in Piemonte, ma alla fine entrambe le vittorie sono andate ai candidati della coalizione avversaria.
Il tasso di astensionismo, seppur alto, non mi sembra allarmante, soprattutto se paragonato a quello che succede negli altri paesi europei: da noi si sono recati al seggio due-terzi degli elettori, mentre in Francia ha votato poco più del 50% degli aventi diritto.
Tutto questo nonostante l'Italia abbia una classe politica non invidiabile e nonostante una campagna elettorale veramente deprecabile.
Ma forse l'alta partecipazione al voto italiana è spiegabile proprio nella esasperata contrapposizione tra i due poli; la tensione quasi armata fa si che i faziosi della destra temano smisuratamente un governo di sinistra, mentre i faziosi di sinistra hanno una paura uguale e contraria.
Faccio un esempio per spiegare il concetto: in Germania un elettore socialdemocratico non teme la vittoria della CDU come se fosse la fine del mondo, e quindi, essendo ormai i programmi molto simili e tendenti ad ottenere i voti dell'elettorato mediano, c'è meno spinta ad andare a votare.
In Italia invece, grazie soprattutto alla propaganda berlusconiana e alla contro-reazione che essa ha generato, ogni elezione sembra una resa dei conti in cui, se vince l'avversario, finisce il mondo.
Gli elettori sono molto più propensi a votare perché quasi militarizzati.
Ma che scenario viene delineato da questo voto amministrativo? Il successo strabordante della Lega Nord e l'ennesima vittoria personale di Berlusconi decretano l'affermazione di una destra con due anime: una populista ed una xenofobo-fascista, che non hanno nulla a che vedere con le destre liberali europee. Dalla parte opposta c'è una sinistra moribonda senza idee e senza proposte, che va avanti solo grazie all'anti-berlusconismo, con una ricetta che si è rivelata perdente ormai da molto tempo.
-La Lega Nord rappresenta l'anima xenofobo-fascista della coalizione di destra. Il suo ideologo, più che Umberto Bossi, sembra essere il ministro dell'economia Giulio Tremonti con lo slogan di mussoliniana memoria "Dio, Patria e Famiglia".
- Dio viene inteso nella figura del Padre, perché il Figlio è troppo buono per essere leghista, mentre lo Spirito Santo è ancora impegnato nell'unzione di Berlusconi.
- Patria è ovviamente quella Padana, che però mal si concilia con il concetto di Patria di molti esponenti del PdL con una visione più estensiva di questo concetto. Grazie al successo della Lega si dovrebbe velocizzare il processo di riforma dello Stato in senso federalista che molti, tra cui il sottoscritto, auspicano. Vedremo come e cosa riusciranno ad ottenere in questi tre anni, perché è soprattutto da questo che verranno giudicati i leghisti.
- Famiglia, basata sull'unione di due persone di sesso opposto, di pelle bianca e di razza padana, visto che le case popolari ed i posti nella pubblica amministrazione verranno affidati solo ai residenti da almeno 3 generazioni, in barba ad extra-comunitari, terroni, rom e compagnia bella.
La Lega è ora forza di governo sia a livello nazionale, sia a livello regionale e quindi dovrà giocoforza smettere di recitare tutte le parti in commedia. Non potrà sempre essere una forza di lotta e di governo che intercetta il voto di protesta anche dei lavoratori iscritti alla CGIL.
I leghisti devono ottenere quei risultati per i quali hanno ottenuto i voti, hanno tutto il tempo e la forza per farlo e non possono tirarsi indietro.
-Berlusconi ha vinto ancora e la cosa ormai non sorprende più di tanto, visto l'appeal che il suo mix populista-propagandista genera nell'elettorato italiano.
I leghisti devono ottenere quei risultati per i quali hanno ottenuto i voti, hanno tutto il tempo e la forza per farlo e non possono tirarsi indietro.
-Berlusconi ha vinto ancora e la cosa ormai non sorprende più di tanto, visto l'appeal che il suo mix populista-propagandista genera nell'elettorato italiano.
- Populista perché la politica del premier tende sempre a correre dietro al consenso, sopratto personale, invece di intraprendere strade coraggiose che sfidino il dissenso a breve termine, ma che riescano a cambiare radicalmente il paese. La Tatcher rivoltò l'Inghilterra come un guanto, con tagli drastici e misure impopolari, ma poi rimase ininiterrottamente al governo per quasi 20 anni ed i suoi successori si guardarono bene dal modificare le sue riforme. Berlusconi è invece un novello Narciso, che guarda ogni giorno i sondaggi per vedere se la sua luminosa figura ha perso qualche decimo di punto percentuale. Più che il governo del "fare" mi sembra il governo dell'immagine.
- Propagandista perché ormai il capo del governo controlla almeno 5 telegiornali sui 7 in chiaro e gran parte della stampa e, nonostante questo, vorrebbe mettere a tacere i pochi che ancora si ostinano a dileggiare la sua augusta figura.
Lascio perdere la polemica sulla giustizia, dato che ormai è noto anche ai sassi che il signor B. sarebbe in gattabuia da un pezzo senza le leggi fatte per auto-assolversi, ma spero solo che, terminate le beghe con la giustizia, il premier riesca finalmente a concentrarsi sul governo dell'Italia realizzando qualcuna delle 1000 promesse che gli scappano dalla bocca in campagna elettorale.
L'unica speranza per una destra veramente moderna ed europea, conservatrice ma laica, sembra essere riposta nella persona di Gianfranco Fini, il quale sta prendendo sempre più le distanze dal suo leader, ma che sembra non avere ancora la forza per sostituirlo, anche a causa del fuoco amico che gli arriva dai TG e dai giornali controllati dal premier ogni volta che prova a farla fuori dal vaso.
