22 novembre 2007

La Televisione in Italia.





Alla RAI non smuoverò una pianta.

Questa è una delle tante affermazioni (o meglio, bugie) dette da Berlusconi nei 13 anni in cui ha recitato nel teatrino della politica italiana.

Non sarebbe la più grave, visto che ogni governo repubblicano ha trattato la RAI come "COSA SUA", proprio per il fatto che la RAI è di proprietà del TESORO, ovvero del GOVERNO.

Il fatto che ci lascia un po' perplessi ed interdetti è che Berlsuconi possiede anche Mediaset, ovvero l'unico (o quasi) antagonista della RAI nel mercato televisivo del nostro paese.

In verità il suddetto conflitto di interessi ha sempre animato poco il popolo italiano e quindi anche il dibattito politico: sia la destra, per ovvi motivi, che la sinistra, per qualche oscura ragione, non hanno voluto, o saputo, risolvere il problema e chi osa sollevare la questione viene tacciato di faziosità o di odio verso Berlusconi.

Le intercettazioni pubblicate su "La Repubblica" fanno però venire alla luce il quadro di connivenze e di intrallazzi tra la RAI berlusconiana e la sua "rivale" Mediaset durante gli anni del governo del Cavaliere.

Si parla di "linea comune", "scambio di informazioni sui palinsesti", "accordi per rallentare il flusso di notizie in caso di dati elettorali negativi per la Casa delle Libertà", "gestione delle presenze degli esponenti politici nelle varie trasmissioni" ed anche di "condivisione della politica degli spot".

In pratica si era formato un vero e proprio "cartello" nelle mani dell'ex Presidente del Consiglio, con buona pace di coloro i quali ritengono che in un paese democratico l'informazione, soprattutto quella televisiva, debba essere libera.

Mi ripeto, ma lo scoop di Repubblica è solo la conferma di uno stato di cose che era sotto gli occhi di tutti e che tutti hanno bellamente ignorato, forse perché inebetiti o disinformati dalla propaganda televisiva e mediatica.

Adesso la gogna del Cavaliere si abbatte anche sui suoi ex(?) alleati ed infatti Fini si è adirato parecchio negli ultimi tempi, mentre fino ad oggi era sempre rimasto zitto per una chiara convenienza politica.

Sono solo curioso di vedere se finirà tutto a tarallucci e vino, come sempre, magari affermando che i finanzieri sono dei comunisti, che a parlare erano solo delle persone di poco conto o che il "capo" non può sapere tutto ciò che dicono i suoi sottoposti.

Solita storia, solita disinformazione, solita fine, solita figura da paese delle banane.

Che vuoi che ci importi, i veri problemi sono quelli che si discutono da Maria DeFilippi!

21 novembre 2007

I Savoia Vogliono 260 Milioni di Euro!


I Savoia hanno ufficialmente richiesto allo Stato italiano il riconoscimento di danni morali per un valore complessivo di 260 milioni di euro, senza contare gli interessi, in aggiunta alla restituzione dei beni confiscati alla loro famiglia dallo Stato quando nacque la Repubblica italiana.

Bene, sono tornati ed ora presentano il conto.

Diciamo che alla vergogna non c'è mai limite:
  • cosa dovrebbe chiedere a loro l'Italia per la fuga dell'8 settembre?
  • cosa dovrebbe chiedergli per aver aiutato e fiancheggiato il fascismo?
  • cosa dovrebbe chiedergli per aver promulgato le leggi razziali?
  • cosa dovrebbe chiedere a questi indegni esseri dediti solo alla droga, allo sfruttamento della prostituzione e a fare affari con le macchinette del video-poker?
C'è una sola richiesta da fare a questi signori:

TORNATE IN PORTOGALLO, NON VI VOGLIAMO!


20 novembre 2007

Enzo Biagi su Calciopoli


A pochi giorni dalla sua morte, ho trovato una intervista di Enzo Biagi a Il Tirreno riguardante il processo di calciopoli di due estati addietro.

Siccome mi sono più volte occupato della vicenda, mi sembra giusto proporre questo stralcio significativo.

"Una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome.Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".

Che Enzo abbia ancora una volta centrato l'obbiettivo?

19 novembre 2007

Berlusconi Scioglie Forza Italia!



Dopo l'ennesima spallata senza frutto e l'approvazione della seconda (pessima) finanziaria del governo Prodi, Berlusconi deve aver sbattuto anche la testa e ha deciso di avviare una iniziativa di cui in Italia si sentiva un gran bisogno: fondare un nuovo partito!

Il nome del nuovo soggetto politico sarà "Partito del Popolo della Libertà" (PdPdL, pìdìpìdìelle) e in esso si riuniranno i membri della disciolta "Forza Italia" e... nessun altro!

Già perché Fini, arrabbiatissimo con Berlusconi per la sua amichevole comparsata alla "convenscion" della "Destra" di Storace, ha detto che quella del cavaliere è solo una manovra populistica (ma và, se ne è accorto solo ora che Berlusconi è un populista?), plebiscitaria e confusa.

Giovanardi ha peccato di entusiasmo proclamando l'adesione dell'UDC al progetto del Berlusca, ma è stato subito bacchettato dal suo segretario, Cesa.

Aderisce euforico solo il segretario della DC per le autonomie, Rotondi, che aggiungerà dunque il suo voto (e magari quello dei suoi familiari) a quelli di Forza Italia nel nuovo grande partito del popolo della libertà.

