Le prime polemiche sono arrivate per i numeri: la Piaga di Velluto ci prende in giro perché ci mancano circa 5 milioni di adesioni per raggiungere l'unanimità degli utenti Facebook italiani (che sono appunto 5 milioni).
Kit Carson, un blogger senigalliese che si ispira al celebre compagno di Tex Willer, ritiene che 200 iscritti "non rappresentino un fronte così folto" introducendo con il termine "fronte" le prime avvisaglie del tenore bellico dei commenti, come se i 200 iscritti al gruppo fossero pronti ad imbracciare il fucile ed a scavare le trincee...
Il Messaggero del 16 giugno già citava il gruppo quando ancora vi erano 12 iscritti, mentre Vivere Senigallia parlava di 87 iscritti in 48 ore.
Pochi o tanti a me interessa relativamente, mi interessa il fatto che a Senigallia ci siano delle persone favorevoli al progetto della complanare con il diritto di esprimere la loro opinione almeno quanto quelli che la pensano in maniera diametralmente opposta.
Evidentemente però non tutti concordano con me sulla possibilità di manifestare apertamente e civilmente le proprie convinzioni e le reazioni di alcuni blogger e di vari utenti del web ne sono la conferma.
In realtà con alcune persone come Quilly si possono intraprendere discussioni interessanti e costruttive anche partendo da punti di vista opposti, mentre altri iniziano i loro commenti con frasi del tipo: "Allora....... vi ringrazierei se prima di dire certe fesserie vi informaste un pochino!".
Certo dare dell'ignorante all'interlocutore alla prima frase, non mi sembra un buon modo per avviare un dialogo, ma dimostra la spocchia di chi crede di detenere la Verità assoluta.
Kit Carson, dal suo blog Sinistrati, cerca di convincerci che "chi è coinvolto in un fatto di cronaca, non lo può raccontare e nemmeno scrivere".
Il riferimento è a Michele Pinto, uno degli aderenti a Senigallia SI Complanare, ed al suo articolo apparso su Vivere Senigallia.
Secondo il pistolero:
Nel nostro caso invece, chi ha scritto l’articolo, aveva aderito al gruppo e quindi non poteva poi descriverne la storia, appellandosi al diritto di cronaca. Ma v’è di più: tra le righe, intravediamo una certa gaiezza, quasi come si raccontasse la vittoria della propria squadra di calcio o una gita con la propria amata.
In pratica si vuole sostenere che Pinto non può scrivere sul SUO giornale perché:
Se partecipo ad una manifestazione politica. Prendo uno striscione e do una mano agli organizzatori. Il racconto che ne consegue, sia esso inserito sul blog personale, o sul giornale del partito, NON rientra secondo me nel diritto di cronaca: sì è di parte – sì è la causa e l’effetto.
partecipo ad una semplice manifestazione, come reporter. Faccio foto, intervisto. Se il resoconto viene pubblicato su un organo di partito o su un blog politico, sì è sempre nell’ambito della militanza. Se il giornale fosse apolitico, rientreremmo nel campo della pura cronaca.
Quindi, seguendo questo ragionamento, i giornalisti che partecipano agli scontri di piazza a Teheran, non potrebbero raccontarli perché sono parte in causa!
Ma le braccia mi sono cadute quando ho sentito parlare di "giornali apolitici" come se esistessero dei resoconti puramente oggettivi e come se ogni giornalista non filtrasse la cronaca tramite le sue idee personali.
Il giornale oggettivo è una mera utopia! A me basterebbe che l'informazione non ci raccontasse cose platealmente false come è successo a Studio Aperto quando ci ha informato che Berlsuconi è stato "assolto nel processo Mills" (dove non era neanche imputato a causa del Lodo Alfano).
Altre reazioni hanno avuto dei toni apocalittici, come se la costruzione di una strada segnasse la fine del mondo od addirittura dell'universo!
La più dura ed inaspettata è venuta però dalla "Piaga di Velluto" da cui sono stato accusato addirittura di avere iniziato una "guerra tra poveri".
In realtà la mia intenzione non è affatto quella di fare la guerra col comitato NO Complanare e non ho istituito né comitati di quartiere, né ronde padane armate di manganello.
Sono stato in silenzio per diversi mesi, ascoltando le proteste ed assistendo alle manifestazioni dei contrari e, ad un certo punto, mi sono stancato di sentire una sola voce ed ho voluto constatare se a Senigallia vi fossero anche persone favorevoli alla realizzazione di questo progetto.
Un progetto che potrà non essere perfetto, ma che, dal mio punto di vista, rappresenta un miglioramento complessivo della città e permetterà in futuro di gestire il traffico cittadino in maniera più razionale.
Potrò anche sbagliarmi, ma rivendico il diritto di esprimere liberamente la mia opinione senza per questo dover essere schedato come un pericoloso guerrafondaio!
PS. Ho linkato tutti gli articoli citati in modo tale che tutti possano farsi liberamente la loro idea.