-Ma veniamo alla sinistra ed alla sua unica parola d'ordine: SCONFITTA. Da ormai molti anni la sinistra italiana non ha più un progetto; finita l'epoca delle ideologie sembra essersi sgonfiato l'afflato attrattivo che prima esercitavano le bandiere rosse.
Eppure in Europa ci sono esempi di sinistre moderne, vincenti e di governo, mentre in Italia continuano ad avvincendarsi sempre le solite mezze tacche senza idee e senza arte.
Bersani ha continuato per tutta la campagna elettorale a pensare in negativo ricordandoci che c'è la crisi e che l'Italia va male, anzi malissimo.
E' sicuramente vero che l'Italia non naviga in buone acque, indipendentemente dalla crisi contingente, e che Berlusconi tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto cercando di convincere il popolo che tutto va bene.
Noi però dalla sinistra ci aspetteremmo un progetto positivo, una proposta concreta per il futuro che non sia il solito statalismo del "assumiamo tutti nella pubblica amministrazione".
Gli esempi ci sono, basterebbe guardarsi un po' intorno e cambiare radicalmente la classe dirigente.
Inoltre, in queste regionali hanno giocato dei fattori locali nel determinare alcune sconfitte, oltre al solito masochismo ed agli intrighi di palazzo del sempre verde D'Alema, che hanno rischiato di far perdere la sinistra anche in Puglia.
L'unica speranza per una destra veramente moderna ed europea, conservatrice ma laica, sembra essere riposta nella persona di Gianfranco Fini, il quale sta prendendo sempre più le distanze dal suo leader, ma che sembra non avere ancora la forza per sostituirlo, anche a causa del fuoco amico che gli arriva dai TG e dai giornali controllati dal premier ogni volta che prova a farla fuori dal vaso.
-Ma veniamo alla sinistra ed alla sua unica parola d'ordine: SCONFITTA. Da ormai molti anni la sinistra italiana non ha più un progetto; finita l'epoca delle ideologie sembra essersi sgonfiato l'afflato attrattivo che prima esercitavano le bandiere rosse.
Eppure in Europa ci sono esempi di sinistre moderne, vincenti e di governo, mentre in Italia continuano ad avvincendarsi sempre le solite mezze tacche senza idee e senza arte.
Bersani ha continuato per tutta la campagna elettorale a pensare in negativo ricordandoci che c'è la crisi e che l'Italia va male, anzi malissimo.
E' sicuramente vero che l'Italia non naviga in buone acque, indipendentemente dalla crisi contingente, e che Berlusconi tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto cercando di convincere il popolo che tutto va bene.
Noi però dalla sinistra ci aspetteremmo un progetto positivo, una proposta concreta per il futuro che non sia il solito statalismo del "assumiamo tutti nella pubblica amministrazione".
Gli esempi ci sono, basterebbe guardarsi un po' intorno e cambiare radicalmente la classe dirigente.
Inoltre, in queste regionali hanno giocato dei fattori locali nel determinare alcune sconfitte, oltre al solito masochismo ed agli intrighi di palazzo del sempre verde D'Alema, che hanno rischiato di far perdere la sinistra anche in Puglia.
- In Calabria si è scelto un candidato ridicolo, ovvero quell'Agazio Loiero che negli anni di governo non si è distinto per alcun motivo positivo, mentre la sua giunta è stata spesso discussa anche per collusioni con le mafie locali. Di Pietro infatti si è scelto un candidato alternativo ed alla fine Scopelliti, il candidato del centro-destra, ha ottenuto più del 60% dei voti. Anche io, elettore di centro-sinistra, se avessi votato in Calabria, avrei scelto il candidato del PdL.
- In Lombardia, dove la sconfitta della sinistra era scontata, si è scelto Penati, ovvero quello che solo poco tempo addietro era riuscito a predere nella provincia di Milano, una delle ultime roccaforti della sinistra nella regione. Complimenti per la scelta!
- In Campania invece è stato il malgoverno e l'incompetenza di Bassolino e della coalizione che lo sosteneva a decretare la sconfitta di De Luca, che come sindaco di Salerno ha dato comunque prova di buona amministrazione.
Per fare un commento finale si può dire che il centro-destra ha vinto le elezioni di medio termine ed ora ha 3 anni per fare quello che non ha fatto nei primi due del mandato.
Vedremo se il populismo cederà finalmente il posto al pragmatismo e se la politica riuscirà a partorire qualche vera riforma innovativa.
Per quel che riguarda le regioni, auguro un buon lavoro soprattutto ai nuovi governatori di Lazio e Campania, i quali dovranno fronteggiare delle situazioni disastrose soprattutto nella sanità.
L'ultimo augurio va al popolo italiano che spera di non doversi sorbire altri tre anni di risse da pollaio tra i vari schieramenti poichè, finalmente, le campagne elettorali sono terminate e la propaganda dovrebbe lasciare il posto ad un pizzico di concretezza.
Auguri.
Vedremo se il populismo cederà finalmente il posto al pragmatismo e se la politica riuscirà a partorire qualche vera riforma innovativa.
Per quel che riguarda le regioni, auguro un buon lavoro soprattutto ai nuovi governatori di Lazio e Campania, i quali dovranno fronteggiare delle situazioni disastrose soprattutto nella sanità.
L'ultimo augurio va al popolo italiano che spera di non doversi sorbire altri tre anni di risse da pollaio tra i vari schieramenti poichè, finalmente, le campagne elettorali sono terminate e la propaganda dovrebbe lasciare il posto ad un pizzico di concretezza.
Auguri.
1 commento:
non vedo un italia populista e fascista.
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