07 ottobre 2008

Reato di Omertà!

Un nuovo omicidio a Casal di Principe, la patria del clan camorrista dei casalesi, nonostante la presenza dell'esercito, i paracadutisti della Folgore ed i proclami altisonanti di Maroni e La Russa.

E' stato ucciso Stanislao Cantelli, un anziano colpevole di essere lo zio di due camorristi pentiti, Luigi ed Alfonso Diana, i quali, con le loro rivelazioni hanno permesso l'arresto di Francesco Schiavone, altrimenti noto come Sandokan.

Il Cantelli aveva rifiutato la protezione dello Stato dopo le confessioni dei nipoti e così è stato ucciso da un gruppo di fuoco dei casalesi dentro al circolo ricreativo del centralissimo Corso Umberto.

La notizia non sarebbe così sconvolgente; si pensa al solito regolamento di conti della camorra, come spesso avviene in casi di pentitismo.

Quello che mi fa davvero arrabbiare è che l'omicidio è avvenuto in un circolo con molti avventori in un centro città affollato di persone, ma, come al solito, nessuno ha visto e sentito nulla!

I sicari sono infatti arrivati in moto, sono entrati nel circolo, hanno sparato 18 colpi sul Cantelli e sono fuggiti senza che nessuno si sia accorto di niente.

L'ennesimo caso di sordo-muto-cecità momentanea plurima che spesso colpisce gli abitanti del Sud Italia durante episodi di mafia, camorra e simili.

Nessuno c'era, e se c'era non ha sentito nulla, non ha visto nulla e non ricorda nulla.

Questa è l'OMERTA'!

Questo è il modus vivendi che fa propsperare la criminalità organizzata!

Questo è lo scandalo vero che colpisce il Sud e da cui i meridionali dovrebbero finalmente emanciparsi!

Questa è la maledizione che rende inutile ogni lotta alla criminalità, sia tramite le forze dell'ordine, sia con la magistratura, con l'uso dell'esercito o con qualsiasi altro mezzo.

Nell'attesa che il Meridione si emancipi finalmente da questa piaga, lo Stato deve però prendere delle decisioni forti per combattere gli omertosi, ovvero si deve introdurre il reato di Omertà!

In fondo gli omertosi commettono il reato di favoreggiamento personale per cui chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dai casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno ad eludere le investigazioni dell’autorità, o a sottrarsi alle ricerche di questa, è punito con la reclusione fino a quattro anni.

La condotta tipica è rappresentata da ogni comportamento, anche negativo, sufficiente a depistare o escludere le indagini di polizia non richiedendo la norma di fattispecie l’effettività materiale dell’azione.
Oggetto dell’attività penalmente rilevante è il comportamento, cosciente e volontario, posto in essere dal reo destinato all’intralcio dell’attività investigativa e finalizzato all’aiuto dell’autore materiale di un altro reato.

La definizione codicistica di “aiuto” comprende non solo le condotte finalizzate alla creazione di barriere ostative alle indagini ma anche quelle di natura puramente omissiva; dunque comportamenti quali il silenzio, la reticenza e la mendacità sull’identità del colpevole sono idonei ad integrare il reato in oggetto.

Nei casi di omicidio bisognerebbe rafforzare la pena con delle aggravanti specifiche ed i magistrati dovrebbero procedere più spesso contro chi fornisce il suo aiuto omissivo ai mafiosi .

Insomma, tutti auspicano che la piaga dell'omertà venga eliminata volontariamente dai cittadini meridionali, ma nell'attesa, lo Stato deve intervenire in maniera decisa punendo anche gli omertosi.

Certo, con questo governo, la mia sembra una pia utopia, poiché il nostro presidente del consiglio considera "un eroe" un mafioso pluri-pregiudicato come Mangano...

La speranza è comunque l'ultima a morire!!

1 commento:

Pino Amoruso ha detto...

Ciao passo per un saluto e per invitarti a passare dal mio blog dove pubblicizzo un'iniziativa che ritengo importante. Ora più che mai bisogna "far rete"...
Se ti ho già contattato, ritieni il mio passaggio un saluto.
Buona giornata :)