Da quello che si è capito Berlusconi sarebbe anche disponibile a ridiscutere la legge elettorale sul modello tedesco, eliminando di fatto il bipolarismo e ritornando al costume, tanto caro ai democristiani, di designare il premier solo dopo le elezioni.

Insomma il Cavaliere vorrebbe rifondare la DC, tentando fortemente i diniani, che auspicano un "nuovo quadro politico" e tutti i nostalgici della "Balena Bianca".

Per questo motivo Fini è già sul chi vive, temendo che tale partito possa far rinascere un grande centro che lo releghi nuovamente ai margini della politica, nonostante tutte le svolte e tutti i rinnegamenti (compreso quello al suo padre putativo, il Duce).

Anche la Lega, che per anni ha combattuto contro la DC, ha mangiato la foglia e ha già espresso un parere negativo sulla nuova formazione berlusconiana, che ha di fatto sancito la morte della Casa delle Libertà.

I nodi stanno venendo al pettine e la tanto proclamata "unità del centrodestra" sembra naufragare sotto la spinta impetuosa dell'ego del Cavaliere, il quale, a forza di essere rimproverato dai suoi più stretti lacchè (Fini e Casini) e di sbagliare le sue previsioni su Prodi, ha perso le staffe e forse anche la testa.

Che lo si ami o che lo si odi, bisogna comunque riconoscere che Berlusconi non finisce mai di stupirci con i suoi "coup de theatre" con i quali, come un novello "deus ex machina" ci delizia ad ogni piè sospinto.

Sarà nuova gloria? Ai posteri l'ardua sentenza.

Sperando che, nel frattempo, il centrosinistra al governo riesca finalmente a fare qualcosa di buono per l'Italia (la speranza è sempre l'ultima a morire)!

12 novembre 2007

Non è il Calcio, è Follia!


Cosa c'entra il calcio?

Questa è la domanda che mi è venuta in mente dopo aver assistito ad un giornata iniziata con un omicidio, continuata con violenze negli stadi e finita con una guerriglia nelle strade della capitale.

Ma analizziamo i fatti:

1-C'è una rissa in un autogrill fra alcuni tifosi (si parla di due macchine, quindi meno di 10 persone in tutto) della Lazio e della Juventus che si erano incontrati per puro caso nell'area di servizio vicino ad Arezzo, mentre andavano a vedere due diverse partite in due diverse città.

2-Per sedare la rissa, interviene una volante della Polizia Stradale e un poliziotto spara due colpi di cui uno uccide Gabriele Sandri, un 28enne romano molto conosciuto come DJ nelle discoteche della capitale.

3-Saputa la notizia, in tutti i campi di calcio, gli ultras mettono in atto varie forme di protesta contro la polizia e contro la Federcalcio, che ha deciso di disputare comunque la giornata di campionato.
Gli episodi più gravi si registrano a Bergamo, dove i supporters esagitati dell'Atalanta minacciano di invadere il campo di gioco e costringono prefetto ed arbitro a sospendere la partita già iniziata da una decina di minuti, e a Taranto, dove gli ultras locali invadano il campo e attaccano le forze dell'ordine lì presenti.

4-Nella serata la partita Roma-Cagliari viene rimandata, ma questo non attenua la ferocia di non ben precisati gruppi organizzati che attaccano alcune caserme della Polizia, dei Carabinieri e pure la sede del Coni.

Questa è la nuda cronaca, che richiede alcune riflessioni:

-Perché un poliziotto spara per sedare una rissa?
Mi sembra come usare un lanciafiamme per ammazzare una mosca.

-Perché la Polizia non ammette mai i suoi errori, ma si nasconde sempre dietro versioni poco plausibili, come quella data dal questore di Arezzo secondo cui il poliziotto avrebbe sparato due colpi in aria.
Strano che un colpo sparato in aria vada a centrare il collo di un ragazzo seduto nel sedile posteriore di una automobile!
Perché non si dice chiaramente che qualcuno ha sbagliato e quel qualcuno dovrà rispondere dei suoi errori davanti ad un tribunale, come ogni comune cittadino?

-Per quale motivo, un fatto accaduto a grande distanza da ogni stadio ed in cui il tifo c'entra solo marginalmente, dovrebbe far sospendere il campionato di calcio?
Ricordo che il Calcio dovrebbe essere uno spettacolo a cui la gente assiste nei giorni festivi per puro intrattenimento e lo stadio dovrebbe essere il teatro in cui va in scena lo spettacolo e non un luogo dove sfogare violentemente le proprie smanie represse.
Però questi gruppi di tifo organizzato, politicizzati e violenti, hanno deciso di fare degli stadi il luogo in cui esprimere la loro rabbia contro il Sistema.
Sistema personificato dalle migliaia di poliziotti che vengono schierati ogni domenica per reprimere i repressi.

-Il calcio è dunque solo un pretesto per assembrarsi, fare gruppo, e andare a malmenare i propri simili o i tutori dell'ordine.
Anzi non serve più neanche uno stadio o una partita, come hanno dimostrato i fatti accaduti ieri sera a Roma.

In definitiva c'è un chiaro disagio che trova nel Calcio il suo catalizzatore.

Sarebbe ora di studiare seriamente il fenomeno e non di inventarsi delle misure estemporanee come i tornelli o i biglietti pseudo-personalizzati.

I mezzi ci sarebbero, come ci insegna l'Inghilterra, manca solo una seria volontà.